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RIFORMA DELLE PENSIONI e PROMESSE DA MARINAIO
Publie le mercoledì 5 settembre 2007 par Open-PublishingFALCRI Banca Nazionale del Lavoro
Sindacato Autonomo Lavoratori
Segreteria dell’Organo di Coordinamento
www.falcribnl.com – e mail: falcribnl@yahoo.it
Cominciamo col dire che l’ACCORDO si compone di 4 parti:
1. lavori usuranti
2. via libera a chi ha compiuto 60 anni
3. precari e percentuale di pensione
4. età pensionabile
Il giudizio va quindi dato valutando tutti e 4 i capitoli che compongono l’ACCORDO sulle PENSIONI senza trascurare quanto era stato promesso all’interno del programma presentato agli elettori dall’attuale governo.
Cominciamo dalle tabelle:
• Dall’1.1.2008 al 30.6.2009 si va in pensione con minimo 58 anni d’età e 35 di contributi
• Dall’1.7.2009 al 31.12.2010 si va in pensione con minimo 59 anni d’età e 36 di contributi oppure 60 anni di’età e 35 di contributi
• Dall’1.1.2011 al 31.12.2012 si va in pensione con minimo 60 anni d’età e 36 di contributi oppure 61 anni di’età e 35 di contributi
• Dall’1.1.2013 al 31.12.2014 si va in pensione con minimo 61 anni d’età e 36 di contributi oppure 62 anni di’età e 35 di contributi
Da quanto sopra si comprende facilmente che non solo viene innalzata fino a 62 anni l’età pensionabile ma anche i contributi toccheranno quota 36! Questo certamente non era nel programma!
Passiamo ai Lavori Usuranti per registrare con piacere che finalmente siamo di fronte ad un atto di giustizia per questi Lavoratori che quindi non rientrando nelle tabelle su indicate potranno andare in pensione con 57 anni d’età e 35 di contributi. Si ratta di circa 1.400.000 persone e perché un Lavoratore possa essere collocato tra i lavori usuranti è necessario che abbia prestato la propria opera per almeno metà del periodo complessivo o quanto meno per 7 anni sugli ultimi 10. Sono considerati Lavori Usuranti le vecchie professioni contenute nell’elenco varato nel 1999 dall’allora ministro Salvi, cui si aggiungeranno i lavori su 3 turni e quelli legati ad attività vincolate come le catene di montaggio, più i conducenti di mezzi pubblici.
Quando si dice che le donne non supereranno i 60 anni di età per beneficiare della pensione si dice un’inesattezza perché per la pensione di anzianità arriveranno anche loro a quota 61 + 36 e per la pensione di vecchiaia supereranno i 60 anni per via delle finestre che aumenteranno il periodo d’attesa di 8/9 mesi.
Per chi ha maturato i 40 anni di contribuzione non verranno più applicate le 2 finestre Maroni ma ne verranno applicate 4 che permetteranno l’anticipazione dell’uscita rispetto a prima.
Uno dei capitoli più sentiti ed importanti era quello riguardante le PENSIONI dei giovani precari e su questo tema è sicuramente di grande rilevanza l’impegno a portare al 60% dell’ultimo stipendio percepito l’importo delle future pensioni.
Abbiamo detto “l’impegno” perché sarà un’apposita commissione a decidere l’esatta percentuale entro il 2008.
Non è tutto! Perché c’è la ciliegina sulla torta anche per chi sta lavorando con contratto a tempo indeterminato, infatti un’apposita Commisione lavorerà per decidere i nuovi PARAMETRI dal 2010 per le nostre pensioni!
Quindi non sappiamo ancora con certezza con che percentuale del nostro stipendio andremo in Pensione!
Sappiamo che una Commissione deciderà come modificare (in peggio!) i coefficienti che decideranno della nostra pensione senza escludere spiacevoli sorprese finali!
Stiamo galoppando verso un sistema che si appiattirà solo ed esclusivamente sul CONTRIBUTIVO, questo va respinto con forza. Bisogna inoltre separare la PREVIDENZA dall’ASSISTENZA per ridare slancio al sistema pubblico in un settore delicato come quello delle Pensioni.
Vogliamo infine ricordare, come già fu per il libro Bianco e la legge Biagi, come la Cisl non perda l’abitudine alla sponsorizzazione di leggi ed accordi che dovrebbero meritare più prudenza da parte di un sindacato dei lavoratori, infatti il proprio Segretario Generale Raffaele Bonanni non ha perso tempo per dichiarare dalle pagine del “Corriere della Sera” che: “La Cisl è in condizione di condividere l’intesa e Prodi deve mettere la fiducia. No a ritocchi al testo”.
Il commento lo lasciamo volentieri ai lavoratori.
Alla luce di quanto sopra non possiamo che dare un parere negativo all’ACCORDO che doveva essere ben altra cosa! Riteniamo anche che la parola finale su un tema così delicato e di vitale importanza per chi lavora non possa che passare alle Lavoratrici ed ai Lavoratori attraverso le necessarie assemblee ed il REFERENDUM.
Roma, 3 settembre 2007
Segreteria dell’ODC FALCRI BNL
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