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ROMA 12 dicembre 2006 - Piazza Fontana (12.12.1969) una strage impunita
Publie le sabato 16 dicembre 2006 par Open-Publishingdi LETIZIA PALMISANO
37 anni di segreti di Stato. Nel tentativo di mantenere vivo il ricordo il Sesto Municipio racconta la strage di piazza Fontana
E’ stata presentata il 12 dicembre, anniversario della strage di Piazza Fontana, la ricerca effettuata presso i licei milanesi dal quale è emerso che gli studenti ignorano i fatti riguardanti la strage: il 43% infatti crede che la responsabilità fu delle BR, il 38% crede che i mandanti appartenevano ad ambienti mafiosi e il 25% da invece la colpa agli anarchici, uno scenario triste in cui il termine "memoria storica" assume un connotato di necessità e proprio per rispondere a questa necessità il Municipio Roma 6 ha organizzato proprio il 12 un dibattito su questo avvenimento.
A moderare l’iniziativa è stato il Presidente del Consiglio Gianluca SANTILLI che in prima persona indagò per oltre 10 anni sul periodo stragista italiano e che ha chiamato a raccolta i protagonisti delle indagini giudiziarie che nel 2005 hanno visto nuovamente assolti mandanti ed esecutori dell’orrenda strage. Alla libreria Rinascita di Largo Agosta si sono dunque dati appuntamento nel tentativo di mantenere vivo il ricordo della strage, il giudice del Tribunale di Milano Guido SALVINI, lo storico DE LUTIIS, il giornalista Gianni CIPRIANI e il consigliere del Municipio Roma 6 Giammarco PALMIERI, tutti impegnati in un convegno motivato dal desiderio di non dimenticare e di divulgare i risultati di un terzo di secolo di indagini.
“Anche perché – come ha rilevato Gianmarco Palmieri, capogruppo dell’Ulivo in Municipio - c’è un’ampia parte di giovani che non solo non conoscono quei fatti ma che, non avendo vissuto quel particolare clima storico, difficilmente hanno la chiave di lettura per capire Piazza Fontana e gli eventi che si susseguirono in quello che è stato definito uno di periodi più bui della nostra democrazia.”.
La strage di Piazza Fontana, avviene nel 1969, in un periodo di forti scontri sociali, che partono dalle rivendicazioni di studenti ed operai. Come ha raccontato il Giudice di Milano Guido Salvini, c’era un’ampia classe dirigente preoccupata già dalla metà degli anni ’60 che il fermento sociale potesse essere fortemente destabilizzante e già allora si posero le basi per quella “strategia della tensione”, alla base di tante stragi nel nostro Paese. Gli attentati di quel 12 dicembre furono rivolti a simboli quali il Capitalismo e simboli patriottici (la Banca Nazionale dell’Agricoltura, luogo della strage; la bomba inesplosa alla Banca del Commercio a Milano; tre ordigni nel centro di Roma, sull’Altare della Patria), indirizzando così le indagini dei colpevoli verso gruppi anarchici dell’estrema sinistra. Da qui il tentativo di estendere un giudizio di colpevolezza sulla sinistra in generale.
Sebbene il processo si sia chiuso nel 2005 con l’assoluzione degli indagati per l’impossibilità di individuare gli effettivi esecutori materiali della strage, come SALVINI ha evidenziato, la giustizia ha dimostrato la colpevolezza dei gruppi neofascisti Ordine Nuovo e Avanguardia. Dalle indagini è emerso inoltre come Piazza Fontana fosse un tassello di un ampio piano che aveva le basi fuori dei nostri confini, come dimostrano i rapporti tra gli ordinovisti e le basi militari statunitensi in Italia. Il piano era volto a creare un clima di paura che favorisse la conservazione della situazione corrente di Governo. La pagina scura della nostra storia lascia tutt’altro che esenti i nostri Servizi Segreti, come ha chiarito lo storico ed esperto di Servizi Segreti professor Giuseppe De LUTIIS.
Siamo negli anni in cui vengono uccisi 24 Magistrati per aver fatto il proprio dovere e in cui tutti i capi dei servizi segreti che si susseguono invece che rispondere ai loro compiti scelsero di ubbidire a “catene di comando internazionali ed atlantiche” dando luogo ad azioni di depistaggio all’attività giudiziaria dei magistrati, fornendo prove false, miste a indizi veri. E questi “ordini illegittimi internazionali” hanno inciso fino ai primi anni novanta, basti pensare – come ha sottolineato Gianni CIPRIANI, condirettore di E-Polis ed ex consulente della commissione stragi – che ogni inchiesta che potesse toccare i centri del potere di allora “veniva sistematicamente bloccata, perché questi garantivano una stabilità internazionale”. Ciò è dimostrato anche dal fatto che tangentopoli sia esplosa, senza di fatto precedenti, all’indomani della caduta del muro e di questi assetti internazionali.
Purtroppo grandi parti di verità sono venute a galla dalla de-secretazione di documenti segreti statunitensi - per legge negli USA cessa dopo dopo 30 anni al contrario della nostra legge che prevede la cessazione del segreto solo in via eccezionale. A distanza di molti anni, la possibilità di rendere pubblici documenti sulle pagine oscure dell’Italia non darebbero certo luogo a verità giudiziarie ma permetterebbero una ricostruzione storica completa e quindi di rendere giustizia alle vittime e ai loro familiari.