Home > ROMA/EDUCATORE COMUNALE IN FIN DI VITA
Aveva problemi di cuore. Ma da oltre un anno aveva denunciato al sindacato di essere sotto mobbing
Lo chiamiamo "Franco", per riservatezza. Compie quest’anno 59 anni. Lavora da 35 anni per il Comune di Roma come educatore proveniente dagli enti disciolti ex Enaoli.
I suoi problemi di salute si sono aggravati con il tempo. Sarà una coincidenza ma raccontava con rabbia e indignazione che la coordinatrice delle case di riposo comunali lo avrebbe spogliato di ruolo e mansioni. Per anni e anni aveva fatto tante iniziative per gli anziani della casa di riposo: feste in maschera, tombolate, lavori artigianali....
Alla "papessa" forse non piaceva la sua barba perchè forse preferiva puntare sul personale giovane e aitante della cooperativa. Fatto sta che lui soffriva da un paio d’anni della situazione di "esproprio" della sua stanza, del suo lavoro e da tempo si ammalava a singhiozzo proprio come gli aveva consigliato Lei, la superiora di grado più vecchia di lei.
Gli avrebbe detto: "mettiti in malattia fino alla pensione". E lui si era rivolto al sindacato per denunciare una situazione che lui considerava "mobbing".
Il sindacato non gli ha dato risposte, ma come avrebbe potuto darle le risposte un sindacato che sta negli ingranaggi del V° Dipartimento?
Diranno che sarà stato un virus a ridurlo in fin di vita, che sarà stato il cuore fragile ma gli hanno comunque spezzato la dignità di uomo, lo hanno ridotto in cenere.
Funzionarie comunali senza scrupoli che stanno da oltre ventanni a dirigere gli stessi servizi, alla faccia della rotazione dirigenziale e rinnovamento della Pubblica Amministrazione. Ingrigite nell’animo e senza pietas.
Licenziamenti selvaggi, Mobbizzazione selvaggia mentre Nessuna Autorità politica o sanitaria interviene per impedire a questi aguzzini, coperti dal silenzio e connivenza dei sindacati confederali, di fare altro male.
A Franco auguriamo di uscire dalla sala operatoria salvo e di prendere coraggio d’ora in poi per liberarsi e raccontare direttamente al mondo le vessazioni subite.




