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«Raid possibile», «Non ci fermate». America e Iran duellano a distanza
Publie le sabato 14 giugno 2008 par Open-Publishing«Raid possibile», «Non ci fermate». America e Iran duellano a distanza
di Michelangelo Cocco
su Il Manifesto del 12/06/2008
La Casa Bianca: l’Italia nel 5+1? Non ancora realistico
Ulteriori sanzioni economiche e, se non dovessero bastare a piegare l’ostinazione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, anche l’attacco militare, perché «tutte le opzioni restano sul tavolo». Il messaggio per il governo di Tehran che George W. Bush porta dalla Germania, dove ieri ha incontrato la cancelliera Angela Merkel, a Roma, dove in serata è arrivato in visita ufficiale è, per dirla con le sue stesse parole, «molto chiaro».
Al cristiano rinato comandante in capo della cosiddetta «guerra al terrorismo» che con due fronti ancora sanguinanti (Afghanistan e Iraq) ha trasformato la sua presidenza in un dramma, la Merkel ha dato soddisfazione solo in parte. Prima gli ha promesso l’applicazione del terzo pacchetto di sanzioni internazionali, già approvate dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ma a cui l’Europa non ha ancora dato seguito. Embargo contro la banca Melli e altre misure contro gli istituti di credito iraniani alle quali - secondo la stampa locale - Ahmadinejad ha risposto preventivamente, dando ordine ai capitali iraniani depositati nel Vecchio continente di rientrare nella Repubblica islamica.
Poi però la leader della Grande coalizione tedesca è apparsa più prudente rispetto alle dichiarazioni bellicose del suo ospite, all’ultimo viaggio ufficiale in Europa prima di passare il testimone - il 20 gennaio prossimo - al nuovo inquilino della Casa Bianca. Nel corso della conferenza stampa congiunta a Meseberg, a nord di Berlino, la Merkel ha dichiarato: «Non possiamo escludere ulteriori sanzioni», ma aggiungendo che dovranno essere decise nell’ambito del Consiglio di sicurezza.
L’Occidente - con Stati Uniti e Israele a fare da battistrada - continua a chiedere a Tehran di fermare l’arricchimento dell’uranio. Gli ayatollah sciiti da parte loro continuano a sostenere che il loro programma nucleare è a fini esclusivamente civili e non ne vogliono sapere di rinunciarvi.
E mentre Bush atterrava a Roma, il ministro degli esteri, Franco Frattini, rispondeva alla Germania, che ha manifestato contrarietà all’ingresso dell’Italia nel cosiddetto «5+1», l’organismo composto dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, più la Germania, che affronta la questione del nucleare iraniano.
Quella sull’Iran «è una grande sfida per noi europei e per dimostrare che l’Europa può avere una posizione politica coesa», ha dichiarato Frattini ricordando che il presidente francese Nicolas Sarkozy ha già espresso parere favorevole alla proposta italiana.
Poche ore dopo la doccia fredda, con la Casa Bianca che dichiarava di «non sapere quanto sia realistica» l’ipotesi di includere l’Italia nel «5+1». La numero due del consiglio della sicurezza nazionale Judy Ansley, rispondendo durante un briefing sull’Air Force One in volo per Roma ha detto: «Onestamente non lo so. So che esiste una richiesta in tal senso fatta da molto tempo dall’Italia. E gli italiani sono stati ovviamente inclusi in consultazioni collegate alla vicenda. Ma per quanto riguarda il far parte del gruppo, non so quanto sia realistico».
Dall’Iran Ahmadinejad sta seguendo attentamente il tour diplomatico di Bush e sembra puntare le sue carte sulla debolezza interna del presidente Usa. Il vero obiettivo di Bush è, secondo Ahmadinejad, l’attacco militare contro l’Iran. Ma parlando davanti a migliaia di persone a Shahr-e Kord, nel centro del Paese, Ahmadinejad ha dichiarato che «né un pugno né un pizzicotto» potranno colpire l’Iran.
«Quest’uomo vuole colpirci - ha avvertito Ahmadinejad riferendosi a Bush nel discorso trasmesso in televisione -: ho informazioni precise sui suoi piani, che finora i suoi generali gli hanno impedito di mettere in atto. Lui avrebbe voluto usare i missili e i bombardamenti, ma gli hanno riferito che non è possibile. Poi ha detto "creiamo un bang sonico su una città iraniana e anche questo non si poteva fare...E allora io ti dico, Bush, il tuo tempo è finito e grazie a Dio non riuscirai a danneggiare di un centimetro la terra sacra dell’Iran. E se il nemico ha in mente di spezzare il nostro Paese con le pressioni, si sbaglia. La nazione iraniana farà sparire il sorriso dalla sua faccia».