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Rallenta l’occupazione per effetto della crisi

Publie le venerdì 21 novembre 2008 par Open-Publishing

Rallenta l’occupazione per effetto della crisi

di Sara Farolfi

Rallenta l’occupazione in Italia. Ed è dall’ultimo trimestre 2007 che la crisi ha iniziato a dispiegare i propri effetti sulle dinamiche del mercato del lavoro. Con il paese praticamente in recessione, il 2008 non potrà che andare peggio. Il tutto, in un un quadro europeo che vede l’Italia ancora molto lontana dagli obiettivi di Lisbona, con un tasso di occupazione nazionale (al 58,7%) inferiore alla media dei paesi Ue (65,4%).
Il rapporto Isfol (l’istituto per lo sviluppo della formazione che fa capo al ministero del lavoro) presentato ieri suona a conferma di alcune tendenze, alcune relativamente nuove altre ormai storicamente consolidate, del mercato del lavoro nostrano. Conferma l’immagine di un paese che si muove a due velocità. Territorialmente, con un tasso di disoccupazione che nel mezzogiorno tocca quota 11%, il doppio di quello medio nazionale. E dal punto di vista dell’occupazione femminile che si attesta su tassi decisamente inferiori a quelli maschili (il tasso di occupazione è del 46,6% contro il 70,7% degli uomini). Un fenomeno presente soprattutto nel mezzogiorno e che ha molto a che fare con «una scarsa presenza di donne a livelli decisionali» e con «una dotazione insufficiente di servizi di supporto e di cura».

Dilaga l’«effetto scoraggiamento», ciò che spinge molti lavoratori, soprattutto donne e soprattutto nel mezzogiorno, a non cercare lavoro perchè ’tanto si sa che non lo si troverà’. Ancora peggio va per i giovani (tra i 18 e i 24 anni) tra i quali il tasso di disoccupazione raggiunge il 20,3%. Conferma, il rapporto Isfol, il contributo determinante all’occupazione che arriva dagli immigrati. Se nel 2007 la crescita dell’occupazione nel paese è stata dell’1% rispetto al 2006 (ma due anni fa l’occupazione era cresciuta dell’1,7%), i due terzi di questo aumento è dovuto agli stranieri. Su oltre 23 milioni di occupati la quota di stranieri è cresciuta del 6,5% nel 2007 (rispetto al 5,9% del 2006). Che lavorano in gran numero in attività a bassa specializzazione, vivono in Italia da almeno otto anni, in affitto (il 56,2%) o ospiti di parenti o amici (il 21,3%), e solo il 12,7% in una casa di proprietà. Un capitolo a parte del rapporto è dedicato al lavoro sommerso e irregolare. Che, per il 58,4%, riguarda gli uomini, soprattutto italiani, ed è concentrato al Sud e nel settore dei servizi. Si tratta, in tre casi su quattro, di vero e proprio ’nero’ (mancanza di un contratto) mentre più ristretta è l’area del cosiddetto ’grigio’ (mancata applicazione di alcuni istituti contrattuali).

Il quadro è preoccupante insomma. Con la tenuta occupazionale messa a rischio dalla crisi che attraversa il sistema produttivo italiano e con le richieste di cassa integrazione che fioccano. «Servono riforme incisive e durature, per contrastare innazitutto situazioni di iniquità non presidiate», ha detto il presidente dell’istituto parlando espressamente di ammortizzatori sociali. Il ministro del welfare, Maurizio Sacconi, ha colto l’occasione per ribadire che le misure a sostegno di «economia, famiglie e banche» saranno varate mercoledì, e che prima il governo incontrerà le parti sociali (Cgil compresa). Ha detto anche che verranno aumentati i fondi per gli ammortizzatori sociali in deroga, forse estesi «eccezionalmente» anche a apprendisti, interinali, contratti a termine e ’collaboratori’ in monocommittenza. Parole per ora, non corredate neppure di cifre, si vedrà mercoledì.