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«Ratko Mladic è ancora latitante»

Publie le martedì 28 febbraio 2006 par Open-Publishing

Il procuratore del Tpi Carla Del Ponte smentisce la cattura dell’ex generale serbo-bosniaco

Trattativa o sabotaggio? I giornali di Belgrado si interrogano sulla fuga di notizie riguardo al «macellaio di Srebrenica». E concordano tutti su un punto: la sua cattura è ormai imminente

Già in galera Alcuni tabloid avanzano la tesi che il militare (in alto nella foto ap) sia stato arrestato e si stia trattando per consegnarlo alla giustizia internazionale

di IGOR FIATTI

Sì, no, forse. Tra una pioggia di smentite e conferme, la cronaca dei Balcani delle ultime 48 ore è dominata da un rincorrersi di voci discordanti sull’arresto del superlatitante Ratko Mladic. La partita che si gioca attorno all’ex generale dei serbi di Bosnia è molto importante. E in gioco non c’è solo il futuro della Serbia. Da Belgrado all’Aja passando per la base americana di Tuzla, sembravano non esserci più dubbi sull’itinerario del viaggio di sola andata di Mladic. E invece quando tutte le agenzia di stampa e i canali allnews mondiali lo davano ormai ospite delle celle olandesi, la vicenda ha iniziato ad intricarsi. Smentite a raffica hanno cadenzato le ultime ore.

L’ultima in ordine cronologico - è anche la più autorevole ed accreditata - è stata quella del procuratore capo del Tribunale penale internazionale sull’ex Jugoslavia. «Ratko Mladic è ancora in fuga» ha detto Carla Del Ponte, precisando che «non c’è alcuna indicazione su negoziati relativi a una resa» dell’ex comandante serbo-bosniaco. «Mladic è a portata di mano delle autorità serbe», ha poi ricordato Del Ponte, che negli ultimi tempi ha ripetutamente affermato che il superlatitante si nasconde in Serbia. Così il procuratore capo della corte dell’Aja è intervenuto dopo le notizie contraddittorie che si sono succedute negli ultimi due giorni.

Trattative, sabotaggio, montatura. Mentre la ultradecennale latitanza di Mladic sembra continuare, ruota attorno a queste tre ipotesi il groviglio di interpretazioni che circonda tutta la vicenda. Una vicenda che la stampa serba considera in ogni caso nient’affatto conclusa o definita. Al punto che molti titoli insistono a dare per imminente - se non già avvenuta - la fantomatica cattura, mentre altri tornano ad evocare piuttosto negoziati in corso per cercare di giungere finalmente alla resa di una delle figure simbolo di una delle pagine più cruente della storia d’Europa: un uomo che figura - insieme con l’ex leader politico dei serbi di Bosnia Radovan Karadzic - in testa alla lista nera del Tpi e che è accusato tra l’altro di responsabilità dirette nell’eccidio di Srebrenica (8.000 morti nel luglio 1995).

«Mladic arrestato», spara in prima pagina il tabloid Kurir, a dispetto delle smentite categoriche che arrivano anche dal governo serbo. «Mladic circondato», annuncia più prudente il popolarissimo Blic, mentre Glas Javnosti assicura che l’estradizione al Tribunale dell’Aja sia ormai «questione di ore».

Per La voce pubblica a Belgrado si starebbero trattando gli ultimi dettagli per consegnare alla giustizia internazionale l’ex generale, che sarebbe stato arrestato insieme a una guardia del corpo in un appartamento della periferia di Belgrado. Convinto che qualcosa stavolta si stia davvero muovendo - dopo i molti falsi annunci del passato - resta pure Vecernje Novisti, che peraltro si tiene sul vago con la formula «il cerchio si stringe» e si limita a rilanciare la voce messa in circolazione da un giornale serbo-bosniaco di presunte trattative per la resa di Mladic in corso sulle rive del fiume Drina, al confine tra la Serbia e l’entità serba della Bosnia-Erzegovina.

Di «montatura mediatica» ha parlato la portavoce del procuratore del Tpi, Florence Hartmann, mentre il governo serbo parla di «manipolazioni» architettate ad arte per danneggiare le indagini. Tra le ipotesi sul tappeto trova un certo credito quella secondo cui l’esecutivo di Belgrado - spinto dalla pressione internazionale, dalle proteste del Tpi e dalla minaccia di congelamento dei negoziati avviati con l’Unione europea - abbia cercato in effetti di intensificare gli sforzi nelle ultime ore con l’obiettivo di spingere Mladic in territorio bosniaco, in modo da farlo arrestare oltre confine e limitare il pericolo di reazioni sul fronte interno da parte delle forze nazionalistiche e nostalgiche. Un tentativo che rischia di fallire proprio a causa delle anticipazioni mediatiche. Per chi sostiene questa teoria, non è d’altronde un caso che l’esecutivo abbia parlato di manipolazioni, lasciando intendere che le notizie possano essere state fatte filtrare a scopo di sabotaggio da ambienti vicini all’ex generale serbo-bosniaco.

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