Home > Raztinger e la morte del Concilio Vaticano II

Raztinger e la morte del Concilio Vaticano II

Publie le venerdì 16 marzo 2007 par Open-Publishing

Nei 3 anni preparatori e nei 3 successivi al 1962, Giovanni XXII, col Concilio Vaticano II, aveva aperto enormi aspettative nella storia della Chiesa cattolica, iniziando un grande processo di rinnovamento.

Il Concilio fu ecumenico, cioè riunì operatori da tutto il mondo, aprendosi anche alla partecipazione di osservatori delle chiese separate. Produsse 4 Costituzioni, 3 Dichiarazioni e 9 Decreti. Lo scopo fu quello di far entrare aria nuova nella Chiesa e di collegare la Chiesa ai bisogni della società e ai suoi mutamenti.

Veniva messa in discussione la struttura verticistica del clero e il potere assolutistico e monolitico del Papa. Poiché la Chiesa di Roma é la più grande dittatura teologica del mondo, questa apertura apparve assolutamente rivoluzionaria.
Si ripensava il ruolo dei laici non più subalterni al clero ma con funzioni di apostolato. Si apriva il confronto con la società, la cultura e il mondo, riallacciando profondi legami con gli uomini e le donne di buona volontà, soprattutto nell’impegno comune per la pace, la giustizia, le libertà fondamentali e la scienza. Si apriva la liturgia alla lingua nazionale e i canoni musicali a forme di espressività locale, per un culto più vicino alla gente. Si riconoscevano semi di verità anche in Chiese non cattoliche o non cristiane.

Fu un movimento di rinnovamento di grandissima portata che destò enormi speranze. Ma gli eredi non fecero che limare, ridurre e annientare la luce del Concilio Vaticano II. E oggi, con Raztinger, l’intero processo é del tutto affossato.

Non solo le imposizioni di Raztinger ribadiscono il peggio di Voitila (celibato ecclesiastico, contraccettivi, divorzio, aborto, subaltermità delle donne..) ma Ratzinger mostra una durezza che non é nemmeno contemperata da una personalità carismatica come quella di Voitila in una restaurazione di potere oscurantista e medievale che stride col sentire moderno e apre fazioni di fanatismo ossessivo o di opportunismi politici.

Dopo gli indici e i veti che contrassegnarono, fin dal primo apparire, l’avvento di Benedetto XVI, le massicce intrusioni nella politica italiana e lo scollamento totale dall’evoluzione culturale e morale europea, oggi Ratzinger “ordina” ai parlamentari cattolici di “non votare leggi contro natura”, ponendo se stesso come unica autorità indiscutibile che stabilisce cosa sia “secondo natura”. E completa l’opera reintroducendo il latino e il canto gregoriano nella liturgia. Oggi possiamo dire che Concilio Vaticano II é morto.

La Chiesa é sempre stata una monarchia assoluta, incapace di comprendere e accettare i principi che reggono le moderne democrazie. Ora questa incapacità si trasferisce negli ordini inderogabili che un capo religioso impone, senza alcun diritto, ai rappresentanti politici di uno Stato straniero. L’intento é quello di restaurare una primazia della Chiesa sullo Stato italiano che viola totalmente quanto la Chiesa stessa ha sottoscritto nel Concordato.

Motto di Ppapa Giovanni era “non più anatema ma comprensione, non più condanna ma dialogo”. Oggi la situazione è rovesciata.

Papa Giovanni aveva aperto la Chiesa al dialogo interconfessionale e alla comprensione del mondo moderno e delle sue realtà in nome della libertà e della tolleranza. Con Ratzinger spariscono libertà e tolleranza e si scagliano solo diktat feroci e tassativi.

La questione sociale non ha mai fatto parte degli scopi della Chiesa. Lo stesso progetto di papa Giovanni, pur rappresentando una grande rinascita, non divenne mai propulsione a lenire le sofferenza dei poveri.

Con Voitila la pietà sociale viene vieppiù abbandonata. Voitila, provenendo da un mondo in lotta col comunismo, fece della lotta politica il suo maggiore scopo. Lo provano i legami con dittatori e tiranni, i fitti rapporti con la CIA, l’inimicizia con la Teologia della Liberazione che per la CIA era un covo di comunisti, i tentativi costosissimi in cui profuse somme inaudite di rovesciare certi governi dei Balcani o del Sudamerica, l’uso stesso politico che fece dell’immenso patrimonio delle Ior (Banco Ambrosiano).

Voitila fu un papa eminentemente politico, era convinto che in America Latina il pericolo fosse il marxismo e non il capitalismo selvaggio e colonialista e agì in tal senso, smuovendo capitali e sobillando movimenti politici, sempre con l’appoggio di dittatori di destra. Non porto’ avanti alcuna missione sociale e respinse quei sacerdoti che tra la gente partecipavano alle sofferenze dei poveri, bollandoli come comunisti.

La restaurazione conservatrice ci fu dunque già con Voitila, che rimosse i vescovi della Teologia della Liberazione, sostituendoli con astratti burocrati lontani dal popolo e precostituendo un corpo di cardinali reazionari che avrebbero portato poi all’elezione del reazionario Ratztinger.

Voitila seppe fare bellissimi discorsi sul dialogo, la libertà, la tolleranza, la pace e l’ecumenismo, ma in realtà appoggiò solo le destre, beatifico’ figure controverse come Escrivà, creatore dell’Opus Dei, protesse dittatori sanguinari come Pinochet, proibì il dialogo e il diritto di espressione, protesse fazioni oscurantiste e reazionarie come quella di Lefbvre.

La Chiesa che si configuro’ con Voitila fu quello dei media, della spettacolarità delle adunate oceaniche, del culto di personalità, dei luoghi devozionali, delle reliquie, dei pellegrinaggi e dell’alto grado di intrusione politica.

La Chiesa che si presenta oggi é quella dell’oscurantismo, della reazione, del potere retrivo e medievale. Nessuna delle due somiglia anche minimamente a quella Chiesa che doveva nascere dal Vangelo.

Una delle conseguenze che nascono da questa deriva oscurantista è che oggi qualunque affermazione del Papa viene considerata da alcuni come verità infallibile.

Wikipedia dice: “Il dogma dell’infallibilità afferma che il Papa, essendo sostenuto e ispirato dallo Spirito Santo nel suo incarico di Vicario di Cristo, non puo’ sbagliare. Cio’ non si applica tuttavia a tutti gli atti e le parole pronunciate dal Papa, ma vale solo quando egli proclama un nuovo dogma o comunque afferma una dottrina in modo definitivo. I documenti ordinariamente emanati dal Papa, come le encicliche, normalmente non sono coperti dall’infallibilità.”

É forse dogma che i parlamentari italiani debbano ubbidire al volere del Papa, ac perinde cadaver? No certo. Ma alcuni lo credono.

É invece da ritenere che le affermazioni oscurantiste che il papa trancia quotidianamente non possano né debbano essere considerate dai fedeli verità di fede, ma solo private opinioni. A maggior ragione nessun principio della Chiesa puo’ giustificare che esse abbiano valore di diktat verso la libertà di scelta dei parlamentari di un altro Stato.

Se il nostro fosse un paese laico e moderno, le opinioni e gli anatemi del Papa rimarrebbero nella sfera religiosa dei fedeli, che non coincidono affatto con i battezzati (del resto basta vedere le chiese deserte e il crollo delle vocazioni per capire quale sia il livello di osservanza cattolica di questo paese).
Ma siamo un paese maledetto che non si emancipa mai dalle proprie sudditanze peggiori, dove i politici si sono abituati a destreggiarsi tra dipendenze e servitù senza l’orgoglio di essere uomini liberi.

da

hattp://www.masadaweb.org