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Referendum 12-13 giugno - 10 scienziati in sciopero della fame
Publie le lunedì 23 maggio 2005 par Open-Publishing2 commenti
Dieci ricercatori e accademici italiani firmano una lettera aperta
a Ciampi e alle massime autorità dello Stato, i vertici Rai e Mediaset
Scienziati, sciopero della fame
"Manca informazione sui referendum"
ROMA - Uno sciopero della fame, per chiedere iniziative immediate contro la "mancata informazione" sui referendum dei prossimi 12 e 13 giugno. E’ la forma di protesta che adotteranno, dalla mezzanotte di oggi, dieci ricercatori, scienziati e accademici italiani, che hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, al premier Silvio Berlusconi, ai presidenti di Camera e Senato, ai presidenti delle commissioni di Vigilanza Rai e dell’Authority per le telecomunicazioni, Claudio Petruccioli e Corrado Calabrò, al direttore generale della Rai Flavio Cattaneo e al presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Una richiesta di intervento per "restituire ai cittadini italiani" la possibilità di esercitare "il diritto politico".
"Chiediamo - scrivono i professori - che siano immaginate ed immediatamente inverate le misure compensative indispensabili per evitare di accettare a priori che il risultato referendario sia fondato su una gara falsata, antidemocratica". I Radicali si associano all’iniziativa, e Marco Pannella paragona i firmatari della lettera ai dodici professori universitari che si rifiutarono di giurare al regime fascista.
Firmano la lettera Gilberto Corbellini (ordinario di Storia della medicina a Roma), Luigi Montevecchi (medico), Demetrio Neri (Ordinario di Bioetica a Messina, membro del Comitato nazionale per la bioetica), Maurizio Mori (membro del Direttivo della International association of bioethics), Adolfo Allegra (direttore del Centro Andros, Palermo), Anna Pia Ferraretti (ginecologa, componente del Direttivo della Società europea per la riproduzione e la sterilità), Luca Gianaroli (direttore scientifico della Società italiana studi di medicina della riproduzione), Claudio Giorlandino (direttore Centro Artemisia), Marcello Crivellini (professore di organizzazione sanitaria a Milano), Fabrizio Starace (direttore area sociosanitaria ASL Caserta 2, docente di Epidemiologia comportamentale a Napoli).
I professori auspicano - e suggeriscono - che scattino le sanzioni delle autorità di controllo, che ci siano interventi normativi, che il capo dello Stato invii messaggi alle Camere. "Sappiamo che si tratta di una iniziativa anomala - sottolineano due dei firmatari, Gilberto Corbellini e Luigi Montevecchi, nel corso della conferenza stampa presso la sede dei Radicali italiani - anche perché di solito siamo abituati a poter parlare, ma evidentemente l’Italia è il ’malato d’Europa’ non solo per l’economia, ma anche per alcune elementari garanzie democratiche".
"Una mobilitazione di questo tipo dei ricercatori - afferma il segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone - è un evento choc, che speriamo sia sentito come tale, e al quale confidiamo che si risponda nell’immediato". Marco Cappato, segretario dell’associazione ’Luca Coscioni’, smentisce invece che la comunità scientifica sia divisa sul referendum: "Esistono piuttosto dei casi rari di individualità con ottimi rapporti finanziari coi poteri politici che si pronunciano per l’astensione".
Emma Bonino attacca sulla questione del quorum, e spiega che in qualità di presidente del comitato "Donne per il sì" ha chiesto un incontro a Silvio Berlusconi. Per far sì che il referendum sia valido - accusa Bonino - il quorum "è diventato del 53-54 per cento", questo a causa, ad esempio, del fatto che dagli elenchi degli italiani all’estero (tre milioni) non sono stati tolti i "morti e fantasmi" che contribuirono a far fallire il quorum all’ultima consultazione referendaria.
Bonino insiste: non solo le liste non sono state ripulite, ma non viene fatta informazione ("Vorrei sapere che cosa ne sanno del referendum i 140 mila cittadini italiani che stanno in Canada") e in più non potranno votare tutti gli ambasciatori non inseriti nell’Aire e i militari delle varie missioni italiane nel mondo.
Anche per questo Marco Pannella critica i due schieramenti. "Mi auguro - dice - che nell’Unione sappiano che il 95 per cento dei loro militanti è sulle nostre posizioni". Mentre Berlusconi è in qualche modo ’giustificato’ ("La legge 40 l’ha voluta, Gianni Letta l’aveva promessa ai vescovi"), ciò che emerge è che l’unica presa di posizione che ha fatto parlare è quella di Gianfranco Fini. Pannella auspica quindi che venga "qualche tributo dallo schieramento democratico, anche perché farebbe notizia".
(23 maggio 2005) da "Repubblica on line"





Messaggi
1. > Referendum 12-13 giugno - 10 scienziati in sciopero della fame, 23 maggio 2005, 18:03
TESTO DELL’ APPELLO
Roma, 23 maggio 2005
Alla cortese ed urgente attenzione
– del Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi
– del Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi
– del Presidente della Camera
Pierferdinando Casini
– del Presidente del Senato
Marcello Pera
– del Presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai
Claudio Petruccioli
– del Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
Corrado Calabrò
– del Direttore Generale della Rai
Flavio Cattaneo
– del Presidente di Mediaset
Fedele Confalonieri
Roma, 23 maggio 2005
Illustri Autorità, Signore, Signori,
mentre siamo giunti a meno di tre settimane dalla scadenza referendaria del 12-13 giugno prossimi, abbiamo deciso -da scienziati, da ricercatori, da accademici, da cittadini- di rivolgerci a voi per le diverse funzioni di garanzia o di massima responsabilità istituzionale, politica e civile che ciascuno di voi riveste.
Riteniamo che sia in corso, in piena flagranza e con massima gravità, una profonda ferita non tanto dei diritti nostri o di quanti sono più direttamente interessati dagli effetti della Legge 40, ma dei diritti fondamentali di tutti i cittadini italiani.
In particolare, contro ciò che le leggi scritte tassativamente prescrivono e che è ribadito da regolamenti e delibere degli organismi di vigilanza e controllo, è sistematicamente negato il diritto dei cittadini a “conoscere per deliberare”, ad essere correttamente e completamente informati sulla rilevante scadenze elettorale che si approssima.
Quando già amplissima parte della campagna è alle spalle, sulle reti del servizio pubblico, l’informazione delle cosiddette “tribune” è relegata negli anfratti più oscuri dei palinsesti; quella delle cosiddette “trasmissioni di approfondimento” è pressoché nulla; quella dei telegiornali, tranne eccezioni, è irregolare nella quantità e discutibilissima nella sua qualità, assai spesso partigiana, scorretta, faziosa. E’ insomma in pieno corso non solo l’alterazione di una prova democratica, ma la commissione di un preciso reato: quell’attentato ai diritti politici dei cittadini (fattispecie chiaramente individuata dall’articolo 294 del Codice Penale) che può compiersi attraverso l’”inganno” ed è volto ad “impedire l’esercizio di un diritto politico” o a “indurre qualcuno ad esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà”.
Se possibile, appare ancora più patente il comportamento antigiuridico, oltre che civilmente indecente, del maggiore “concorrente privato” della Rai, Mediaset, che nonostante obblighi legislativi altrettanto precisi, e nonostante rassicurazioni e promesse private del presidente Confalonieri, opera per cancellare completamente (lo ripetiamo: per cancellare completamente) la nozione stessa dell’esistenza della prova referendaria.
Per questo, da scienziati, da ricercatori, da accademici, da cittadini, da persone che vogliono continuare ad avere fiducia in coloro a cui sono affidate responsabilità così rilevanti, chiediamo a ciascuno di voi di fare, con tempi adeguati alla gravità della situazione, quanto è necessario e possibile per interrompere questi comportamenti, e restituire ai cittadini italiani quanto è loro sottratto. Chiediamo che siano immaginate ed immediatamente inverate le misure compensative indispensabili per evitare di accettare a priori che il risultato referendario sia fondato su una gara falsata, antidemocratica.
Analogo intervento torniamo a sollecitare su almeno un’altra vicenda, che pure non potrà non interessare le autorità internazionali di monitoraggio elettorale. Ancora una volta, infatti, come già accadde nel 1999 (e si tratterebbe, di nuovo, di un evento inammissibile, in base agli standard di legalità elettorale internazionalmente accettati), saranno conteggiate ai fini del quorum alcune centinaia di migliaia di elettori italiani residenti all’estero, che non potranno in alcun modo esercitare i loro diritti elettorali (perché morti, dispersi, o per altre ragioni), e la cui inclusione tra gli elettori ha il solo obiettivo di rendere ancora più difficile il raggiungimento del quorum, e -con esso- l’efficacia giuridica dell’eventuale decisione abrogativa degli elettori.
Anche in questo caso, ci appelliamo a voi perché, in extremis, si superi la certa illegalità della prova elettorale: è ancora possibile sventare la vera e propria truffa che è in pieno corso ai danni dei cittadini e della legalità teoricamente vigente.
Riteniamo che nulla possa o debba rimanere intentato: interventi sanzionatori e di ripristino da parte delle autorità di controllo, ai fini del risarcimento di quanto è stato finora sottratto ai cittadini; messaggi alle Camere del Capo dello Stato; sedute straordinarie delle Camere; interventi normativi del Parlamento e del Governo. E’ in causa -insistiamo- non l’interesse nostro, o dei promotori del referendum, o dell’una o dell’altra porzione dell’elettorato, ma la concreta possibilità di evitare che legalità scritta e diritti dei cittadini siano ancora ridotti ad un mero flatus vocis, ad una flebile ed inutile emissione di voce, con concorso attivo oppure omissivo delle stesse istituzioni della Repubblica.
Per queste gravi ragioni, opponendo nuova speranza e nuova fiducia ad ogni tentazione di rassegnazione, e sperando di riuscire -così- ad interpellare le vostre coscienze, abbiamo deciso di avviare -dalla prossima mezzanotte- uno sciopero della fame, in attesa di risposte, atti e fatti concreti. E’ per tanti di noi un atto imprevisto, oltre che una decisione che ben difficilmente avremmo assunto, se non ci fossimo trovati dinanzi ad una realtà che ci appare gravissima, non ulteriormente tollerabile. E -teniamo a sottolinearlo- non lo facciamo per imporre (o anche solo per proporre!) un punto di vista: vi ricorriamo -invece- per aiutare i titolari di massime funzioni istituzionali e civili a far prevalere la lettera e lo spirito della legalità scritta.
Hanno deciso di promuovere con noi questa iniziativa e di partecipare allo sciopero della fame Demetrio Neri (Ordinario di Bioetica all’Università di Messina, membro del Comitato Nazionale per la bioetica), Maurizio Mori (membro del Direttivo della International association of bioethics), Adolfo Allegra (Direttore del Centro Andros, Palermo), Anna Pia Ferraretti (ginecologa, componente del Direttivo della Società Europea per la Riproduzione e la sterilità), Luca Gianaroli (Direttore Scientifico della Società italiana Studi di medicina della Riproduzione), Claudio Giorlandino (Direttore Centro Artemisia), Marcello Crivellini (Professore di organizzazione sanitaria al Politecnico di Milano), Fabrizio Starace (Direttore area sociosanitaria ASL Caserta 2, Docente di Epidemiologia comportamentale Università di Napoli).
Rimaniamo in attesa di riscontri, sperando che siano adeguati -per contenuti e tempestività- a quanto vi sottoponiamo.
A presto, auguri e grazie.
Gilberto Corbellini Luigi Montevecchi
(ordinario di storia della medicina, Università "La Sapienza") (medico, ginecologo)
2. > Referendum 12-13 giugno - 10 scienziati in sciopero della fame, 24 maggio 2005, 15:51
Mediaset “astenuta” sullo sciopero della fame degli scienziati
Roma, 24 maggio 2005
• Dichiarazione di Marco Beltrandi, della Direzione di Radicali Italiani
Ieri, nella sede del Partito Radicale a Roma, dieci scienziati e ricercatori tra i tanti impegnati a favore dei quattro referendum in votazione il 12 e 13 giugno hanno chiesto formalmente l’intervento urgente delle massime autorità di garanzia dello Stato italiano denunciando (e documentando) l’attacco in corso all’istituto referendario, e al diritto dei cittadini a conoscere per deliberare, e annunciando - fatto insolito e storico per degli scienziati - l’inizio di uno sciopero della fame per chiedere alle istituzioni di rispettare le leggi che si sono date.
Se i telegiornali Rai hanno informato correttamente nel complesso sull’iniziativa, particolarmente il Tg1 e il Tg2, il Tg5 ieri delle 13.00, unica testata Mediaset a commentare l’evento nella giornata di ieri, ha però omesso la notizia dell’iniziativa non violenta, cioè la vera e propria notizia.
Nella edizione di ieri delle 20.00 l’argomento referendum non è stato neppure toccato da nessuna delle testate televisive Mediaset.
Così viene in pieno confermato uno dei capitoli che gli stessi scienziati hanno posto a base della loro iniziativa, e cioè il comportamento delle reti e testate Mediaset in questa campagna referendaria, reti e testate che, in materia di informazione, hanno gli stessi obblighi della Rai – tv, in merito a completezza, imparzialità ed obiettività dell’informazione.
Ancora con più forza chiediamo dunque un intervento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.