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Referendum e voto all’estero: contro il rischio di essere cancellate/i!
Publie le sabato 11 giugno 2011 par Open-Publishing1 commento
Noi, dell’estero, che abbiamo votato abbiamo diritto ad essere contati!
Io vivo all’estero e ho lavorato molto qui a Madrid e con tutti i mezzi a mia disposizione, dal blog, alle pagine in facebook, ai miei contatti personali e politici, per fare conoscere il referendum, dare consigli su come far valere il diritto al voto, per essere inserita nelle liste da cui mi avevano, non so per quale motivo, omessa, per ricevere le schede che non mi arrivavano in tempo… e come me lo hanno fatto tante e tanti altri che non possono e non vogliono ora sentirsi dire che non abbiamo il diritto di partecipare alla politica italiana, diritto di tutte le cittadine e i cittadini italiani dovunque si viva.
La conquista del voto all’estero è stata una conquista di civiltà che molte altre persone, in questo momento in cui la mobilità tra paesi è sempre più parte delle nostre esistenze, stanno chiedendo con forza insieme a quella del diritto di cittadinanza attiva nel paese in cui siamo superando questo limbo del “non essere” se non si vive nel paese di origine.
Anche se, per ragioni diverse, pur essendo cittadine e cittadini italiani, viviamo all’estero, l’idea che siamo persone a cui non interessa nulla di quello che succede in Italia o che non ne sappiamo nulla mi indigna con buona pace di politologi come Giovanni Sartori che sul Il fatto quotidiano afferma che ancora deve “capire quale interesse possa avere un italiano che vive in Argentina a votare il referendum sull’acqua in Italia….. e questo gli conferma la convinzione che il sistema del voto all’estero, così come è, è un’enorme assurdità” e propone di toglierci il diritto a votare per i referendum.
Forse è vero quello che lui dice, che “ci sono delle bande più o meno mafiose che si mettono insieme e pilotano quei voti” ma perché non considerare tutta quella parte cosciente che vive all’estero e non nominarla? Io ho vissuto in Gran Bretagna, in Ungheria, in Grecia e ora sono in Spagna e in questo percorso ho conosciuto tante brave persone che partecipano, si impegnano nella politica del paese in cui vivono e partecipano alla politica italiana con manifestazioni e presenze significative in momenti importanti promuovendo dibattiti, manifestazioni, informazione e lotte (la rete Bellaciao in movimento, i collettivi Bellaciao, l’associazione Altra Italia sono solo alcuni esempi) e che non si ritrovano nell’affermazione generica dello stesso Sartori per cui “la quasi totalità di questi italiani all’estero non conosce né segue la politica nazionale né tanto meno le discussioni sui quesiti referendari”.
E che Di Pietro ora voglia chiedere l’annullamento dei nostri voti mi scandalizza ancora di più. Intendiamoci il nostro fine è lo stesso: far vincere i si ai referendum contro il nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il legittimo impedimento e per questo stiamo lavorando! Ma che per questo fine si legittimi qualsiasi mezzo compreso quello di cancellarci mi pare molto grave!
E’ vero hanno cambiato i quesiti ma, a parte il fatto che la sostanza non cambia e che quindi il nostro voto è stato espresso con assoluta chiarezza, sarà colpa nostra se viviamo in un paese in cui si permette di intervenire legislativamente su materie referendarie a pochi giorni dal referendum stesso senza minimamente tenere in conto le conseguenze dei propri atti. Questo si può chiamare governo? E il presidente della repubblica? E tutti gli organi preposti a garantire i diritti delle e dei cittadini?
Interessanti anche le questioni poste dal radicale Staderini: “siamo davvero sicuri che siano stati tutti informati nei loro attuali recapiti della possibilità di votare?, Il plico contenente le schede referendarie non è inviato tramite raccomandata, per cui non v’è certezza sulla sua effettiva ricezione; il voto all’estero avviene con posta ordinaria, per cui chi ha votato non saprà mai se il suo voto è arrivato a destinazione”.
Ma la sua conclusione che quindi non possa essere conteggiato nel quorum dei quattro referendum chi non è stato messo nelle condizioni di esercitare il voto mi pare strumentale.
Perché non si sono fatti prima interventi legislativi per garantire queste condizioni e perché ora a schede votate questi argomenti vengono utilizzati strumentalmente per cancellare 3 milioni di persone?
Sarebbe molto più serio dire che proprio perchè ci comprendete (numericamente e intellettualmente) vi impegnate voi cittadine e cittadini italiani residenti in Italia a partecipare numerosi il 12 e 13 giugno raggiungendo il quorum necessario.
Fateci contare e andate a votare, anche per queste ragioni, perché il nostro è il vostro voto conti cittadine e cittadini che vivete in Italia!
Siamo via perchè non abbiamo alternative o perchè abbiamo visto un’alternativa nell’andare via. Molte e molti di noi sono autoesiliati per condizioni di lavoro, per condizioni politiche, e o anche per vivere liberamente i nostri amori, ma abbiamo in comune una storia, una cultura, una lingua, una terra a cui spesso torniamo e che vogliamo migliore.
Messaggi
1. Referendum e voto all’estero: contro il rischio di essere cancellate/i!, 12 giugno 2011, 11:20, di cordialdo
Concordo perfettamente sulle considerazioni espresse nell’articolo. La responsabilità di quanto strumentalmente accaduto è sicuramente del governo che, a suo piacimento, ha cercato di boicottare i referendum stessi sino alla fine con le variazioni apportate attraverso il decreto omnibus che, a mio avviso, il Presidente della Repubblica ha fatto male a firmare perchè incostituzionale in quanto non ha le caratteristiche previste dalla Costituzione sul carattere di necessità ed urgenza che sirichiede ai decreti e per l’eterogeneita delle materia che comprende. Un vero guazzabuglio indecoroso!
Credo che bisognerà cambiare le modalità dell’espressione del voto per gli Italiani all’estero a mezzo corrispondenza e fare i modo che tutti i cittadini siano avvisati e ricevano le schede a mezzo raccomandata e che le schede votate siano anch’esse inoltrate ad un’autorità garante con doppia busta, quella esterna con l’indirizzo già affrancata o in franchigia, per essere sicuri che il contenuto non possa subire manipolazioni.
Chi ci assicura oggi che le schede votate e regolarmente inoltrate dagli elettori all’estero non possano essere sostituite da altre diverse??? Con questo governo di ladri di legalità, di democrazia e di libertà nessuno può assicurarci di nulla.
Io ho votato e come te ho espresso 4 bei SI’!
Ciao Osvaldo