Home > Referendum: ma davvero è stato detto tutto ?
Negli ultimi giorni a Trieste si sono svolti alcuni incontri per discutere del referendum sull’abrogazione di alcune parti della legge 40.
La cosa è stata molto spontanea, partita su invito e sollecitazione dei ricercatori e delle ricercatrici della SISSA, ha coinvolto attivisti e attiviste di altre realtà cittadine, singoli cittadini e cittadine.
Non casualmente tutti e tutte sono stati un po’ costretti a mettere in gioco le proprie convinzioni e a prendere atto che effettivamente questo referendum tocca temi e scelte davvero personali: una discussione che doveva durare un’oretta per mettere a punto un’iniziativa pubblica si è protratta molto più a lungo. E’ successo così, ad esempio, che in maniera un po’ spiazzante qualcun@ a dichiarato che sarebbe andat@ a votare NO almeno su alcuni quesiti sollecitando un confronto di cui evidentemente c’era bisogno.
Dopo questo lungo confronto si è deciso unanimemente di proporre l’appello che segue che, affermando alcune questioni per niente scontate anche nello schieramento del SI’, invita ad andare a votare senza dare indicazioni per il SI’ o per il NO, e indice un confronto pubblico aperto a tutti e tutte coloro che in ogni caso rifiutano il principio dell’astensione su questo referendum proposto dalle alte gerarchie ecclesiastiche.
L’incontro si terrà
GIOVEDI’ 9 GIUGNO
dalle ore 17:00
in piazza Hortis a Trieste
e avrà la forma dell’happening in piazza con interventi a microfono aperto, musica, performance teatrali sui temi del referendum stesso e quant’altro si avrà voglia di proporre. L’appello qui sotto può essere sottoscritto a questo stesso indirizzo email (carsica@globalproject.info).
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Appello triestino per il referendum
Il dibattito che si sta tenendo sul referendum al momento e’ volutamente confuso e spesso lontano dai temi affrontati nei quesiti. Ci sono alcuni punti fondamentali che sono necessarie premesse per qualunque scelta e che vorremmo ribadire perche’ sono troppo spesso oscurati
1- Il diritto di voto e’ cio’ che distingue il cittadino dal suddito: e’ un mezzo, per quanto imperfetto, con cui donne e uomini possono esercitare la loro sovranita’ sulle loro vite, perche’ con esso si determinano democraticamente le scelte che toccheranno la vita di tutte e tutti. Qualunque sia il voto che esprimeremo individualmente il 12 giugno, non temiamo di vivere in una societa’ viva e vivace, forse non pacificata ma che abbia la coscienza e il coraggio di esprimere delle scelte. Abbiamo invece timore di una societa’ che rinuncia al potere di plasmare la propria vita, per derogarlo ad altre autorita’. Ognuno di noi il 12 giugno andra’ a votare e invitiamo tutti e tutte e fare altrettanto.
2 - Cio’ che si decide nel referendum sono quattro punti ben precisi e solo quelli. Il referendum non riguarda questioni fantascientifiche come la clonazione umana, l’eugenetica, la creazione di chimere. I quesiti del referendum ci chiedono se riteniamo che debbano essere consentiti o proibiti nel nostro paese la fecondazione eterologa e la ricerca su cellule staminali embrionali, nonche’ se la procreazione medicalmente assistita possa essere eseguita anche per far avere figli a portatori di malattie genetiche, e in ogni caso nella piena liberta’ della donna e con le modalita’ che il medico ritiene meno dannose. Di questi punti e’ necessario parlare e su questi deve essere fatta piu’ informazione possibile nei giorni rimasti.
3 - La legge che avremo dopo il referendum, qualunque sia l’esito della consultazione, si applichera’ a donne e uomini concreti con i loro desideri, la loro dignità, la loro capacità di relazione e di libera scelta, ma questo non appare nel dibattito mediatico. Come gia’ nel testo della legge 40 l’embrione risalta, solo, in primo piano, mentre le persone gia’ nate restano sullo sfondo: le donne, in particolare, che questa legge tratta come soggetti contrapposti al nascituro e che vengono colpite nella loro salute e nella loro dignita’dalle norme che limitano a tre il numero di embrioni prodotti, che ne prevedono un unico, obbligato, contestuale impianto, e che, vietando la diagnosi preimpianto, preparano la strada ad una messa in discussione della legge 194.
Sulla base di questo appello, al quale è possibile aderire rispondendo a questa mail, invitiamo tutti e tutte coloro che condividono queste riflessioni a partecipare all’incontro informativo/dibattito che si terra’ in Piazza Hortis giovedi’ 9 giugno alle ore 17:00.
Prima firmataria: Nora Precisa




