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Renata Polverini -La furbetta del palazzo
Publie le mercoledì 27 gennaio 2010 par Open-Publishing3 commenti
26 gennaio 2010
La Polverini ha mentito in un atto pubblico ed evaso 19mila euro nell’acquisto del suo appartamento

L’abolizione della tassa sulla seconda casa è la carta segreta di Renata Polverini. Non se ne trova traccia nel programma, ma il leader dell’Ugl ha già realizzato il sogno di milioni di elettori sorpassando a destra il Cavaliere proprio sul terreno fiscale.
E’ solo un problema di comunicazione. Tutti sanno che il Cavaliere ha abolito l’Ici sulla prima casa, nessuno sa invece che la leader sindacale, senza tanto baccano, ha abolito le tasse di registro sulla seconda casa. Il taglio dell’odiosa aliquota del 10 per cento è avvenuto (caso unico nella storia) prima ancora di diventare presidente e risale addirittura al 2002. Polverini ha preferito non dirlo in giro per la semplice ragione che l’imposta l’ha tagliata solo per sé, mentendo al fisco, mentre gli altri italiani hanno continuato a pagarla fino all’ultimo euro.
Dopo avere consultato i numerosi atti di compravendita del candidato presidente, il Fatto Quotidiano, ha scoperto che Renata Polverini ha mentito in un atto pubblico e ha evaso le imposte per circa 19 mila euro.
Non solo: per risparmiare altri 10 mila euro in un secondo acquisto ha architettato una doppia donazione con la mamma, realizzando un risparmio fiscale che puzza di elusione.
Siamo di fronte al classico esempio di beffa dopo il danno: in entrambi i casi gli appartamenti erano stati acquistati a prezzi di saldo, il primo dall’Inpdap e il secondo dal Vaticano. Per capire l’inghippo bisogna partire dall’inizio. Nel 2001, Renata Polverini compra la casa del portiere di uno stabile in cortina vicino a villa Pamphili. Nel frattempo le capita un affarone.
Già dalla fine degli anni Novanta è inquilina di "Affittopoli". Ha ottenuto dall’Inpdap un grande appartamento al Torrino, vicino all’Eur. La casa è dell’ente previdenziale nel quale l’Ugl e gli altri sindacati sono presenti in consiglio per tutelare le pensioni dei lavoratori e non, come spesso accade, per accaparrarsi le case più belle.
Come da copione quella affittata (chissà in base a quali criteri) dall’ente governato dai sindacati all’allora vicesegretario Ugl finisce in vendita a marzo del 2002 e lei compra per un prezzo stracciato: 148 mila e 583 euro per sette vani e un box. Un terzo del valore attuale, metà del prezzo di mercato dell’epoca.
Polverini però non vuole pagare nemmeno le tasse sulla seconda casa pari al 10 per cento del valore. Così, pochi giorni prima del secondo acquisto dall’Inpdap dona alla mamma la prima casa di Monteverde. L’atto è registrato il 28 marzo. Così, lo stesso giorno, Polverini si può presentare al fisco come una nullatenente per pagare l’aliquota del 3 per cento, risparmiando circa 10 mila euro di tasse. Ovviamente, dopo 5 anni la mamma le restituisce la casa di Monteverde. E quella del Torrino finisce a un altro appartenente alla casta: il segretario confederale della Ugl, Rolando Vicari che dichiara di pagarla 234 mila euro nel 2007.
Se, quando compra dall’Inpdap, Polverini si limita al trucchetto della donazione, quando compra dallo Ior passa del tutto il guado dell’evasione fiscale. Il 17 dicembre del 2002, 9 mesi dopo l’acquisto della casa dell’Eur dall’Inpdap, Renata Polverini non si fa sfuggire un’altra grande occasione. Le offrono un primo piano di ampia metratura a San Saba, vicino all’Aventino a un prezzo imperdibile.
Anche stavolta il venditore non è un privato qualsiasi ma lo Ior, la famigerata banca del Vaticano.
L’avvocato Gabriele Liuzzo, in rappresentanza dello Ior diretto da Angelo Caloia, le cede sei stanze, tre bagni, due box e tre balconi al prezzo ridicolo di 272 mila euro. Stavolta Polverini dovrebbe pagare il 10 per cento di aliquota, ma fa la furba e dichiara al notaio Giancarlo Mazza "di non essere titolare esclusiva di diritti di proprietà di altra casa nel comune di Roma".
Le carte del catasto però la smentiscono: Renata Polverini è stata proprietaria della casa dell’Eur fino all’aprile del 2007. Se la sindacalista non ha corretto con una dichiarazione successiva o un condono la sua posizione, è ancora debitrice verso l’Erario di circa 19 mila euro, cioè la differenza tra il 3 e il 10 per cento di 272 mila euro. Anche se non ha più nulla da temere perché è scaduto il termine per l’accertamento.
E non si può nemmeno dire che l’allora vicesegretario dell’Ugl non avesse dimestichezza con le regole: è stata azionista di una serie di società della galassia Ugl che si occupavano di tasse: da Consulfisco Telematica a Servizi telematici fiscali. Né si può dire che le mancavano i soldi per pagare l’Erario. Meno di due anni dopo era pronta a comprare un altro mega appartamento gemello con i soliti doppi ingressi e tre bagni, nello stesso palazzo di San Saba; il Fatto Quotidiano ha contattato lo staff di Renata Polverini per avere una spiegazione. La candidata ha preferito non replicare.
da il Fatto Quotidiano del 26 gennaio
Messaggi
1. Renata Polverini -La furbetta del palazzo, 27 gennaio 2010, 15:20
Renata Polverini confessa. "forse ho evaso le tasse, ma querelo lo stesso il Fatto"
Renata Polverini, tra mille distinguo, alla fine ammette quello che “Il Fatto Quotidiano” ha scritto ieri: il candidato presidente della Regione Lazio del Pdl è un evasore fiscale. La segretaria dell’Ugl condisce l’ammissione del suo errore, che lei chiama “disguido” con un’incoerente minaccia di querela finalizzata a ridurne l’impatto mediatico negativo. Quello che conta, al di là della formula di rito sul “mandato ai legali” è che nel dicembre del 2002 la candidata a guidare una regione che ha il compito di far pagare le tasse ai suoi cittadini, non ha pagato le imposte dovute su un acquisto di una casa. Nell’atto, che ieri abbiamo pubblicato in fotocopia, Renata Polverini chiede “di avvalersi delle agevolazioni fiscali previste dall’articolo 1 della Tariffa”, cioé l’agevolazione prima casa che abbatte l’aliquota dal 10 al 3 per cento. Per ottenere il risparmio di circa 19 mila euro, dichiara al notaio Giancarlo Mazza: “di non essere titolare esclusiva di diritti di proprietà su un’altra abitazione acquistata con le agevolazioni previste”. Peccato che l’allora vicesegretario dell’Ugl avesse comprato 9 mesi prima un altro appartamento con la medesima agevolazione.
Dopo l’uscita della notizia sul nostro giornale, ieri, nessun politico della maggioranza e nemmeno dell’opposizione ha proferito verbo. Solo il consigliere regionale Enzo Foschi del Pd ha avuto una reazione da paese normale: “Polverini deve dire se è vero quanto riferito da ‘Il Fatto Quotidiano’. Ossia, ha realmente evaso le imposte sulla casa per un ammontare di circa 19 mila euro in merito all’acquisto di un appartamento, dopo aver goduto di prezzi a dir poco agevolati sull’acquisto di immobili che sulla carta valgono molto di piu?’”. Al mattino Renata Polverini è stata in silenzio. Ironia della sorte era impegnata in un convegno sull’emergenza abitativa dove ha dichiarato che la sua ricetta per risolvere il problema è “fare incontrare il pubblico con il privato per dare risposte a chi ha bisogno di casa”. Un incontro certamente redditizio nel suo caso, non c’è dubbio, visti i prezzi spuntati dall’Inpdap e dal Vaticano.
http://www.laltranotizia.net/2010/01/renata-polverini-confessa-forse-ho.html
2. Renata Polverini -La furbetta del palazzo, 27 gennaio 2010, 16:30, di e = mc2
Il candidato, nell’antica Roma, era tale poiché "pulito" e "candido" si vestiva in tunica bianca per presentarsi al voto.
Chissà oggi.
1. Renata Polverini -La furbetta del palazzo, 28 gennaio 2010, 14:43
E NON FINISCE QUI ... C’E’ ANCHE QUESTO ....
Ugl: iscrivine uno per dichiararne dieci
"Iscrivine uno per dichiararne dieci". I numeri taroccati dell’UGL, sindacato di regime
I numeri truccati hanno lanciato l’Ugl nell’Olimpo dei sindacati italiani. Lo rivela Dagospia, che cita le fonti che provano come il sindacato guidato da Renata Polverini avrebbe “pompato” i dati relativi ai propri iscritti: in questo modo l’Ugl ha ottenuto rappresentatività presso enti previdenziali come Inps e Inpdap. I numeri forniti dall’Ugl ai tecnici del ministero del Welfare hanno consentito ad esempio al sindacato di avere 3 posti nel comitato di vigilanza dell’Inpdap. Questo particolare ha fatto scattare il ricorso al Tar della Confsal, che rivendica un numero maggiore di iscritti. Le ricerche condotte dall’Aran, (l’ente che conta il numero di iscritti ai sindacati nella pubblica amministrazione) mettono in luce differenze abissali tra la realtà e quanto viene dichiarato dall’Ugl. Lo scarto maggiore è nel settore della sanità: a fronte di 3.600 iscritti effettivi, ne sono dichiarati 42.124. Il divario rimane enorme tra i dipendenti degli enti locali: 16.400 sono iscritti all’Ugl, il sindacato ne dichiara 54.309. In confronto a questi numeri, sembra quasi irrisoria la differenza che riguarda gli statali: 12.887 comunicati al ministero, 6.000 secondo il rilevamento dell’Aran. Questi numeri hanno consentito al sindacato della Polverini, candidata dal centrodestra alla Regione Lazio, di proclamarsi “organizzazione rappresentativa”, cioè di avere un seguito reale nel Paese. Se il Tar dovesse dare ragione alla Confsal, non si tratterebbe della prima sentenza a certificare il “gioco di numeri” da parte dell’Ugl: nel 2006 infatti il tribunale amministrativo regionale scrisse che il sindacato «non aveva fornito i dati aggiornati» relativi ai propri iscritti. Dunque, in base a questa carenza di dati, bisognava sospendere «l’ascrivibilità dell’Ugl alle associazioni sindacali maggiormente rappresentative». La stessa Polverini, intervistata da “Libero”, si è rifiutata di commentare i numeri diffusi da Report sulle disuguaglianze numeriche relative agli iscritti all’Ugl: «Non voglio che il sindacato sia coinvolto nella mia campagna elettorale, anche perché dovrei dire cose che non posso rivelare, nell’interesse dei lavoratori italiani».
Da InformationGuerrilla - Lancio del 15 Gennaio 2010