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Repressione e narcotraffico

Publie le giovedì 9 agosto 2007 par Open-Publishing

Lo scandalo di don Gelmini ripropone il problema del narcotraffico.

Esso suscita grandi perplessita’ per il modo con cui e’ stato gestito dai Governi e per i legami dei politici con la criminalita’ organizzata, legami che, sin dai tempi del primo Andreotti, non hanno mai ricevuto un’attenzione serie e degna di un paese civile e su cui il comportamento della sinistra ha troppo spesso glissato.

Purtroppo non sempre cio’ che appare come repressione ha lo scopo di reprimere.

La storia delle repressioni nel mondo (vedi proibizionismo degli alcolici in USA) ci dice che spesso vietare qualcosa e’ stato il modo migliore per incentivarla.

In Italia lo Stato non sembra curarsi molto dei tossici, i quali non sono mai voce di alcuna Finanziaria, salvo passarli in modo spiccio al metadone nei SERT, la’ dove ci sono.
Nel 2005 si sono rivolte ai SERT 180.000 persone, ma il numero di tossici in Italia era enormemente superiore.

Il Sert interviene con scarsi mezzi, quando il danno ormai e’ fatto.

Non esiste attualmente mezzo di prevenzione nelle scuole, nella societa’, nei luoghi di contatto sociale, nei media, mentre aumentano i casi vistosi di scandali collegati ai potenti, consumatori abituali di cocaina o eroina o addirittura spacciatori o amici di spacciatori, senza che i cittadini vedano agitarsi ne’ una questione morale ne’ una questione sanitaria, ne’ una questione politica, e senza che venisse mai preso alcun provvedimento di espulsione dal Parlamento o dai luoghi di rappresentanza del potere economico di chi dovrebbe essere di esempio e guida, Lapo come Cicchitto, Mele come Dell’Utri.

Sul fronte della prevenzione e della cura, lo Stato ha mostrato finora solo pesanti lacune e la legge voluta da Berlusconi ha addirittura infranto la distinzione tra droghe pesanti e leggere inducendo nei giovani la convinzione di una loro sostanziale identita’.
La politica, in luogo di informare e prevenire, ha solo creato maggiore ignoranza e confusione.

I SERT, d’altra parte, presentano spesso situazioni di totale abbandono: strutture fatiscenti, scarsi fondi disponibili, impossibilita’ di creare percorsi validi nelle carceri, scarsa attenzione alla situazione sociale e psicologica del paziente, a volte disinformazione e impreparazione degli addetti sanitari, mancanza di informazione e prevenzione nelle scuole.

Di fronte a una scarsa attenzione del Governo che destina troppi miliardi a politiche di morte (vedi i 35 miliardi spesi in armi) e pochi fondi alla salute, assistiamo a un aumento incontrollato della vendita di droga, a un rafforzamento delle cosche, a una commistione crescente tra gruppi criminali e politica, e, se una politica si deve valutare dai risultati, risulta chiaro che la politica falsamente proibizionista della Cdl ha costituito, invece, un incentivo e un aiuto molto gradito alle cosche criminali.

La mafia tende ormai a un mercato sempre piu’ ampio, tanto che ha ridotto i prezzi di certe sostanze come la cocaina, che viene immessa sul mercato anche a 10 euro a dose (contro gli 80-90 precedenti), per allargarsi a un pubblico piu’ vasto e rendere schiavi anche i ragazzi piu’ giovani, mentre l’eroina (molto piu’ pericolosa e costosa) ha un picco di vendite nella fascia di eta’ tra i 40 e i 50 anni e solo in certe fasce facoltose.

Le droghe si sono poi moltiplicate per genere, e si va dalla pasticca di estasi o crack che permette qualche estasi da discoteca alle pillole eccitanti per godersi meglio uno stupro.

Inutile ricordare quanti delitti dipendono da comportamenti in stato di eccitazione o da operazioni rivolte a trovare il denaro necessario per la dipendenza. Oggi si parla delle morti sulle strade, ma gran parte di queste sono dovute ai comportamenti folli di autisti in stato alterato di coscienza.

Si e’ aggravata anche la situazione delle poliassunzione, mix contemporanei di droga, alcool o sostanza da doping..

Le sostanze eccitanti sono molte ma demonizzare solo la droga uniformando tutte le droghe e’ alquanto falsificante, dal momento che lo sballo e’ ricercato con molti mezzi, dall’alcool alla colla. Sono i media stessi che hanno indotto la ricerca della sensazione forte, raggiunta in molti modi. E’ la stessa presentazione di eccessi che i media fanno ossessivamente a spingere perfino i bambini a cercare felicita’ impossibili.

Nel contrasto tra la possibilita’ di realizzare se stessi e il paradiso artificiale raggiungibile rapidamente, vince il secondo.

Cosi’ giovani e giovanissimi stanno aumentando l’uso di alcolici da sballo. In Spagna ci sono raduni di massa, con migliaia di ragazzi sballano scientificamente con l’uso dell’alcol e si ha un forte aumento di coma etilici fra i minorenni, ragazzi di dodici o tredici anni.

Parlare di allarme della salute pubblica, anche nel caso di droghe leggere, e con una classe politica che fa sfacciatamente e impunemente uso di sostanze pesanti sembra troppo spesso o una gigantesca ipocrisia o un’operazione interessata.

Una cosa che lascia irritati e’ anche il modo con cui le forze dell’ordine vengono usate. Spesso si ha l’impressione che i Governi le sguinzaglino sul piccolo spacciatore o, come voleva la legge di Berlusconi, sul consumatore (il ragazzo che fuma lo spinello), lasciando indisturbate le grandi catene di narcotraffico.

Prima dell’indulto, la legge Fini-Giovanardi aveva messo in carcere 30.000 consumatori o piccoli spacciatori ma non aveva catturato nessun grande boss e tutto cio’ e’ sospetto. La cattura di Provenzano avviene, con un tempismo che a noi resta oscuro, il giorno dopo la sconfitta di Berlusconi.

Il fatto che grandi boss come Riina o Provenzano siano rimasti in liberta’ indisturbati, senza che si muovessero dalle loro dimore e senza che si nascondessero piu’ di tanto, lascia allibiti. Il fatto che anche oggi i boss che hanno preso il loro posto restino intoccabili ci fa mal pensare.

Nel tempo, i fondi per le forze dell’ordine sono stati progressivamente svuotati, gli interventi in Iraq a Afghanistan hanno distratto troppe unita’ dalla vigilanza sul territorio, si sono destinate a guerre incomprensibili troppe risorse, mentre la criminalita’ interna si e’ allargata quasi indisturbata e ora accogliera’ anche una parte di ritorno della mafia americana, si sono fatte leggi da cui la criminalita’ traeva solo vantaggi, si e’ finito con eliminare il carcere de facto, si e’ permesso che la mafia entrasse direttamente in politica o dominassero prestanome, e partiti e Chiesa hanno deviato l’attenzione pubblica dai problemi piu’ gravi del paese (e il narcotraffico lo e’, insieme alla finanza corrotta) sventolando campagne eclatanti ma di scarsa incidenza sociale, come il referendum sulla fecondazione assistita o le unioni tra gay.

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da Masada 514: Stinchi di santi: don Gelmini e in narcotraffico

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