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Rewind: tutti fuori dal carcere! Crolla il Teorema Sparagna-Caselli
Publie le sabato 18 luglio 2009 par Open-Publishing2 commenti
ULTIMA ORA: buone notizie giungono in questa mattinata per l’Onda anomala. La notizia più bella e importante è che nessuno resta in carcere! Il dato politico fondamentale è che crolla miseramente come una farsa il teorema del pm Sparagna che voleva a tutti i costi dimostrare l’esistenza di una regia occulta dirigente gli scontri del 19 maggio.

Restano significative restrizioni della libertà per alcuni dei compagni coinvolti: 2 ai domiciliari, 5 con l’obbligo di dimora nel comune di residenza, molti con l’obbligo di firma, alcuni senza più alcuna misura restrittiva. Ovviamente continueremo a batterci per la libberazione totale di tutt* ma nel complesso la sentenza del riesame di queasta mattina è una vittoria incontestabile dell’Onda Anomala.
Una vittoria di tutti quelli e quelle che hanno manifestato quasi quotidianamente in queste 2 settimane, un meito di tutte le Onde locali, dei compagni e delle compagne che hanno sostenuto questa battaglia di libertà, degli avvocati della difesa che hanno smontato, pezzo per pezzo, il teromea del Pm Sparagna.
1000 altre volte! 1000 altre Onde!
http://www.infoaut.org/articolo/rewind-tutti-fuori-dal-carcere-crolla-il-teorema-sparagna
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1. Rewind: tutti fuori dal carcere! Crolla il Teorema Sparagna-Caselli, 18 luglio 2009, 15:56
Liberi di sognare ancora - editoriale di Uniriot
Le questioni dell’autunno all’origine degli arresti (falliti) di Torino.
Tutti fuori dal carcere tra domiciliari e obbligo di firma. Due studenti torinesi agli arresti domiciliari, tutti gli altri con obbligo di firma o di dimora. Quel che conta è che tutte e tutti sono fuori dal carcere! Una vittoria importante e non scontata. Operazione gestita in grande, dal magistrato pop dell’antimafia, collaboratore di Micromega e riferimento assoluto della sinistra tutta forca e giustizia. Caselli non è un pesce piccolo, anzi, è una figura che parla a tanti, anche agli studenti che nella crisi della rappresentanza eleggono Travaglio e il suo stile a misura rancorosa del mondo da costruire.
E poi la requisitoria del Pm Sparagna davvero non aveva pietà dell’intelligenza. Nessuna prova concreta, solo un discorso denso di morale e pieno di fantasmi, i soliti, quelli degli anni ’70, quelli che non smettono mai di assillare la testa di chi il Pci e il suo odio per i movimenti non sa dimenticarlo.
Ma l’Onda non ha avuto paura e non si è fatta mettere all’angolo. Immediata la risposta, dopo gli arresti, con decine di occupazioni, di rettorati, di facoltà. E poi cortei notturni, presidi, una raccolta di firme, tra docenti (nazionali e internazionali) e intellettuali, senza pari. Una sfida complessa che l’Onda ha percorso senza divisioni, consapevole che la posta in gioco non era e non è costituita dal presente, ma dal futuro, dall’autunno che ci attende.
A spiegarci questa cosa sono arrivate puntuali le parole di Giavazzi sul Corriere della Sera, seguite da quelle della Gelmini e di Tremonti. Non ci sono vie d’uscita, se l’università pubblica vuole sopravvivere ai tagli del Fondo di finanziamento ordinario che saranno attivi a partire dal prossimo anno è necessario aumentare vertiginosamente le rette e semmai garantire qualche prestito d’onore (ovvero costringere all’indebitamento) agli studenti poveri ma meritevoli. La dismissione dell’università pubblica deve essere totale. Se il Corriere chiama il governo risponde, e l’attesa è stata davvero breve. Gelmini e Tremonti, durante la presentazione del Dpef, anticipano la riforma, tenuta nel cassetto per troppi mesi, causa le resistenze dell’Onda. Ricordate?
Dopo l’approvazione della riforma della scuola doveva, implacabile, essere presentata la riforma dell’università, ma di fronte ad un milione di studenti in piazza (30 ottobre del 2008) la Gelmini e il suo parrucchiere di fiducia hanno pensato di attendere un pochino. Ma ormai è estate e se le cose non cambiano decine di università sono destinate alla chiusura. Era evidente fin dall’inizio, infatti, che una trasformazione degli assetti finanziari avrebbe determinato anche una trasformazione complessiva dell’università e della sua governance. Solo gli stupidi o gli opportunisti non la pensavano e non la pensano così.
In una parola, l’autunno dell’università potrebbe essere di nuovo caldo e questo lo sanno in molti. Università calda in un autunno forse bollente, data la crisi e il suo peggioramento imminente. Non è un segreto il fatto che la cassa integrazione sta per terminare e che molte piccole e medie imprese rischiano di non aprire a settembre. Così come per i precari potrebbe prospettarsi l’inizio di una lunga disoccupazione, senza ammortizzatori sociali e welfare, of course. E ancora la durezza del credito e la riforma delle pensioni, gli affitti e il costo della vita, la Fiat.
Cosa spaventa Giavazzi? Cosa terrorizza Caselli? Che le lotte universitarie riprendano, che queste lotte si generalizzino, che ogni ipotesi di unità nazionale sulle riforme (basta ascoltare tutti i giorni Napolitano per avere un quadro chiaro della situazione) venga fatta saltare dai movimenti.
Bene, la loro ipotesi per il momento non è passata. L’Onda non è stata isolata, né tanto meno divisa. Ora si tratta di ripartire dalla cose vere, dal fatto che non vogliamo pagare la crisi e che non siamo disposti ad indebitarci per andare all’università. In Germania non ci sono tasse universitarie, in Francia la tassa è uguale per tutti ed è di 360 euro l’anno.
Dell’Inghilterra di Blair e di Brown ci interessa poco, gli Usa di Obama sembra (ma è davvero così?) stiano facendo marcia indietro. Non un euro di più per andare all’università! Da ora si riparte, verso la grande mareggiata!
di Francesco Raparelli
18 Luglio 2009
www.uniriot.org
1. Rewind: tutti fuori dal carcere! Crolla il Teorema Sparagna-Caselli, 19 luglio 2009, 23:31
Napoli: Onda libera tutti - 99 Posse in concerto, oltre 10.000 persone inondano Piazza del Gesù
Siamo sicuri che Napoli non dimenticherà facilmente la notte del 18 luglio. Una piazza del Gesù al limite della sopportazione, si muoveva come una sola grande mareggiata facendo oscillare quei 10 mila e più corpi ,secondo qualcuno i vicoli intorno alla piazza erano strapieni, noi dal palco a male pena riuscivamo a vedere la fine della marea!
L’onda e i movimenti ancora una volta hanno saputo dare prova della loro forza, insieme a tanti artisti che quella sera hanno deciso di schierarsi dalla parte di chi lotta contro la repressione , con il grande contributo di un gruppo musicale (o come preferiscono definirsi loro, un collettivo politico) che parte integrante del dna dei movimenti di questa città. Chi pensava di poter spaventarci in questi giorni è rimasto davvero molto deluso, cortei, occupazioni, presidi hanno riempito le piazza e le strade di tantissime città italiane.
La folle notte di Napoli è stata solo l’ultima pagina di 15 giorni di grande intensità dal movimento in tutto il paese. Avevamo pensato a questo concerto come a una iniziativa politica per portare la nostra solidarietà ai compagni e a alle compagne richiusi nelle carceri, ma fortunatamente non siamo riusciti a evitare che tutto diventasse palcoscenico di una grande festa, la gioia per la notizia della liberazione dei 16 compagni che ancora erano in stato di detenzione dal 6 luglio scorso, ha invaso tutta la piazza mischiandosi alla consapevolezza di stare li ad assistere a qualcosa che sicuramente rimarrà nella storia della nostra città.
Onda Anomala Napoli
http://www.uniriot.org/uniriotII/index.php?option=com_content&view=article&id=797:99-posse-oltre-10000-persone-inondano-piazza-del-gesu&catid=90:incontri&Itemid=285