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Rifondazione: Ferrando non esprime le posizioni del partito

Publie le martedì 14 febbraio 2006 par Open-Publishing

di red

I vertici di Rifondazione comunista prendono le distanze da quello che Marco Ferrando ha detto in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. Gennaro Migliore, responsabile esteri del Prc, precisa che «le posizioni di Marco Ferrando» su Iraq e Israele, «non esprimono neppure lontanamente quelle di Rifondazione comunista». «Una cosa - precisa Migliore - è il diritto al dissenso, cosa ben diversa è esprimere e sostenere pensieri incompatibili con l’appartenenza a questo partito».

Ferrando aveva, nel corso dell’intervista, sostenuto la differenza sostanziale tra resistenza popolare nei confronti di un’occupazione militare e terrorismo nei confronti dei civili. E aveva introdotto la prima all’interno di “di un diritto sacrosanto all’autodeterminazione” dei popoli. In virtù di tale principio aveva, dunque, legittimato l’aggressione militare nei confronti dei soldati italiani a Nassirya. Mentre per quanto riguarda lo Stato di Israele, pur difendendo “il diritto degli ebrei all’autodeterminazione” aveva affermato :«Questo però non toglie che Israele sia uno Stato artificiale. E le mie critiche sono alla sua forma profondamente confessionale, al primato aggressivo del suo apparato militare, al fattore propulsivo del suo espansionismo, alla negazione dei diritti di ritorno e perfino di voto della maggioranza araba».

Migliore ribadisce la condanna del Prc per la guerra e il «cordoglio» per i morti italiani di Nassiriya, sostenendo che «tutte le vittime» in Iraq sono dovute alla «macchina mortale messa in campo dalle forze di aggressione anglo-americane, delle quali la stessa Italia è parte fondamentale». Ma, ricorda anche Migliore, «abbiamo già polemizzato pubblicamente contro chi additava le vittime di Nassirya come responsabili della guerra stessa», come «un sindaco del Pdci - ricorda Migliore - che voleva cancellare da una piazza l’ intitolazione ai caduti di Nassirya». «Inoltre, abbiamo sempre condannato il terrorismo - prosegue il dirigente del Prc - come pratica incompatibile con le aspirazioni di libertà dei popoli, che ovviamente a norma del diritto internazionale possono resistere all’occupazione militare».

Migliore prende le distanze anche dalle posizioni di Ferrando su Israele (che «è uno stato legittimo, frutto, come tutti gli stati, di processi storici») e ribadisce che il partito è per il riconoscimento di uno Stato palestinese «secondo il principio “due popoli due Stati”, accompagnato da pace e dialogo». «Infatti - sottolinea Migliore - il Prc non aderisce a manifestazioni che non chiariscano fino in fondo posizioni che tengano conto di questo punto, accompagnato da una condanna netta al terrorismo». Per questo, Migliore annuncia che Rifondazione «non parteciperà alla manifestazione organizzata nei prossimi giorni (18 febbraio a Roma a sostegno della Palestina) da alcune associazioni, e alla quale aderisce invece il Pdci, proprio perchè ha una piattaforma insufficiente su questo versante». Eventuali adesioni di esponenti del Prc, saranno «a titolo personale». «Le nostre parole sulla pace in Medio Oriente - precisa infine Migliore - sono le stesse del nostro candidato palestinese Alì Rashid che parla di dialogo, rispetto, non violenza. Le nostre parole contro la guerra sono le stesse del movimento pacifista mondiale che parla di ritiro immediato delle truppe».

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