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Rifondazione: "Questo partito non è un contenitore da travasare altrove"

Publie le martedì 22 aprile 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: "Questo partito non è un contenitore da travasare altrove"

«Qualsiasi rilancio della sinistra non può non passare per Rifondazione: questo partito non è un contenitore da travasare in un altro soggetto». Parla Maria Campese, 49 anni di Barletta (Bari), laureata in ingegneria, insegnante, ex di Lotta Continua, dal 1996 iscritta al Prc, firmataria della mozione "Essere Comunisti". E’ una dei membri del comitato di gestione che dovrà traghettare il partito fino al congresso di luglio. Uno dei volti "nuovi" del partito chiamati a un compito delicato e fondamentale.

L’abbiamo sentita il giorno dopo il Comitato Politico Nazionale che ha sancito la nascita di una alleanza tra parte della maggioranza uscita dall’ultimo congresso di Venezia e una parte dell’allora minoranza.

Voi di Essere Comunisti vi siete alleati con Ferrero al comitato politico nazionale. Siete soddisfatti del compromesso raggiunto con l’ex maggioranza Giordano-Bertinotti?

La scelta di costituire un comitato di gestione è una soluzione che è servita a fare un minimo di chiarezza fino al congresso. Il comitato racchiude in sè tutte le sensibilità del partito, è una garanzia per un dibattito più libero e non per steccati.

Ferrero non dà per scontato da ora che al congresso sarete ancora alleati. Come replicate?

La discussione non è stata ancora affrontata. Quando inizierà il confronto si vedrà se ci sono convergenze o se invece si determineranno strade più articolate. Ognuno si presenta con la sua linea, saranno gli iscritti a decidere, fare previsioni adesso è prematuro.

Quella appena passata è stata una settimana rovente, dopo il tracollo elettorale. Come l’hai vissuta? Errori che si potevano evitare?

Parlo della mia esperienza in campagna elettorale, ho notato il malessere del nostro elettorato, la propaganda sul voto utile che ci ha schiacciato. Devo dire che negli ultimi giorni di campagna hanno influito negativamente certe esternazioni di Bertinotti.

Tipo?

Quella sul comunismo come tendenza culturale. Non è stato un bene premere l’acceleratore su una cosiddetta "scelta irreversibile" senza una discussione degli organismi dirigenti. Se vogliamo rilanciare Rifondazione, dobbiamo partire dal non stancarci di discutere tra di noi e cercare invece una sintesi, evitando decisioni verticistiche che vengono vissute male dal corpo del partito. Bertinotti avrebbe dovuto usare un po’ più di accortezza in certe esternazioni che non hanno aiutato a dare slancio.

Parlando invece della società fuori dal partito, lo scollamento è vertiginoso. Un’idea per recuperare?

L’argomento l’abbiamo affrontato già dopo le amministrative dell’anno scorso, quando Rifondazione ha perso il due per cento. Fu un forte campanello d’allarme, tanto che si convocò la conferenza di organizzazione di Carrara, agli inizi di aprile. L’intento era di mettere a nudo le pecche per un rilancio e per costruire percorsi unitari. I segretari delle federazioni del nord denunciarono la questione settentrionale, io personalmente sottolineai la questione meridionale che è antica ma resta attuale. Ad ogni modo Carrara servì a mettere a nudo i nostri difetti, ma tutto restò sulla carta: non è stato fatto alcun lavoro per recuperare insediamento sociale.

E ora?

Dobbiamo avere l’umiltà di affermare che nessuno ha in tasca la ricetta salvifica. Bisogna cimentarsi nella società e tornare a studiare, tutti e tutte, in modo da trovare soluzioni migliori per rilanciare un progetto di alternativa di società.

a.mau.

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