Home > Rifondazione a pezzi nel Bresciano
Un vero e proprio terremoto politico ha colpito la segreteria provinciale di Brescia di Rifondazione Comunista. Nel Bresciano, si sapeva, erano molti a non vedere di buon occhio la nascita della Sinistra Arcobaleno, nuova realtà politica che ha fuso in un unico soggetto la sinistra Ds, Comunisti Italiani, Verdi e la stessa Rifondazione.
Contrarissimo a questa iniziativa si è dimostrato il coordinamento dei Giovani Comunisti, che con un comunicato stampa ha annunciato il proprio scioglimento. "La costituzione ufficiale della cosa rossa avvenuta a Roma nei giorni scorsi (8-9 Dicembre), sancisce di fatto il superamento del Prc e la fine del percorso della Rifondazione Comunista. Questa svolta moderata", si legge in un comunicato, "non ci vede rappresentati né nella sostanza né nella forma.
Riteniamo infatti grave l’atteggiamento della classe dirigente del partito che di fronte ad un cambiamento di questa portata ha evitato il confronto con la base del partito rinviando il congresso, che si sarebbe dovuto tenere nei primi mesi del 2008, garantendosi così tutto il tempo necessario per ultimare il proprio progetto politico, deciso e concretizzato autoritariamente".
Proprio per questo, spiega la nota, "il coordinamento provinciale dei Giovani Comunisti di Brescia ha deciso di sciogliersi, costituendosi in un collettivo esterno, per continuare la politica che abbiamo sempre sostenuto e cercato di costruire: quella comunista e anticapitalista che ora non ha più spazio nel Partito della Rifondazione Comunista, né potrà averne ne "la sinistra-l’arcobaleno".
Quindi i giovani se ne vanno, ma non sono gli unici. Anche il gruppo Sinistra Critica, che a Brescia conta il 20% degli iscritti al Prc, ha deciso di lasciare. "E’ con rammarico che compiamo questo passo. Il rammarico di chi ha costruito fin dagli inizi questo partito investendo le proprie energie e la propria passione militante in un progetto allora ambizioso: la rifondazione comunista.
Questo progetto non esiste più, il patto originario che ci aveva tenuto insieme è stato spezzato e il Prc non solo ha alle spalle un’esperienza di governo fallimentare, che ne ha snaturato il senso e il ruolo, ma si appresta a una capriola politica in direzione di una nuova soggettività, la Sinistra - l’Arcobaleno, che chiude un ciclo politico e manda a casa migliaia di iscritti".
Anche in questo caso la linea politica non convince per nulla: "La “nuova cosa” Arcobaleno, si appresta a nascere dentro un orizzonte timidamente riformista, di stampo governativo e con un azzeramento di quel patrimonio non negoziabile rappresentato dal conflitto sociale e dalla costruzione dei movimenti che ha caratterizzato il Prc. Si appresta a nascere, cioè, affossando la Rifondazione Comunista.
E fatto ancora più grave, questa scelta non viene sottoposta ad una verifica seria da parte degli iscritti, dentro il dibattito congressuale. Si sceglie invece la strada di una generica “consultazione" Questa è la conseguenza del “colpo di mano” rappresentato dal rinvio del congresso alla fine del prossimo anno, quando ormai scelte e decisioni saranno irrevocabili - e comporteranno la scomparsa del progetto di Rifondazione e di fatto del partito".