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Rifondazione, è già congresso.Molto vivace

Publie le giovedì 17 aprile 2008 par Open-Publishing

Rifondazione, è già congresso.Molto vivace

di Alessandro Cardulli

La direzione di Rifondazione è stata sconvocata. Prevista per venerdì, prima della riunione del Comitato politico nazionale, praticamente è stata ritenuta un inutile passaggio visto che la segreteria si presenterà dimissionaria, “assumendosi tutte le responsabilità – come dice Walter De Cesaris che ne è il coordinatore - della situazione creata dall’esito negativo del voto”.

Il mandato viene rimesso nelle mani del Comitato politico nazionale con la proposta di immediata convocazione del Congresso straordinario (entro luglio) con la presentazione dei documenti sui quali si svilupperà il dibattito nella prima settimana di maggio o giù di lì.

Su questo percorso non ci dovrebbero essere problemi. Franco Giordano richiama tutto il gruppo dirigente “ ad affrontare il percorso congressuale con il massimo senso di responsabilità.” Il segretario di Rifondazione sottolinea che “ nell’affrontare la cause della sconfitta occorre la massima trasparenza evitando il gioco dello scarico di responsabilità su questo o quello. Fondamentale non rendere caricaturali le diverse posizioni ma misurarsi con un limpido dibattito politico”. Di fatto il congresso è già aperto. In particolare la sollecitazione a dare la parola agli iscritti era venuta anche da esponenti della maggioranza come il ministro Paolo Ferrero, Giovanni Russo Spena, Ramon Mantovani, altri esponenti della segreteria nazionale molto critici nei confronti della linea seguita dal partito nel corso della campagna elettorale. In particolare l’accelerazione data da Sinistra Arcobaleno con la prospettiva del “superamento” di Rifondazione per costruire un nuovo soggetto della sinistra, ha aperto nel partito una fase di forti polemiche e di duro scontro.

Dice Ramon Mantovani. che già in un precedente comitato politico nazionale si era espresso in modo negativo rispetto alla lista di Sinistra Arcobaleno, che non si può “ proporre di andare oltre il partito”, il riferimento è a Bertinotti ed altri esponenti di primo piano, senza che gli iscritti siano chiamati a decidere”. Il primo nodo riguarda proprio il processo unitario a sinistra. Nessuno, almeno pubblicamente, lo mette in discussione, “ma non si può aprire addirittura una fase costituente - sottolinea Mantovano - come è stato detto senza che alcun organismo l’abbia deciso”.

Mantovano è molto duro nelle espressioni che usa. “ Neppure in una bocciofila – afferma - ci si comporta così come è avvenuto per la formazione della lista e ciò ancor più non può avvenire quando si deve decidere se, addirittura, si scioglie questo partito. I padroni del partito sono decine di migliaia di militanti e il congresso è il solo “ padrone “ che può decidere.”

Par di capire che si tratta di una vera e propria “sospensiva “del percorso da fare insieme a Pdci, Verdi, Sinistra democratica, associazioni, movimenti. Intanto ci sono dati oggettivi: il Pdci sembra intenzionato a muoversi per proprio conto, parte dei Verdi è propensa ad aprire un rapporto con il Pd anche se esponenti come Loredana De Petris, Paolo Cento, Grazia Francescato ringraziano il partito di Veltroni per le “offerte, ma ricordano che i Verdi non sono in vendita.

Più disponibilità per costruire il “ soggetto unitario” viene da Sinistra democratica, pur ponendosi il problema di “contatti” con il Pd. Per quanto riguarda movimenti e associazioni, proprio sabato, si riuniranno per iniziativa di Paul Ginsborg i cosidetti “ autoconvocati” dell’assemblea tenuta a dicembre alla Fiera di Roma. Di una “ sospensione” del dibattito sul futuro di Sinistra Arcobaleno parla anche De Cesaris. “ E’ naturale, – sostiene - che aprendo una fase congressuale, per di più straordinaria, per quanto riguarda la linea politica del partito e i gruppi dirigenti, siano gli iscritti a doversi pronunciare. I tempi del resto sono strettissimi. Ciò non vuol dire - prosegue. - che in questo periodo si fermeranno le lancette degli orologi. Ci sono tanti problemi da affrontare, tante iniziative da prendere, ci troveremo di fronte ad un governo come quello che annuncia Berlusconi, ci sono da vincere le elezioni amministrative a partire dal Comune e dalla Provincia di Roma: Il dibattito congressuale è già una forma di ripresa di rapporto, di mobilitazione, dei nostri iscritti”.

Allora dove stanno i problemi, i contrasti anche aspri non solo con le minoranze del partito? E’ ancora Ramon Mantovani che mette il dito nella piaga: la gestione del congresso e del partito in questo periodo non può essere appannaggio della attuale segreteria che è, appunto, dimissionaria.

“Nessuna resa dei conti – afferma - ma un dibattito sereno, approfondito che deve essere gestito unitariamente. Dimissioni della segreteria significano anche dimissioni dagli incarichi attuali con l’affidamento di questa fase della vita del partito, una fase di transizione, ad un organismo unitario.
Già il fatto che la discussione nel Comitato politico inizia a tarda ora del pomeriggio perché a Firenze c’è un incontro con le associazioni, con tutto il rispetto che ho per queste, mi sembra perlomeno stravagante”.

Sul tema De Cesaris avanza tre ipotesi: la fase congressuale la gestisce l’attuale segreteria, oppure una segreteria allargata ai presentatori delle mozioni, infine una sorta di comitato, ufficio di coordinamento. Mantovani ribadisce che se non viene direttamente una proposta di gestione unitaria “ci sarà una maggioranza del Comitato politico che la deciderà. E di questo – conclude - sono sicuro”. Lo scriviamo? “Scriva pure”.