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Rifondazione: tesseramento, la polemica è di casa a Brescia...

Publie le giovedì 3 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: la polemica è di casa

(red.) Sono sempre più pesanti anche a Brescia i contraccolpi della violenta polemica e dello scontro interno a Rifondazione Comunista in vista della prima serie di congressi locali dopo la pesante sconfitta elettorale subìta dalla coalizione della Sinistra alle ultime politiche.

Al centro del botta e risposta, la campagna di tesseramento che anche nella nostra provincia si sta rivelando particolarmente infuocata. La componente dei fedelissimi di Fausto Bertinotti, che appoggia Nichi Vendola, viene accusata dagli avversari che fanno capo a Paolo Ferrero (e nel comitato politico provinciale di Brescia sono maggioranza) di spingere in modo particolarmente aggressivo sul tesseramento, per precostituirsi una buona fetta dei delegati per il congresso.

Agli uomini di Ferrero, d’altro canto, nei circoli in cui sono maggioranza viene imputato di effettuare ai nuovi iscritti una sorta di test d’ingresso, un "esame del sangue" che respinge molte candidature a loro sgradite, grazie all’applicazione troppo rigida dell’articolo 2 dello statuto.

Il congresso nazionale è in agenda per fine luglio con cinque mozioni a confrontarsi, ma la guerra delle correnti - che ricorda altri tempi e altri partiti - avvelena il clima interno a tutti i circoli di zona, già devastati dalla batosta elettorale. A Brescia è nel mirino il consigliere regionale Osvaldo Squassina, bertinottiano, pesantemente accusato dagli avversari di muovere tessere di iscritti utilizzando la Fiom-Cgil, il sindacato dei metalmeccanici del quale è stato leader provinciale.

La tensione è talmente forte che Squassina ha deciso di contestare pubblicamente la commissione provinciale di Brescia per il congresso, presieduta da Patrizia Trivella.

Nel verbale di una riunione di martedì 1° luglio la commissione definisce "comportamento anomalo rispetto a quanto prevede lo statuto, che al compagno Walter Longhi, responsabile del circolo delle fabbriche, sia stata consegnata dal consigliere regionale Osvaldo Squassina la tessera rinnovata inspiegabilmente per il circolo di Ghedi e non più per quello delle fabbriche. Altri iscritti al circolo delle fabbriche, costituito lo scorso anno per espressa volontà del consigliere regionale, sono stati altrettanto inspiegabilmente ‘dirottati’ sul circolo Iveco"

Naturalmente Squassina non ci sta. "Al compagno Walter Longhi è stata consegnata la tessera n. 001296 già precompilata dal nazionale e quindi io mi sono limitato a consegnare la tessera così come inviata dal nazionale. Longhi è iscritto al circolo delle fabbriche (dove non ha mai ricoperto nè ricopre alcun ruolo di responsabilità) e quindi non al circolo di Ghedi. E’ vero che alcuni iscritti del 2006, tutti operai metalmeccanici non ritesserati nel 2007, quest’anno hanno fatto la scelta di iscriversi presso il circolo Iveco, ma questo rientra nelle loro facoltà. Presumo che questa scelta derivi in realtà dal fatto che il circolo delle fabbriche non è mai decollato".

Ma Squassina mette anche i piedi nel piatto della polemica: "Per quale motivo, a fronte di fatti inesistenti, costruire un castello di menzogne? Questa serie di falsità portate anche all’esterno degli organismi dirigenti pare tesa solo a delegittimare il sottoscritto e a rendere ancor più pesante il clima congressuale della federazione di Brescia".
E infine una minaccia insolita in politica, ma che la dice lunga sul clima che si respira in Rifondazione: "Se questo tipo di atteggiamento dovesse proseguire mi vedrò costretto, al fine di difendere la mia dignità, a ricorrere alle vie legali".

"Alla fine ciò che rimane", conclude Squassina, "è comunque l’amarezza che una persona come Walter Longhi, da me sempre molto stimato, si sia prestata a costruire un castello di sabbia che finisce per colpire la mia persona ma anche l’intera comunità politica di Rifondazione".

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