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Riforma al ribasso Gli studenti medi tedeschi dicono no

Publie le lunedì 17 novembre 2008 par Open-Publishing

Riforma al ribasso Gli studenti medi tedeschi dicono no

di Matteo Alviti, Berlino

L’onda italiana è salita su, fino al nord, come una marea ha contagiato gli studenti medi tedeschi, che mercoledì a decine di migliaia sono scesi in piazza in tutto il paese contro la riforma del sistema scolastico, per l’istruzione gratuita per tutti e più fondi per scuole e professori.
Nonostante in alcuni casi fossero state minacciate punizioni per l’«assenza ingiustificata», 70-100mila studenti hanno sfilato per le strade dei Länder, le regioni tedesche, responsabili dirette dalla formazione. Berlino, Hannover, Monaco - dove l’istruzione è sempre stata il fiore all’occhiello della conservatrice Csu, oggi in forte crisi di consensi -, Stoccarda, Amburgo e tante altre città.

Con loro si è schierato anche il sindacato degli insegnanti: la vicepresidente Marianne Demmer ha ricordato quanto studenti e professori abbiano bisogno «di buone scuole e buone condizioni per l’insegnamento». Invece le lezioni iniziano a essere un po’ troppo affollate e gli insegnanti a scarseggiare.

C’è aria di crisi e neanche qui i ragazzi la vogliono pagare. Con la soppressione di classi e la riduzione del ginnasio, l’equivalente italiano dei licei, a otto anni - che accorcia l’intero ciclo scolastico a 12 anni invece degli usuali 13 anni - i ministri dell’istruzione stanno andando nella direzione sbagliata, dicono. Quello che nel lessico delle proteste studentesche tutti riconoscono come G8 (Gymnasium di otto anni), compattando le ore di lezione mira a portare più in fretta gli studenti sul mercato del lavoro. O all’università, visto che la stragrande maggioranza dei ginnasiali intraprende un corso di istruzione nelle università o nelle scuole tecniche superiori, dove si insegnano le materie scientifiche.

Agli studenti, inoltre, non piace il sistema formativo diviso in tre tronconi: quando i bambini hanno dieci o undici anni, devono scegliere, su consiglio degli insegnanti, tra le Hauptschule, le Realschule o i Gymnasium, che hanno durata, materie e offrono prospettive lavorative differenti. Così capita che il giudizio su un bambino di 10 anni comporti conseguenze durature sulla sua formazione e il suo futuro.

In un’inchiesta la Tageszeitung , quotidiano berlinese di sinistra, ha denunciato le pessime condizioni delle Hauptschule. Tanto scadenti che i ministri della cultura dei Länder avrebbero intenzione di escluderle almeno fino al 2012 dalla misurazione degli standard qualitativi dell’istruzione tedesca. Più della metà degli studenti, scrive la Taz , non raggiungerebbe il livello minimo valutato dallo standard.

Provocatoriamente il sindacato "Educazione e scienza" ha invitato i ministri dell’istruzione a cancellare questo tipo di scuole, frequentato oggi da meno del 10% degli studenti tedeschi, contro il 70% e oltre degli anni ’60. «Quello delle Hauptschule è un modello formativo superato», ha dichiarato la vicepresidente del sindacato Demmer.

Nonostante l’indubbio successo delle manifestazioni, per ora la politica rimane sorda alle proteste. Ma il movimento non ha intenzione di demordere: la mobilitazione ora prosegue localmente. E si prepara per metà dicembre un conferenza per decidere ulteriori iniziative a livello regionale o nazionale.