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Rilanceremo Rifondazione Comunista, senza paura della realtà, come sempre abbiamo fatto

Publie le giovedì 17 aprile 2008 par Open-Publishing
4 commenti

Rilanceremo Rifondazione Comunista, senza paura della realtà, come sempre abbiamo fatto.

di Ramon Mantovani

La catastrofe è di tali proporzioni che mi ha lasciato attonito.

Sapevo, e lo avevo detto e scritto, che l’idea della Sinistra e L’arcobaleno era sbagliata anche elettoralmente.

Ma non prevedevo certamente un simile risultato.

Non è quindi con la stupida presunzione di chi afferma con aria supponente : - “l’avevo detto io !” – che mi accingo a scrivere queste note.

Rimane solo l’amarezza di non aver potuto discutere prima, per tempo, a causa di un atteggiamento, questo si presuntuoso, di chi presentava le proprie decisioni come le UNICHE POSSIBILI, di chi derideva le posizioni altrui (come le mie per esempio) come MINORITARIE e TESTIMONIALI (salvo svegliarsi martedì mattina avendo ridotto l’intera sinistra ad una testimonianza extraparlamentare), di chi continua imperterrito a parlare di nuove accelerazioni e di nuove scelte irreversibili.

Comunque, cerchiamo di ragionare.

Prima che compaiano studi approfonditi sui flussi elettorali bisogna affidarsi ad una osservazione superficiale. Credo però sufficiente per formulare almeno ipotesi. Ovviamente da verificare.

Le destre stravincono. Raccolgono tutti i propri voti potenziali (compresi quelli che nel 2006 si erano astenuti) e un cospicuo numero di elettori delusi dal centrosinistra.

La intrapresa politica fondata sulla espressione dei peggiori istinti di una società atomizzata e scossa dalla crisi è pienamente riuscita. Spicca, da questo punto di vista, il voto della Lega.

Al contrario, l’operazione del PD, che tentava di contendere alla destra i voti ispirati dalla paura e dall’insicurezza e quelli dei ceti abbienti benpensanti è completamente fallita. Solo l’idea, perniciosa e perdente, del VOTO UTILE CONTRO BERLUSCONI è stata in parte premiata unicamente con voti di sinistra, occultando parzialmente la totale inefficacia del progetto del PD.

La distanza, in voti assoluti e in percentuali, fra i due principali schieramenti, lo dimostra inequivocabilmente.

La Sinistra e L’Arcobaleno perde in ogni direzione. Quando si perdono quasi tre milioni di voti su quattro si troveranno le tracce dell’esodo in ogni dove. Ma credo si possa dire, non so in quale esatta misura, che la gerarchia sia : astensione, PD (compresa italia dei valori). Molto al di sotto, in diverse altre direzioni, compresa la Lega e perfino l’UDC. Non bisogna dimenticare il voto del Partito Comunista dei Lavoratori e di Sinistra Critica (316mila al senato e 376mila alla camera pari all’uno per cento) che sono tutti voti provenienti da Rifondazione. Che due piccolissime formazioni esordienti alle elezioni prendano più di un terzo di voti rispetto a quattro partiti con 140 parlamentari è qualcosa che dovrebbe far riflettere. E non si tratta solo della falce e martello, che pure ha avuto il suo ruolo, ma anche di un voto militante e giovanile di movimento che, nonostante la dimensione sostanzialmente irrilevante dal punto di vista elettorale, non può essere osservato con sufficienza dal punto di vista politico.

Al di là dei flussi credo sia necessario capire i motivi profondi di una tale perdita di voti.

Ognuno può verificare empiricamente, interrogando i propri conoscenti, che le motivazioni sono state tante, diverse, e in molti casi contradditorie. Delusione per la condotta al governo, sia nella versione del “tanto siete inutili” che in quella più diffusa (credo) del “siete diventati uguali agli altri”. Da questa scaturisce l’astensione ed anche il voto per il PD per la paura di Berlusconi, ed all’Italia dei Valori. Segue quella tanto infondata quanto esistente del “avete disturbato l’azione di governo e siete la vera causa della sua caduta”. Da questa scaturisce il voto al PD. C’è, ed anche forte, il non essersi riconosciuti nel nome, nel simbolo e nel leader della SA. Da questa scaturisce l’astensione e il voto per la falce e martello. Ovviamente le prime due motivazioni sono numericamente molto grandi, ma non bisogna sottovalutare che la terza, sebbene numericamente minore, ha investito i militanti e i più politicizzati che sono sempre il motore della campagna elettorale.

Con un’Italia devastata socialmente, con un governo pessimo del quale facevamo parte, con le lotte e i movimenti presenti ma impossibilitati a vincere e nemmeno a farsi ascoltare, con l’insidia della nascita del PD (che troppi cretini dicevano avrebbe aperto grandi spazi elettorali a sinistra) la sinistra, e Rifondazione in particolare, si è trovata in una tipica e classica situazione di empasse. In un vicolo cieco.

Invece di affrontare con realismo la situazione, di aprire una vera trattativa con Prodi mobilitando tutte le forze disponibili, anche scontando di perdere una parte di consensi, ma conservando gli altri, si è scelto di scappare dai problemi e di avviare la costruzione di un nuovo partito tanto generico quanto moderato. Per giunta mortificando le identità, soprattutto quella comunista, e facendo tutto in modo oligarchico.

Così facendo si sono persi consensi in tutte le direzioni.

Insisto ! Nessuno mi toglie dalla testa che la rottura con Prodi sul welfare avrebbe scontato la perdita di molti voti, ma anche la mobilitazione nella lotta di una parte del paese che ci avrebbe capiti benissimo e che non ci avrebbe abbandonati alle elezioni.

Di fronte a tutto questo, oggi, tutto si può fare tranne che continuare, come un pugile suonato, a ripetere che la Sinistra Arcobaleno è il futuro.

Sono rimasto davvero molto colpito dal fatto che Bertinotti, Giordano, Vendola e Migliore abbiano riproposto ossessivamente il superamento di Rifondazione e la costruzione di un nuovo partito anche dopo il risultato elettorale, nonostante il Pdci abbia dichiarato chiusa l’esperienza SA lanciando la costituente comunista, con l’evidente scopo di lucrare sullo scioglimento di rifondazione, nonostante i Verdi vadano al congresso con la discussione che verterà sull’alleanza (forse perfino ingresso) col PD o sul rilancio alle europee del simbolo storico del Sole che Ride, e nonostante moltissimi di Sinistra Democratica siano andati nel PD perfino in campagna elettorale ed altrettanti si apprestino a farlo presto nelle prossime settimane.

Veramente non credo alle mie orecchie !

E’ per questo che non bisogna permettergli di produrre altri fatti irreversibili.

Rifondazione Comunista esiste, ferita, con i suoi difetti e limiti, ma esiste.

Ci sono decine di migliaia di compagne e compagni che non si rassegnano, che non hanno nessuna intenzione di consegnare al PdCI e ad altri i resti militanti ed anche elettorali che deriverebbero dalla morte di Rifondazione. Che hanno saputo coniugare l’identità comunista con l’innovazione politico-culturale, che non hanno una vocazione di potere, che sono immersi in tutte le lotte del paese.

Che sanno che il risultato elettorale non riflette il vero stato delle cose e che c’è rimedio a tutto questo.

Perciò rilanceranno, rilanceremo, Rifondazione Comunista riprendendo il cammino del nostro progetto, mortificato e contraddetto dall’esperienza di governo, e produrremo unità nei movimenti ed anche fra le forze politiche fondandola sui contenuti, sulle cose, e non più sulle illusioni salottiere.

Messaggi

  • Ciao caro arguto nonché simpaticissimo Ramon, sono Silvia Boccabella di Pescara... ti ricordi degli arrosticini con Maurizio, Tata e gli altri...?QUI CI STIAMO RIORGANIZZANDO le basi... a Presto....

  • Il risultato elettorale ha condannato una scelta politica che si è dimostrata incapace di leggere il malcontento presente nel nostro elettorato. I due anni di presenza nel governo Prodi e l’accettazione supina della sua politica, non sono stati analizzati dal nostro gruppo dirigente, e alla domanda se andare al governo è un mezzo o un fine, le urne ci hanno dato una severa risposta. I nostri elettori non hanno subito il richiamo del voto utile, semplicemente non sono andati a votare.

    In mezzo a tutte queste macerie, mai nei nostri 16 anni di vita siamo rimasti fuori dal parlamento, dobbiamo trovare la forza di ripartire seriamente tutti insieme, facendo, questa volta, partecipare tutto il nostro partito. La risposta al disastro, non può essere la fuga in avanti o in dietro, deve essere intelligente e calibrata al momento che stiamo vivendo.

    Ripartiamo da quello che abbiamo, il partito, e con questo dobbiamo riportare la politica nelle piazze, nella gente, tra i lavoratori, nei movimenti, per aprire una stagione che veda affermarsi una nuova sinistra antagonista nel paese.

    Un nuovo gruppo dirigente deve nascere da questa sconfitta per riportare il nostro partito ad essere rappresentante di quelle istanze di quelle domande di quella parte di società che ha guardato e guarda a noi. Chi ha scelto, di rinviare il congresso, di intraprendere una svolta politica tagliando fuori da ogni discussione buona parte del partito, portando il partito in una situazione, non solo elettorale ma anche organizzativa, critica si deve mettere da parte senza se e senza ma.

    Non vogliamo chiuderci in noi stessi, leccarci le ferite e far prevalere il rancore, vogliamo aprire un ragionamento e un’analisi ampia, che rimette al centro del nostro operare ed essere comunisti i principi, di pace, uguaglianza, anticapitalismo, tolleranza, sviluppo sostenibile, le basi per una società diversa e con questo bagaglio aprirci a un confronto, sulle cose e non sulle cariche, con gli uomini e donne che sono al di fuori del nostro partito, per creare una vera forza, anche nuova, di sinistra anticapitalista nel nostro paese.

    Siamo alternativi a tutto il sistema politico nazionale, non ci basta più il collante dell’antiberlusconismo, Veltroni e Berlusconi sono due facce della stessa medaglia, ribadiamo che il PD non è il nostro interlocutore politico a Roma come anche nelle tante periferie Italiane.

    Oggi i circoli, anche il nostro, devono riattivare l’attività politica ritrovando stimoli e forza per sposare questa linea, ritornando a fare politica attiva tra la gente, quella politica che ci ha sempre contraddistinto e che ci ha fatto riconoscere come portatori di un’idea di società diversa. Il percorso che abbiamo davanti e soltanto in salita, spetta a noi iscritti, simpatizzanti, elettori rimettere in strada un’auto che qualcuno ha condotto nel fosso, dobbiamo farlo con determinazione, volontà di riuscire perché una parte del nostro lo aspetta e lo vuole.

    Da oggi ci mettiamo in discussione e al lavoro, con la consapevolezza che quello che ci aspetta sono lacrime e sangue, ma convinti che alla fine ci sarà la soddisfazione di arrivare alla fine di questo duro periodo, tutti insieme.

    Chi non osa nulla, non speri in nulla.

    Cirri Giovanni cirrig@alice.it

    Circolo Mario Lot
    Arquata Scrivia (AL)

  • Cari compagni,

    questo rimpiangere e rigirare dei voti mostra soltanto una cosa, che
    per i compagni ultimamente la politica si e’ ridotta solo e soltanto alla politica parlamentare (borghese)!
    Rifondazione ha semplicemente giocato un gioco che l’avversario sa giocare meglio di noi (perche l’ha inventato lui) e adesso ci stupiamo che abbiamo perso?

    Tocca invece cambare le regole!

    Sono pienamente daccordo con i compagni che chiedono le dimissioni del gruppo dirigente!
    !!! Congresso subito !!!

    Ho trovato un bel articolo di come fare politica "oltre-parlamentare",
    forse un modello anche per noi? Beh forse non proprio l’orticello ma politica concreta sul luogo si!

    Saluti
    Enrico
     Federazione Germania -


    Cosa fare dopo la batosta

    <http://www.jacopofo.com/node/4570> Care amiche Cari amici,
    la maggioranza degli italiani ha deciso che vuole altri 5 anni di
    Berlusconi. Lo hanno deciso in vari modi:
    a destra votandolo, a sinistra dividendosi durante le elezioni e anche prima.
    E dividendosi sono riusciti a concludere poco in due anni di governo, sono riusciti a far cadere Prodi prima che riuscisse a combinare qualche cosa di
    sostanziale.
    La mia unica speranza e’ che questa strada ci porti da qualche parte.
    Continuo a credere nell’esistenza di un disegno positivo della storia
    e in una saggezza dei popoli (sul lungo periodo).
    Evidentemente la situazione italiana e’ talmente compromessa che solo un definitivo tzunami Berlusconi puo’ costringere a cambiare cultura.

    Ma e’ chiaro che questa svolta a destra la pagheremo cara.
    Ed e’ anche chiaro che il Movimento si trova di fronte a un trivio.
    E dalla scelta che ognuno compira’ nei prossimi anni dipendera’ tutto.
    Le 3 alternative sono:

    le proteste di piazza;
    i referendum;
    la costruzione di frammenti di vita ed economia alternativa.

    Credo che queste elezioni porteranno alla radicalizzazione di una parte del Movimento che scegliera’ la via delle proteste di piazza.

    Ma sono convinto che questo portera’ soltanto a una repressione durissima.
    E credo che la maggioranza schiacciante di Berlusconi tagliera’ ogni speranza di cambiare rapidamente qualche cosa con strumenti come il referendum.
    Quello che abbiamo davanti e’ un blocco di interessi monolitico, rafforzato da un risultato elettorale plebiscitario.
    Non ci faranno fare nessun referendum, daranno un’aggiustatina alle leggi
    che vogliamo abrogare e tanti saluti. Certo questo non vuol dire che il V-day di Beppe Grillo non serva a niente.
    La denuncia serve sempre.
    Ma togliamoci dalla testa che otterremo il crollo della partitocrazia in tempi brevi.
    Potremo solo impegnarci in una battaglia di contenimento degli abusi piu’ gravi.
    A mio parere l’unica via e’ quella della costruzione concreta di pezzi
    di un mondo mgliore. La politica dei piccoli passi concreti, dei
    piccoli risultati subito.

    Per spiegare meglio cosa intendo mi viene in mente l’esperienza dei
    Micro Huertos cileni, i Micro Orti.
    Si tratta di una storia poco conosciuta. Una di quelle storie che alla sinistra mammuth non interesano.

    Dopo il colpo di stato in Cile la sinistra fu spazzata via.
    Tutti i suoi dirigenti a tutti i livelli erano fuggiti, incarcerati o morti.
    Fu allora che, in ambienti cattolici, inizio’ a svilupparsi questo progetto di agricultura nelle favelas intorno ai quali si raccolsero
    molti superstiti del Movimento.
    Grazie a numerose ricerche ed
    esperimenti realizzati, in quegli anni si era sviluppata una nuova
    idea di agricoltura intensiva su piccolissima scala, capace di offrire
    rendimenti altissimi per metro quadrato.
    Iniziarono così l’organizzazione di corsi su come produrre il cibo per
    una famiglia di 4 persone in 50 metri quadrati di orto, impiegando
    tecniche incredibili di coltivazione sinergica tra diverse piante,
    copiata dai Maja e dalla Biodinamica.

    ( <http://www.jacopofo.com/node/2079> http://www.jacopofo.com/node/2079)

    In questo modo si aiutarono centinaia di migliaia di famiglie cilene a sopravvivere in anni difficilssimi, si sviluppo’ il senso della cooperazione e del valore dell’impegno individuale, e si posero quindi le basi per una rinascita culturale del paese.

    E oggi il movimento dei
    Micro Huertos e’ una realta’ che si e’ diffusa in tutto il Sud America, che e’ riuscita realmente a migliorare la qualita’ della vita
    di milioni di persone.

    Da decenni sosteniamo che l’errore essenziale del movimento
    progressista italiano e’ stato quello di non mettere al primo posto le pratiche sociali che cambiano la vita della gente, e di prediligere invece il teatrino della politica e la spettacolarita’ liturgica delle proteste di piazza.

    Non sono i discorsi o i cortei che cambiano la testa delle persone ma i modi di vivere.
    Le componenti maggioritarie del Movimento progressista italiano hanno sempre considerato poco o nulla importanti l’informazione sessuale, la formazione culturale, la cooperazione solidale, l’economia alternativa, i gruppi di acquisto, il cambiamento degli stili di vita.

    I numeri sono chiari: si stima che siano almeno 3 milioni in Italia
    gli oppositori radicali, quella galassia che va da Beppe Grillo a
    Lilliput, alla Sinistra Arcobaleno e che comprende poi una galassia di
    altre entita’.

    Di questi, quanti aderiscono a un gruppo di acquisto? Quanti hanno
    consociato il loro contratto telefonico? Quanti hanno approfittato della possibilita’ di non consumare piu’ energia elettrica prodotta dal petrolio?
    Vogliamo esagerare? Diciamo 100mila persone.
    Si parla sempre della necessita’ di convincere il popolo della
    necessita’ del cambiamento.

    Ma non ci serve oggi convincere il popolo.
    PRIMA e’ necessario che noi si riesca a convincere chi gia’ e’
    schifato di questo mondo - ed e’ gia’ convinto che vorrebbe il
    cambiamento - a smetterla di limitarsi a parlare e a partecipare ogni tanto a un corteo.

    Se riuscissimo a convincere il 10% di questi tre milioni di oppositori
    verbali a consociare in modo rivoluzionario i loro consumi assisteremo a veri cambiamenti.
    300mila persone che comprano tutte assieme costituirebbero una forza economica notevole e possono determinare l’esistenza di nuovi prodotti e servizi.
    Ad esempio, possono farsi
    produrre l’auto elettrica domani mattina.
    A questo punto speriamo che chi fino ad oggi si e’ illuso che la
    protesta di piazza o il voto potessero cambiare questo paese si ricreda e comprenda che abbiamo una sola possibilita’ ed e’ sui tempi lunghi.

    La consociazione dei consumi e’ oggi l’unico strumento in mano alle
    fasce piu’ deboli della popolazione per affrontare una crisi economica
    che sara’ spietata. Risparmiare energia e iniziare a produrla in
    proprio (grazie ai finanziamenti del solare e dell’eolico), tagliare i
    costi di acquisto di prodotti e servizi, sono le uniche scelte che
    oggi possono portare le famiglie a un risparmio dell’equivalente di
    due stipendi e mezzo all’anno lo abbiamo ripetuto fino alla nausea.
    Due stipendi e mezzo, per una famiglia di lavoratori, non sono
    bruscolini e sfido chiunque a dimostrare che e’ possibile un
    risultato, anche lontanamente simile a questo, con altri metodi di
    lotta.
    Questo vuol dire sviluppare l’economia alternativa! Si tratta di un
    grande, vitale, obiettivo.
    E’ la strada di Yunus e della Banca dei Poveri.
    Ma e’ necessario che chi vuole un’Italia diversa inizi a consumare in
    modo diverso.
    Il nostro potere e’ nella nostra forza come consumatori.
    Da anni ripetiamo la frase di Alex Zanotelli: VOTI OGNI VOLTA CHE FAI LA SPESA!
    E’ ora che il Movimento progressista metta questo principio al centro
    della propria filosofia e capacita’ di cambiamento.

    L’ECONOMIA RIBELLE E’ PRONTA AL BALZO DELLA TIGRE.
    In questi anni la componente minoritaria che si e’ dedicata ai gruppi
    di acquisto e alla consociazione, pur restando minoritaria e’
    cresciuta di 10 volte.
    L’esperienza, le difficolta’, gli errori e gli enormi successi sono un
    patrimonio maturo che il Movimento progressista potrebbe finalmente
    sfruttare fino in fondo.
    Oggi esiste una rete di persone che vivono senza vendere la loro forza
    lavoro e la loro intelligenza alle multinazionali del dolore.
    L’esplosione delle ecotecnologie, che nessuna sconfitta elettorale
    puo’ fermare, ci offre un incredibile volano economico e una
    possibilita’ in piu’ di portare proposte convenienti e convincenti.
    Questa situazione offre a migliaia di persone la possibilita’ di
    trovare un lavoro diverso e veramente appagante.
    E non soltanto nel settore ambientale.
    Nei prossimi anni avremo assoluto bisogno di sviluppare tutti gli
    spazi che l’economia ribelle e’ riuscita a creare. I centri culturali,
    le associazioni solidali, i gruppi artistici, le imprese nel settore
    del biologico e della cultura alternativa ci daranno modo di respirare
    l’ossigeno dei nuovi stili di vita.
    E speriamo che, nei prossimi anni, il successo politico sara’
    finalmente misurato in termini di consumi diversi. Contera’ quante
    tonnellate di carote saranno comprate collettivamente, quanti impianti
    solari saranno realizzati, quanti giovani scopriranno dove si trova il
    punto G, quanti bambini nasceranno con il parto dolce, quanto saranno
    divertenti le nostre feste ed emozionanti le nostre opere d’arte e
    quante persone capiranno che il rilassamento muscolare e mentale e
    l’ascolto delle sensazioni, migliora la vita.
    Riusciremo a creare una rete di officine capaci di produrre auto
    elettriche a prezzi accessibili?
    Sapremo creare fondi di investimento etici che investano il nostro
    denaro in impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili?
    Avremo la nostra compagnia telefonica?
    Quanti bar, quanti ristoranti, quante palestre, quanti locali di
    ritrovo, quanti centri culturali apriremo?
    Quante persone troveranno il modo di realizzare le proprie aspirazioni
    inventandosi un lavoro indipendente nell’economia ribelle?
    Se il discorso ti interessa puoi approfondire leggendo: Pessimismo
    cosmico e gnocca globale, http://www.jacopofo.it/pessimismo/index.htm
    Ammetto che il titolo e’ un po’ scioccante ma spero che, dati i tempi,
    si possa ormai capire che il senso del ridere e del divertimento sono
    un elemento essenziale del nostro tentativo di cambiare il mondo.
    Quelli seri ci hanno sempre portato alla rovina.

    PS
    Se fin da ora hai voglia di dare il tuo contributo a questo progetto
    ti ricordo schematicamente i settori di attivita’ nei quali e’
    impegnata l’Associazione Cacao-Libera Universita’ di Alcatraz. Si
    tratta di ambiti molto diversi, dai siti web ai gruppi di acquisto ai
    laboratori. Ce n’e’ per tuti i gusti.

    Sono operativi i gruppi di acquisto per:
    pannelli solari fotovoltaici, http://www.jacopofo.com/pannelli-solari
    energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili,
    http://www.commercioetico.it/energia-rinnovabile/index.html
    pannelli solari termici per l’acqua calda, http://www.jacopofo.com/?q=node/3278
    caldaie a gas ad alto rendimento, http://www.jacopofo.com/?q=node/3278
    assicurazione etica,
    telefonia etica (solo fissa per ora),
    http://www.commercioetico.it/servizi/telefonia/index.htm
    auto elettrica, (http://www.jacopofo.com/node/4573)
    monopattino elettrico con ruote parallele (Segway)

    Sono attivi inoltre i seguenti siti di servizio:
    www.stradaalternativa.it, <http://www.stradaalternativa.it,/> sito di
    scambio banner gratuito tra siti etici a cui gia’ aderiscono piu’ di
    100 siti che hanno superato il milione di scambi mensili. Abbiamo
    assolutamente bisogno di creare un’autostrada etica in internet che
    riesca a segnalare e valorizzare il grande patrimonio culturale
    disponibile in rete in modo disgregato.
    www.networketico.com <http://www.networketico.com/> , portale-indice
    per associazioni, imprese e professionisti etici.
    In preparazione: http://www.firmatutto.it <http://www.firmatutto.it/>
    , sito che permettera’ di firmare in un colpo solo molte petizioni (ne
    avremo bisogno).
    http://www.mercatoribelle.com <http://www.mercatoribelle.com/> ,
    portale di affiliazione. Permettera’ ai siti etici di ospitare corner
    di vendita di prodotti etici e ricevere una percentuale sulle vendite.
    Nell’insieme queste proposte hanno lo scopo di aiutare lo sviluppo
    della cultura indipendente e di creare un vera, grande community
    ribelle.

    E’ inoltre possibile sostenere le attivita’ del centro Ghelawe’
    (http://www.centroghelawe.org/) impegnato in un progetto di sviluppo
    economico in Burkina Faso.

  • E’ difficile sopportare tale devastante sconfitta; perdita di voti che non vedrà per i prossimi anni Rifondazione in Parlamento.
    Sono convinto che Rifondazione e tutti i comunisti alle prossime elezioni saranno ancora più forti e politicamente più combattivi.
    Un dato è certo, però, e mi viene spontaneo analizzarlo. Dove perde di più Rifondazione? Al Nord!
    Perché?
    Semplice. "Se vivessi al nord anche io, probabilmente, avrei dato il voto alla Lega".
    I lavoratori del nord chiedono fondamentalmente un reddito decente per loro e per i pensionati, con la possibilità di avere una certezza sul tenore di acquisto.
    Quindi hanno punito Rifondazione per scelte, talora, sbagliate.
    I lavoratori del sud, invece, che fanno?
    Non colpiscono Rifondazione, perché?
    Ma è chiaro, compagni? Chiunque si presenti in Sicilia, ad esempio, ci lascia le penne. Vedi la Borsellino con Cuffaro; vedi, elezioni regionali 2008, Finocchiaro, Lombardo, chi ha vinto?
    E negli anni passati, da sempre, chi ha vinto?... povera Sicilia.
    La ragione di tutto ciò?
    Al nord i lavoratori puniscono i compagni onesti come Bertinotti, solo pechè nell’ultimo periodo l’ex Segretario di Rifondazione Comunista, ha scimmiottato con le Istituzioni (riconoscendogli, dal mio punto di vista grande valore politico/istituzionale), dimenticando che la sinistra radicale, tutti i compagni comunisti, devono rimanere all’opposizione finché in Italia esisteranno enormi sacche di povertà; soprattutto come quella povertà che si é verificata in questo ultimo decennio o più.
    A sud, purtroppo, invece puniscono le persone oneste per eleggere chi? Storia vecchia. Essere comunisti al sud è una faticaccia.