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Risposta all’articolo "entre le murs"

Publie le lunedì 27 ottobre 2008 par Open-Publishing
1 commento

Penso che la risposta all’articolo "Contro l’innocua spettacolarizzazione del conflitto nelle Università" titolata "Entre le murs",(http://bellaciao.org/it/spip.php?article21607#forum14641), sia sì entrata nel merito ma abbia sbagliato mira nel pensare che l’accusa lanciata sia stata fatta da un’altra parte di ceto politico solo in lotta con l’altra oggetto della critica.

L’oggetto della critica fatta è invece una certa concezione e modalità del fare politica e movimento appiattita sull’esistente che finisce per non spostare e non muovere proprio nulla. Secondo questa, infatti, tutto ciò che muove, basta che si muove, è bene, non importa vedere cosa, come e con chi si muove perche più siamo e meglio è. Logica da cui deriva il principio che la giustezza di una posizione e data dal numero di forze che raccoglie; si dicono cose che fanno numero e che quindi sono nella giusta strada, [(che siano vuote parole che si autoproclamano senza costruire niente non importa, gli altri sono solo degli sfigati che non raccolgono consenso soprattutto quando nelle assemblea e nei cortei gli si brucia la terra intorno). Cito anche la metafora del 2 di mazze]

In questo modo il giusto del movimento non sta nella costruzione del suo essere mezzo, processo verso qualcosa, ma unicamente nel mezzo in se che si rovescia nel fine di raccogliere e muovere gente sapendo bene che non si va da nessuna parte da qui le mezze occupazioni concordate e i falsi assalti in compagnia di sbirri, piddini e cigellini.

Prima che sia passata la sbornia,(mulino bianco!),di un movimento che va al rimorchio dello spazio aperto dai padroni democratici e dai consociativisti; prima che tutto accada, o sia già successo in quelle trattative sovradeterminate, si cerca di stimolare il dibattito accettando e praticando la critica interna, nei media come nelle altre sedi, di certo non l’omerta e l’omologazione di tutti a certe vuote e sterili posizioni.

Invece, (ma non è il caso dell’art. di risposta), ci si preoccupa di insultare e intimidire chi critica le posizioni del "movimento" più moderato e sterile che sia mai visto in Italia ma senza neanche entrare nel merito delle stesse: ripeto non un blocco della didattica, conseguenti mezze occupazioni già fallite e proteste concordate, sovrapposizione strumentale della mobilitazione da parte dei baroni, del PD e dei confederali.

Posizioni peraltro moderate e democratiche solo nei contenuti ma staliniste nelle forme e pratiche in cui si danno, (per chi non ci credesse basti che provi a contrastarle partecipandole fin dentro le assemblee e i cortei.) Le modalità solo formali di autodifesa delle pratiche da parte della vecchia scuola madre padovana quelle sì che resistono ai tempi ma tutto a discapito dei contenuti.

Se da tutte le componenti del movimento non risulta altro che un prodotto-protesta già confezionato dalle stesse istituzioni che si vorrebbero contestare non è certo colpa di quelli che lo mettono sotto critica ora pure scambiati per i politicanti esclusi dal mvimento ma in lotta per l’egemonia.

Lo stato delle cose è insieme la sua propria ideologia.. la muraglia del sistema di cui i più fanno parte ma che con forza bisogna abbattere, abbattere e ancora abbattere!

Messaggi

  • tutto ciò... sempre tenendo conto dei reali soggetti che si muovono qui ed ora. Nel senso che gli studenti che si stanno muovendo sono pur sempre figli del clima apatico degli anni ’90. Forse, se si tenesse conto ANCHE del livello da cui costoro sono costretti a partire... allora si sarebbe, per certi versi, anche un po’ più benevoli nei loro confronti. Non è che gli stessi giovani operai siano figli di un clima diverso, d’altra parte. Se ieri hanno votato lega ed oggi iniziano anche ad incorciare le braccia pur non avendo come ob. il palazzo d’inverno, non è poi da disprezzare. o no? Poi, si critichi pure, ci mancherebbe, ma, ripeto, occorre tenere presente ANCHE il punto di partenza... oltre al punto a cui si vorrebbe approdare... e mai come ora quel punto di arrivo appare lontanuccio. Poi, ognuno padrone e responsabile delle sue parole, dei suoi gesti e delle sue finalità.