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Rivelò i piani nucleari di Israele: dopo il carcere Vanunu resta sorvegliato speciale

Publie le lunedì 26 luglio 2004 par Open-Publishing

di red.

È strano sentirsi dire che 18 anni di carcere non bastano per decretare il ritorno alla libertà. La Corte Suprema israeliana ha respinto il ricorso di Mordechai Vananu contro le limitazioni dei movimenti imposti dal governo dopo il suo rilascio. Mordechai Vanunu resta così un «sorvegliato speciale».

L’ingegnere nucleare israeliano ha finito in aprile di scontare 18 anni di reclusione per aver rivelato nel 1986 al Sunday Times i piani nucleari della centrale di Dimona, nel deserto del Neghev. Per Vananu, Israele stava ammassando un elevato numero di testate nucleari nell’area, che sarebbe diventata - secondo Vanunu - uno degli arsenali più grandi del mondo, andando a creare problemi ambientali notevoli. Tra l’altro Vanunu va ribadendo questi concetti. Recentemente ha infatti rilasciato un’intervista al quotidiano londinese in lingua araba, Al Hayat, sostenendo che in caso di terremoto, i reattori della centrale di Dimona potrebbero comportare seri rischi ambientali. In un’altra intervista al Sunday Times poi ripresa dalla Bbc, Vanunu aveva sostenuto che il suo compito era quello di salvare Israele da un «nuovo Olocausto». Proprio questa intervista causò l’arresto del giornalista inglese Peter Hounam, colui che tradusse in articoli le informazioni passate da Vanunu nel 1986, rivelando l’esistenza della «bomba» israreliana. Hounam infatti aveva violato le disposizioni di sicurezza che riguardano i diritti di Vanunu, ottenendo l’intervista per il tramite di un giornalista israeliano.

Comunque quelle di rilasciare interviste e di intrattenere rapporti con gli stranieri sono alcune delle attività vietate a Vananu, che continua a infrangere i divieti impostigli dal governo. Tommy Lapid, ministro della Giustizia, ha sostenuto che se Vanunu continuerà a ignorare i contenuti della legge speciale sulla sicurezza che limita i suoi spostamenti e i suoi diritti, sarà costretto a rispedirlo in prigione.

Un riepilogo sui limiti a cui deve sottostare l’ingegnere Vanunu: le autorità israeliane hanno vietato a Vanunu di parlare con la stampa estera, di avere contatti con cittadini stranieri, di andare all’estero, di cambiare indirizzo o di lasciare la città di residenza senza aver dato un preavviso di 24 ore ai servizi di sicurezza, giustificando questi provvedimenti con la tesi per cui Vanunu dispone ancora di informazioni riservate ed è perciò in condizioni di causare ancora seri danni alla sicurezza dello Stato.

Vanunu non gode di una grande fama, in Israele. Per molti è un traditore. Il fatto che abbia passato informazioni di Stato a un giornale straniero equivale a mettere a rischio la sicurezza di Israele e a fare un grosso favore ai vicini arabi, nemici storici dello Stato ebraico. Per altri Vanunu è un eroe, tanto è vero che è stato anche candidato per il premio Nobel.

«Abbiamo sempre detto che Israele non è una democrazia ed oggi lo vediamo all’interno della Corte Suprema», ha detto Vanunu dopo la decisione dei giuristi israeliani. Inoltre ha poi aggiunto: «Troveremo un modo di continuare a sopravvivere e chiedere il diritto di vivere nel modo migliore possibile». Mordechai Vanunu vuole infatti trasferirsi all’estero ma non può farlo fino a quanto rimarrà sotto il controllo dello Shin Bet, i servizi di sicurezza interna.

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