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Roma. Comunicato stampa del centro sociale Acrobax sull’uccisione di Renato

Publie le mercoledì 30 agosto 2006 par Open-Publishing
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A due giorni dall’uccisione di Renato Biagetti, il ragazzo di 26 anni accoltellato a morte sul litorale romano, gli amici e le amiche di Acrobax hanno diramato questo comunicato stampa: "Alle cinque di mattina del 27 agosto scorso, all’uscita di una iniziativa raggae sulla spiaggia di Focene, una ragazza e due ragazzi sono stati aggrediti a freddo da due individui.

Chi ha ucciso Renato è sceso dalla macchina con il coltello in mano ed ha mirato direttamente al petto, ferendo anche le altre due persone.

Renato, a seguito delle ferite riportate, viene portato cosciente all’ospedale Grassi di Ostia; dopo un’attesa inspiegabile e inaccettabile di circa due ore viene operato e muore alle 12.00.
Non si è trattato di una rissa tra balordi all’uscita di una delle discoteche del litorale romano, ma di uno dei tanti episodi che si iscrive dentro un clima sociale, politico e culturale di intolleranza determinato dalle destre in Italia.

Infatti, la serata di sabato era organizzata da un’associazione di compagni legata a Rifondazione comunista che gestisce il chiosco Buena Onda, dove si concludeva una rassegna di musica reggae.

Nel laboratorio della destra radicale romana, dove da tempo confluiscono diverse anime della destra fascista estrema e istituzionale, queste pratiche vengono legittimate, protette e alimentate.

Non sappiamo ancora se questi delinquenti abbiano legami organici con questa destra radicale, ma sicuramente queste pratiche ci ricordano da vicino le tante aggressioni a spazi sociali e alle persone che li attraversano che si sono ripetute nella città di Roma come in molte altre città d’Italia negli ultimi mesi".

Messaggi

  • Premeditato nel senso stretto del termine, il fatto non poteva esserlo.

    Nessuno, anche il peggiore dei folli, va premedidatamente a compiere un omicidio con la propria auto.

    Per di più in un buco di posto come Focene - se è vero che gli assassini sono lì residenti - dove tre quarti delle poche case sono seconde case di villeggiatura, i residenti veri sono un pugno, e dove un tizio zoppo con una Golf grigio metallizzata non è certo difficile da identificare.

    Data quindi per scontata la non premeditazione, non mi sembra invece affatto scontata - pur in attesa dei nomi e di un profilo più preciso dei due arrestati - la matrice non politica dell’episodio.

    In quella zona l’ "humus" fascista, come del resto un pò in tutto il litorale laziale, non manca di certo.

    Nella stessa zona, una decina di anni fa, a seguito di un incidente stradale provocato da due rumeni ubriachi in cui morì una ragazza del posto, vi furono due/tre giorni di vero e proprio progrom antistranieri con pestaggi, accoltellamenti fino all’uccisione a pallettoni di un ambulante arabo, delitto rimasto impunito.

    E per anni l’ex Movimento Politico, poi Base Autonoma di Boccacci e Castellino, ha organizzato nella zona iniziative in memoria dell’ ultimo segretario del Partito Nazionale Fascista Ettore Muti, ucciso nel 1943 proprio a Focene da alcuni carabinieri in circostanze mai chiarite ( ci ha poi pensato il comune di centrodestra di Fiumicino, di cui Focene è una frazione, ad intitolare a Muti una piazza, con l’appoggio persino della Margherita locale).

    Ci sono poi, sempre nella zona di Fiumicino, significative presenze organizzate di Forza Nuova e del Msi-Ft, quest’ultimo del resto erede diretto del vecchio Movimento Politico e di Base Autonoma ( Boccacci ne è l’attuale responsabile per il Lazio).

    Ed anche in queste settimane di agosto non erano mancati in zona pestaggi di immigrati e di barboni, denunciati anche dalla stampa romana.

    Ma soprattutto, nel litorale laziale, sono fortemente presenti bande di fascisti da stadio, soprattutto della Lazio ma non solo, e spesso - in una situazione di completa emarginazione invernale dei giovani di quelle zone - il legame con lo stadio è l’unico filo che unisce i ragazzotti locali con la pur vicinissima capitale.

    E’ probabilmente da questo variegato mondo fascistoide di provincia che provengono gli assassini di Renato.

    E non sto parlando di "coatteria" - i due arrestati sono uno studente ed un lavoratore dell’edilizia saltuario, del tutto incensurati - ma proprio di ragazzi "normali", terribilmente annoiati ed alienati, con un senso di rivincita contro la vicina metropoli e fortemente influenzati dalle dinamiche da stadio.

    Aggiungendo a tutto questo l’abuso di alcool e soprattutto di cocaina, diffusissima in quelle zone, retroterra romano del traffico di droghe, soprattutto nella stagione estiva.

    Va anche detto che, nella spasmodica volontà dei media - ieri vergognosamente persino "Il Manifesto" che poi ha oggi in parte rettificato - di negare, temendo una spirale, l’ aspetto politico della vicenda, si sta volutamente oscurando un particolare uscito già domenica e che potrebbe spiegare più chiaramente i fatti.

    Nella stessa via dell’ omicidio, una traversa del lungomare dimenticata da Dio nelle ore notturne , sono state trovate una serie di auto con le gomme tagliate a colpi di coltello.

    E’ probabile che i fascistelli, non è detto solo i due arrestati, fossero intenti a tale gioco, pensando di colpire i partecipanti alla festa reggae, mentre invece essendo la festa finita da svariate ore, quasi tutte le macchine danneggiate appartenevano a villeggianti o residenti.

    I tre compagni stavano andando a riprendere la macchina proprio in quella via e forse in questa coincidenza si puo’ spiegare in modo meno schizoide la nascita dell’ alterco e del susseguente omicidio.

    Keoma

    • Lo scorso 26 Agosto ad Ostia, cioè ad un passo da Focene ( non a caso anche per l’omicidio di Renato è competente il commissariato di Ostia).

      Dal "Messaggero" 26.8.06

      di GIULIO MANCINI

      Stavano dormendo sui loro cartoni, in mezzo agli stracci e all’immondizia, quando sono stati raggiunti da una gragnuola di calci, pugni e sprangate. A tempestarli di botte un gruppo di giovani teppisti scesi dalle moto e animati dal solo gusto di fare del male. Impressionante aggressione l’altra notte a Ostia dove quattro senza fissa dimora di diverse nazionalità sono stati presi di mira da sconosciuti teppisti. I bruti li hanno accerchiati nel cortile della chiesa di Regina Pacis dove il gruppetto di clochard si rifugia per passare le notti. Sull’inquietante episodio indaga la polizia municipale che nella notte è stata affiancata anche da una pattuglia del commissariato per cercare di intercettare e identificare gli aggressori. Solo una fortuita circostanza, frutto della capacità d’osservazione della Squadra infortunistica dei vigili urbani, ha portato alla luce la vicenda. Era, infatti, l’una e venti quando la pattuglia della municipale, chiamata a intervenire in un incidente sulla Litoranea, transitando per via Paolo Orlando ha notato due uomini che camminavano con andatura barcollante. Ai vigili urbani che si sono avvicinati alla coppia la scena è apparsa subito chiara: uno dei due sanguinava da un fianco, l’altro aveva la faccia tumefatta dai colpi. Agli agenti, che hanno allertato il 118 per l’invio di un’ambulanza, i due malcapitati, l’uno italiano e l’altro marocchino, hanno riferito di essere stati aggrediti da una torma di teppisti armati di bastoni e spranghe di ferro mentre dormivano nel cortile parrocchiale di via Cardinal Ginnasi. I feriti hanno anche aggiunto che sul posto erano rimasti altri due compagni di sventura, feriti anche loro. Chiesto il rinforzo di una volante del commissariato, vigili urbani e poliziotti hanno raggiunto il cortile di Regina Pacis dove hanno scoperto l’altra metà del fattaccio. Rannicchiati per terra e piangenti, altri due barboni contusi e sanguinanti. I feriti hanno confermato le circostanze aggiungendo che nel pestaggio gli aggressori inveivano contro di loro in italiano e che indossavano dei caschi da motociclisti. I quattro clochard sono stati tutti accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale ”G.B. Grassi” dove sono stati medicate per traumi e contusioni varie. Le condizioni più serie hanno riguardato l’italiano del gruppo: M.S. di 49 anni ha riportato un trauma cranico che avrebbe consigliato il ricovero in osservazione e prognosi riservata ma l’uomo ha rifiutato il ricovero. Dieci giorni di prognosi sono stati assegnati a K.H. marocchino di 34 anni: i sanitari gli hanno suturato ad un fianco due ferite da arma da taglio per fortuna superficiali. I.L. di 32 anni e I.N. di 41, entrambi di nazionalità romena, hanno riportato contusioni guaribili rispettivamente in sei e cinque giorni.

    • «NON È UN PROBLEMA di due ragazzini. Il problema è chi li autorizza ad aggredire, del clima culturale che li ha fatti sentire legittimati ad agire», dicono all’Acrobax

      In cella un diciottenne e un diciassettenne di Focene accusati per l’omicidio di domenica
      Gli amici: «Vittorio aveva preso una cattiva strada». Svastiche sotto casa del ragazzo ucciso

      di Angela Camuso da "L’Unità" 31.8.06

      «Sì, Vittorio è un attaccabrighe. Da un po’ di tempo aveva preso una cattiva strada. Io che gli ero amica glielo avevo anche detto che doveva cambiare. Che così si stava rovinando la vita. E allora lui, proprio qualche tempo fa, mi aveva detto: ti giuro, sono cambiato. Adesso mi fumo solo qualche canna».

      Aveva ragione, Sabrina, 18 anni. Vittorio Emiliani, appena maggiorenne anche lui, figlio di un carabiniere in servizio presso la caserma di Ostia, davvero si è rovinato la vita e ha rovinato la vita di molti altri. Sarebbe stato lui, domenica all’alba, ad accoltellare a morte, dopo un concerto reggae, il 26enne Renato Biagetti, durante una lite scoppiata per futili motivi davanti al chiosco di Focene ’Buena Onda’. Adesso Vittorio è in carcere, con l’accusa di omicidio volontario in concorso con un altro giovanissimo di Focene, che ha solo 17 anni, è sempre andato bene a scuola e gioca benissimo a pallone, tanto da aver fatto un torneo con il Chievo. I carabinieri della compagnia di Ostia (sì, proprio la stessa presso la quale lavora il padre di Vittorio), hanno fermato i due tra il tardo pomeriggio e la nottata di martedì. Trovato anche il coltello utilizzato per uccidere: il 18enne lo aveva nascosto in un giardino pubblico di Fiumicino. «Vittorio andava in giro in macchina. Faceva il grande. Era un trascinatore», racconta un’altra ragazzina di Focene. Quando è stato arrestato, Vittorio ha detto, addolorato e smarrito, che davvero non credeva che quel ragazzo fosse morto. Sul suo braccio un tatuaggio con una croce celtica e accanto la scritta ’forza e onore’: «Un fascistello» come dicono i suoi amici, o meglio un ’pischello’ che giocava a scimmiottare i fascisti. La tragedia, tuttavia, davvero sembra non avere proprio nulla a che fare con la politica.

      I ragazzi del centro sociale denunciano: davanti al palazzo di Renato Biagetti è apparsa la frase: «Acrobax meno uno»

      Vittorio Emiliani, che da tre giorni non tornava alla casa paterna, quando è stato bloccato dai carabinieri stava vagando dalle parti della residenza della madre, ancora a bordo della stessa Golf grigia che i testimoni avevano notato la notte del delitto. È stato proprio grazie a un numero di targa, parziale, fornito ai militari da alcuni testimoni, che si è chiuso il cerchio delle indagini. La Golf grigia, infatti, è intestata alla sorella di Vittorio. Ed è lui, appunto, il «moretto un po’ zoppo, con i capelli cortissimi» descritto da chi, domenica, ha assistito alla rissa davanti al ’Buena Onda’. Vittorio Emiliani era diventato claudicante a causa di un incidente in motorino, accaduto qualche mese fa: pare che Vittorio, forse a seguito dell’assunzione di stupefacenti, si fosse addormentato mentre a bordo del suo scooter tornava a casa da Fiumicino, dove da qualche tempo svolgeva le mansioni di addetto alla sicurezza dell’ipermercato Auchan. Vittorio, dopo le medie, aveva deciso di abbandonare la scuola. Faceva lavoretti saltuari, come quell’impiego presso l’Auchan. «È un ragazzo che non è stato seguito dalla famiglia. I genitori sono separati, la madre se ne è andata di casa con la sorella e lui dormiva un po’ qua, dal padre, a Focene, un po’ dalla madre, a Torvajanica. Ogni tanto veniva e mi chiedeva di preparargli qualcosa da mangiare», racconta una ragazza che gestisce un bar su via di Focene, a pochi metri dal chiosco ’Buena Onda’. Anche Vittorio Emiliani e il minorenne che domenica era con lui sono residenti sulla stessa via. Sabato sera i due amici erano andati a ballare, avevano bevuto e chissà cos’altro. Il ’Buena Onda’ era appunto sulla strada del loro ritorno a casa e "casualmente", sottolineano i carabinieri, Vittorio e l’altro hanno incontrato Renato, il suo amico e la sua fidanzata, che erano stanchi e alticci. C’è stato un diverbio tra i cinque, nato da futili motivi. Una frase di troppo, o una parola fraintesa. Ne è seguita dunque una scazzottata. Le avrebbero prese e date tutti. Infine, Vittorio ha tirato fuori il coltello.

      «Noi non conosciamo il volto dei due ragazzi arrestati, ma riteniamo che l’aggressione sia stata di chiara matrice culturale fascista. Non è un problema di due ragazzini. Il problema è chi li autorizza ad aggredire, il clima culturale che li ha fatti sentire legittimati ad agire. Ci sono gruppi che fanno l’apologia della lama. E ieri sera, sotto casa di Renato, è apparsa la scritta: «Acrobax meno 1, con una svastica», insistono i ragazzi del centro sociale Acrobax, dove Renato era molto conosciuto e stimato e dove verrà celebrato, forse venerdì mattina, il suo funerale, laico. All’Acrobax, ieri, si è tenuta un’assemblea pubblica. C’era anche Paolo, l’amico di Renato rimasto ferito. «Eravamo usciti da pochi minuti dalla festa - ha raccontato Paolo - Una Golf si è fermata e ha abbassato il finestrino. Mi è stato chiesto se la festa fosse finita. Ho risposto di sì e a quel punto mi hanno chiesto cosa stessimo facendo ancora lì e di tornarcene a Roma. Io ho risposto che stavamo andando via. A quel punto dal guidatore sono volati insulti, io mi sono poggiato sullo sportello dell’auto per non farglielo aprire mentre Renato ha tentato di fare altrettanto con l’altro sportello. A quel punto il passeggero è uscito e lo ha aggredito»

      Vittorio Emiliani è adesso rinchiuso nel carcere di Civitavecchia. Il minorenne è invece al centro di prima accoglienza "Virginia Agnelli", a Roma. Entrambi attendono di essere sentiti dai magistrati, per l’interrogatorio di garanzia ed è molto probabile che il minorenne vedrà alleggerirsi la sua posizione giudiziaria, quando sarà certo, come si suppone, che ad accoltellare Renato Biagetti è stato l’amico 18enne Vittorio. Il sindaco Walter Veltroni e il presidente Enrico Gasbarra ieri si sono complimentati con l’Arma dei Carabinieri.

      Angela Camuso