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Roma. Il "No Cav. Day" è un trionfo. 100mila in piazza Navona
Publie le mercoledì 9 luglio 2008 par Open-Publishing1 commento
Roma. Il "No Cav. Day" è un trionfo. 100mila in piazza Navona
di Alessandro Ambrosin
Questo pomeriggio all’evento organizzato da Micromega contro i continui attacchi alla costituzione e alla repubblica con i famigerati decreti “ad personam” di Berlusconi, la sentita partecipazione è stata altissima. Un vero trionfo, a detta degli organizzatori, che hanno stimato la presenza di almeno 100mila persone, le quali non hanno perso l’occasione per dire: “io c’ero”.
Sintomo che quando gli attacchi sono diretti allo stato di diritto la società civile risponde, pur piccola che sia, e fa sentire la sua voce attraverso una presenza attenta e consapevole. Una chiara dimostrazione che gran parte dei cittadini italiani iniziano a sviluppare quel senso comune che li rende attivamente coesi e vicini agli antichi pilastri che contraddistinguono la carta costituzionale del nostro paese. Altro che casta elitaria! Oggi c’erano veramente tutti ad alimentare la voce del dissenso, e non quello gratuito, ma ragionato e circostanziato.
Nel palco si susseguono voci importanti, autorevoli, che ribadiscono il vento epocale che sta attraversando il nostro paese. Dalle parole pacatamente sarcastiche di un Marco Travaglio che riporta con precisione dettagliata la storia di un uomo che sta cambiando la politica italiana e la vita dei suoi cittadini. Unico neo, è che le variabili sono tutte a suo favore. Insomma che la Legge sia uguale per tutti, per ironia della sorte spesso non lo è. L’attacco al presidente del Consiglio, da parte di Travagliio è precisa e dettagliata, come solo lui sa fare.
Non perde un colpo il noto giornalista nel raccontare per l’ennesima volta la storia della scalata politica del più discusso premier italiano, dei suoi importanti sostenitore politici ed economici, delle collusioni che lo spingono oltre il confine della legalità. Il decreto sulle immunità parlamentari per le quattro più alte cariche dello stato arrivano come una coltellata nella stomaco, davanti ad una folla attenta che non manca di replicare con scroscianti applausi. Ma accade lo stesso anche per Moni Ovaia, per lo scrittore Andrea Camilleri che si improvvisa con la sua “verve” poetica, per Furio Colombo, Ascanio Celestini (No Cav Day Ascanio Celestini), F iorella Mannoia e per Sabina Guzzanti. E’ proprio quest’ultima con vena ironica a riportare l’attenzione sui divieti delle tanto discusse intercettazioni telefoniche. Fatti che nonostante tutto sembrano essere già diventati di pubblico dominio, tant’è dettagliato il racconto della Guzzanti, e che non riguardano un cittadino comune ma un presidente del Consiglio. Roba da “impeachment” direbbero gli americani.
Ma qui siamo in Italia e le cose vanno molto diversamente. Lo ribadisce Antonio Di Pietro (No Cav Day Antonio Di Pietro) che parla di una giustizia imbavagliata, di un governo che impreca contro il giustizialismo, quando per ricoprire le più alte cariche dello stato non sono necessari lo "stato di innocenza".
Le leggi “salva premier” sono solo l’inizio di un’era che si profila preoccupante, frutto di obiettivi striscianti che somigliano esattamente a quelli che appartenevano alla loggia massonica P2.
Anche la diretta telefonica con Beppe Grillo non poteva mancare. Una decina di minuti di un intervento in parte applaudito ma anche fischiato. Certo la sua vena comica è sempre presente, non ci vogliono chiavi di lettura particolari per capire esattamente in quale situazione ci sta portando questo nuovo Governo di centro destra, ma i fatti non dovrebbero dare spazio alle opinioni personali o per lo meno sconfinare in frecciatine fuori luogo. Eppure Grillo si lascia tentare e lancia anche qualche accusa contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma questa volta a fermarlo è un pubblico attento che prende subito le distanze, e così l’antipolitico per antonomasia viene ripetutamente fischiato.
Al di là del palco centrale tra la massa della società civile spuntano le bandiere dei partitii. Rifondazione Comunista presente con l’ex ministro alla solidarietà sociale Paolo Ferrero, l’ex senatore Giovanni Russo Spena, i Comunisti italiani con Diliberto, Sinistra Critica, i Verdi, Sinistra Democratica e tantissime bandiere dell’Italia dei Valori. Pochissime, invece, le bandiere del Partito Democratico, nonostante il pronostico riportava la totale assenza del gruppo d’opposizione.
Certamente questa giornata avrà una sua continuità logica. Di Pietro, infatti, prima di lasciare il palco ha colto l’occasione per lanciare un prossimo obiettivo, quello di un referendum abrogativo.
Verso le nove di sera la piazza comincia a svuotarsi e i primi turisti possono finalmente varcare la soglia di quello che un tempo era lo stadio di Domiziano. Alcuni di loro hanno un sorriso stampato sulle labbra, forse avranno saputo o letto cosa sta succedendo in questo paese. Di certo qui, nel bel mezzo dello stivale, per difendere una democrazia sempre più offuscata, l’unica alternativa è quella di mobilitarsi per smuovere la coscienza civile. O quel che resta.
dazebao
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1. Roma. Il "No Cav. Day" è un trionfo. 100mila in piazza Navona, 10 luglio 2008, 07:52, di viviana
Finalmente l’articolo che avrei voluto leggere sui quotidiani. Un grazie a chi c’era, specialmente dell’arco partitico, parlamentare e non. Un grazie a Di Pietro che ha organizzato la manifestazione con Micromega.
I giornali sono stati meschini e stupidi, l’ira dei partecipanti contro le loro posizioni livorose e disinformanti è stato massimo. Se qualcuno aveva ancora fiducia che qualche verità trapelasse dalle loro pagine, è caduta totalmente. Quando ci furono le grandi Chiarmarli faziosi e schierati è il minimo. Paginate intere sono state sprrecate per insultare la Guzzanti e Grillo mentre poche righe o nulla sono state dedicate al colpo di mano di Berlusconi che stravolge la costituzione repubblicana con un decreto ignobile per difendersi da giusti processi e crearsi una impunibilità eterna.
Del resto la viltà della stampa italiana e la sua propensione a schierarsi col potere e mai con la giustizia è ben nota e ne fa un potere basso e servile.
Quando ci furono le manifestazioni pacifiste che portarono 110 milioni di persone a sfilare nel mondo ebbero la faccia tosta di criminalizzarne i partecipanti che tentatavno di impedire le guerre infinite di Bushi e li chiamarono criminali, escludendo la bandiera arcobaleno dalle loro pagine e dagli schermi televisivi. Oggi si scagliano contro i legittimi democratici, i cittadini che insorgono contro un tentativo palese di regime. L’opportunismo e la mancanza di vergogna fanno dei nostri sistemi di informazione i peggiori media dell’Occidente.
Non una parola sulle perrsonalità di valore che si sono succedute sul palco. I quotidiani hanno voluto pervicacemente parlare solo degli attacchi della Guzzanti e di Grillo a Napolitano, al Papa e alla Carfagna, come se costoro non si fossero schierati col regime aiutandolo. Vergogna a questa gente sporca, venduta in mala fede!
A chi non c’era e della stampa si fida la manifestazione civile per la libertà e per la giustizia è apparsa una brutta pagliacciata. Per chi c’era o ha seguito la manifestazione sugli schermi di rainews24 la differenza tra le cose raccontate e la realtà è parsa eclatante e ingiustificabile.
Repubblica si è contraddistinta in questa caccia alle streghe. I roghi sono cominciati e oscuri tempi si profilano per il nostro disgraziato paese in cui si distinguerà chiaramente chi ama la libertà e chi è pronto a inchinarsi al potere e al suo cloroformizzato senso dell’informazione
viviana