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Roma - La marcia per l’amnistia

Publie le domenica 25 dicembre 2005 par Open-Publishing
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Nelle prime file Bonino, Napolitano, D’Alema, Cossiga e Ferrara

Il Parlamento si riunirà in seduta straordinaria il 27 dicembre

Roma, la marcia per l’amnistia
"Le carceri stanno scoppiando"

Adesioni bipartisan, ma l’iter parlamentare è difficile

Attacco di Pannella ai sindacati: "Sordi a questo problema"

ROMA - A Roma sotto la pioggia per l’amnistia. E’ partita da Castel Sant’Angelo e si è conclusa davanti al Quirinale la marcia promossa da Marco Pannella, con adesioni bipartisan come Andreotti, Cossiga, Bertinotti, Emanuele Macaluso, Giuliano Ferrara e Stefano Rodotà. Secondo la questura, i partecipanti alla manifestazione sono stati circa 400. La tappa più significativa della manifestazione di fronte al carcere di Regina Coeli, con i brevi interventi di Don Antonio Mazzi, don Andrea Gallo e Marco Pannella.

Gonfaloni e jazz band. Il corteo era preceduto da un camion aperto, sul quale ha suonato una jazz band. Sul camion sono stati attaccati molti palloncini gialli e verdi con su scritto ’Amnistia’. Molti i gonfaloni di enti locali: tra questi quello della Regione Lazio e del comune di Roma, le Province di Roma e Lodi e i comuni di Scanzano Jonico e Massa Lubrense.

In testa Pannella e Bonino. In testa al corteo un grande striscione bianco sul quale era scritto a caratteri cubitali neri "Amnistia per la giustizia e la libertà". A sfilare in testa numerosi esponenti radicali, tra i quali Pannella e Bonino; c’erano poi molti diessini, tra questi Napolitano, D’Alema, Brutti, Macaluso; e molti socialisti, fra cui Villetti, De Michelis, il presidente della Regione Abruzzo Del Turco, Boselli.

Sacerdoti e giornalisti. Tra le prime file del corteo anche don Mazzi e don Andrea Gallo, che sono tra i promotori della marcia, accanto a Cossiga, Russo Spena, Taradash, Paolo Cento, Franco Giordano e Bertinotti, Leo Solari. Hanno partecipato alla marcia anche alcuni giornalisti, tra i quali Lucia Annunziata; il direttore dell’Unità, Antonio Padellaro, e Valentino Parlato.

Le parole di don Mazzi. La prima sosta del corteo è stata davanti al carcere di Regina Coeli, dove per alcuni minuti la musica della jazz banda ha lasciato spazio a un breve discorso di don Mazzi, don Gallo e Pannella. "Siamo qui perchè si finisca di adoperare il carcere come strumento di tortura invece che di rieducazione, ma siamo qui anche per dire che non accettiamo i programmi del guardasigilli che prevedo o di aumentare la carceri anzichè di liberarle", ha detto don Mazzi.

Il messaggio di don Gallo. Da don Gallo un messaggio al presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini: "Caro Casini, con la convocazione del 27 dicembre alle 9 si rischia di esser presi in giro dal Parlamento".

Le polemiche e l’appello di Pannella. Pannella ha polemizzato con quanti nel passato non hanno fatto nulla per porre in modo forte "la questione sociale della situazione delle carceri e della giustizia in Italia", e con i sindacati, per la loro mancata adesione. "Quelle strutture parastatali che in un modo sapiente sanno organizzare un milione di persone a Roma o 500.000 in altre città - ha detto - hanno qualcosa di antropologico contro questo tema". Pannella ha infine lanciato un appello per "una nuova forma di unità che tenga conto come per la prima volta la massima questione sociale e istituzionale si manifesta".

L’adesione del ministro Prestigiacomo. Non partecipa alla manifestazione, ma ha tenuto a far pervenire la sua adesione il ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo: "Sono convinta - afferma Prestigiacomo - della necessità di un gesto di clemenza e che il Parlamento debba fare una scelta, anche tenendo conto della drammatica situazione delle carceri".

Manifestazioni anche in altre città. Anche in altre città sono state organizzate manifestazioni. "Le carceri siciliane sono sovraffollate e costituiscono una vera emergenza", ha detto Turi Lombardo, componente della direzione nazionale dello Sdi, davanti al carcere dell’Ucciardone. Di amnistia ha parlato nel corso dell’omelia nel carcere di San Vittore a Milano anche il cardinale Dionigi Tettamanzi, che oggi ha celebrato la messa di Natale per i detenuti. Davanti a San Vittore c’è stato anche un presidio: tra i manifestanti, l’ex prefetto di Milano Bruno Ferrante e l’onorevole Giuliano Pisapia. Iniziative analoghe davanti alle carceri di Bari, Bolzano e Cagliari.

Il 27 si riunisce la Camera. Sull’argomento la Camera si riunirà in seduta straordinaria il 27 dicembre, grazie a una raccolta di firme. An e Lega si sono già dichiarate contrarie all’iniziativa. Per un provvedimento di amnistia e indulto è necessario il sì di due terzi del Parlamento.

Le motivazioni. "Attualmente sono 60.000 i detenuti nel nostro paese, un record nella storia repubblicana - sostengono i radicali - altre 50.000 persone sono in misura alternativa alla detenzione, mentre 70-80.000 persone sono in attesa della decisione del giudice circa la possibilità di scontare la condanna in misura alterativa. Il totale ammonta a 180-190.000 persone, che significa, nel volgere di 15 anni, una crescita esponenziale della popolazione carceraria di 6 volte quella attuale".

"Chi si oppone alla clemenza - spiegano ancora i promotori della marcia - dimentica che in Italia esiste un’amnistia strisciante che si chiama "prescrizione" e che è spesso riservata a chi può permettersi un bravo avvocato. Solo negli ultimi cinque anni, ben 865.073 persone hanno beneficiato della prescrizione dei reati penali per i quali erano state inquisite. Chi si oppone alla clemenza dimentica che l’aumento delle carcerazioni non determina la riduzione dei reati".

(25 dicembre 2005)

Messaggi

  • Quelle promesse dimenticate in cella, di Sergio Segio

    La Repubblica, 24 dicembre 2005

    Nel 2002, davanti al Parlamento riunito, il Papa chiese alle forze politiche clemenza, ma anche coerenza. Riscosse lunghi e ripetuti applausi ma nessuna vera attenzione. Entrambi i richiami sono rimasti inevasi. Da 15 anni il carcere non vede amnistie e neppure riforme. Le poche leggi capaci di dare sollievo alla emergenza umanitaria che si vive nelle celle, emanate nella scorsa legislatura, sono rimaste inapplicate: nuovo regolamento penitenziario, scarcerazione delle detenute madri e dei bambini, passaggio al sistema sanitario nazionale, incentivi a fornire lavoro ai detenuti, scarcerazione dei malati gravi. Come tante altre, sono rimaste lettera morta. Così che si può dire – si deve dire, e occorre sapere – che oggi il carcere è illegale. Oggi c’è un’amnistia nascosta e strisciante che riguarda chi può garantirsi difese efficaci e lungaggini processuali (221.880 beneficiari nel solo 2004, 865.073 negli ultimi 5 anni) e pene lunghe e certe per i non abbienti, spesso colpevoli di piccoli reati dovuti alla marginalità sociale (e – va detto – anche alla mancanza di politiche sociali adeguate). Per recuperare umanità, efficienza, legalità, per dare finalmente vita a vere e profonde riforme del sistema penale e penitenziario, è diventata improcrastinabile una precondizione. Quella stessa invocata dal Papa, dalle associazioni e dalle forze sociali nell’anno del Giubileo: un provvedimento di amnistia e di indulto, magari accompagnato da quel "piano Marshall" di sostegno al reinserimento sociale e lavorativo che avevamo proposto anni fa e che è unica vera garanzia di rottura della spirale della recidiva e dunque di maggior sicurezza per tutti i cittadini.Per questo, come volontari, associazioni, sindacati, cittadini manifesteremo la mattina di Natale a Milano (e in numerose altre città). Per chiedere attenzioni sincere e riforme vere, ribadendo le parole del cardinale Tettamanzi sulle necessità di un provvedimento di clemenza e sul rischio delle strumentalizzazioni politiche. Per dire che le carceri sono un problema di tutti e renderle umane e dignitose è una responsabilità che la politica deve finalmente assumersi, senza ping-pong e parole vuote. Per questo terremo un presidio la mattina di Natale: non davanti a San Vittore, come avremmo voluto e come la questura ha invece negato, ma dietro il carcere, in piazza Aquileia, dalle 10 in avanti. Un modo per essere vicini a detenuti e operatori e alle loro famiglie. Per dire buon Natale ai buoni e ai cattivi, ai bisognosi e ai distratti.

    • Roma, 17:55

      AMNISTIA: PANNELLA, QUELLA MALIZIA DI CASINI...

      Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini "e’ malizioso e si potrebbe dire anche disonesto", perche’ "usa i propri poteri discrezionali per colpire il prestigio della propria istituzione e per creare ostacoli a chi e’ stato eletto per compiere il proprio dovere". Lo ha detto il leader dei radicali, Marco Pannella, nel corso di una conferenza stampa annunciando la presentazione di un dossier "sulla attivita’ di Casini come presidente della Camera e sulle posizioni politiche che interferiscono con il suo ruolo". I radicali contestano a Casini il fatto di aver convocato la Camera in seduta straordinaria per discutere dell’amnistia per il 27 dicembre e non per il 28 cosi’ come prevedeva il documento presentato dall’esponente della Margherita Giacchetti. "Il manifesto calcolo di Casini - ha spiegato Pannella - si sarebbe dovuto risolvere con l’ennesima buffonata della Camera. Una provocazione alla quale risponderemo con una massiccia presenza. La Rosa nel pugno - ha spiegato - sara’ presente al completo in Aula; le tribune saranno piene di cittadini e di numerosi senatori che ci hanno gia’ comunicato la loro adesione. La nostra risposta a Casini prevede anche un presidio di cittadini davanti a Montecitorio a partire dalle ore 9". Pannella ha citato l’articolo 62 comma 3 della Costituzione secondo il quale "quando si riunisce in via straordinaria una Camera, e’ convocata di diritto anche l’altra". Pannella si e’ detto "sorpreso dal comportamento di Casini che sembra morso da una tarantola. Ha definito irresponsabili tutti coloro che sottovalutano il problema delle droghe leggere. Abbiamo un singolare presidente della Camera - ha sottolineato Pannella - che non merita di essere confermato".

      www.repubblica.it 26.12.05