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Roma e Milano, due piazze unite per la libertà
Publie le domenica 15 gennaio 2006 par Open-PublishingL’ombra dell’offensiva “etica” lanciata dal Papa. Il fronte anti-clericale. L’amarezza di Prodi. Su tutto la difesa dei nostri diritti, di uomini e donne
di Carla Ronga
Roma e Milano, due piazze unite per la libertà. Le manifestazioni di oggi - “Tutti in Pacs. Festa delle libertà civili” a Roma in piazza Farnese dalle 15.30 e “Usciamo dal silenzio” in difesa della Legge 194 che si svolge a Milano dalle 14.00, da piazza Duca d’Aosta a piazza del Duomo - condividono una battaglia di civiltà, incentrata sui temi della libertà e della responsabilità di donne e uomini sul terreno della sessualità, della procreazione e delle relazioni. Contro ogni discriminazione.
La vigilia di questi due appuntamenti è stata, a dir poco, tormentata, dopo la vera e propria scomunica papale a condanna delle unioni civili e della pillola abortiva. Una vera e propria “offensiva etica” lanciata da Ratzinger durante l’incontro con le autorità capitoline, ricevute giovedì scorso in udienza nella Sala Clementina del Palazzo apostolico. “Non c’è alcuna effettiva esigenza sociale di riconoscere forme di unione che oscurano il valore e le funzioni della famiglia fondata sul matrimonio”, ha detto Benedetto XVI richiamando gli amministratori pubblici alle proprie responsabilità. E resta “una scelta contro la vita” l’introduzione di farmaci “che nascondano la gravità dell’aborto”, ha aggiunto il Pontefice riferendosi alla pillola Ru486.
Clemente Mastella teme di perdere consensi elettorali “al centro”. Il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti esprime l’esigenza di “mettere al riparo” un tema serio come quello delle unioni di fatto dalle “provocazioni o dagli atteggiamenti spettacolari” e il leader dell’Unione Romano Prodi lascia trapelare la propria “amarezza” per una manifestazione di piazza, quella sui Pacs, ritenuta
“fuorviante”. Intanto la conferma che, nonostante il veto della gerarchia ecclesiastica, tra le centinaia di adesioni di singoli, gruppi e associazioni, alla manifestazione di Roma per i Pacs hanno annunciato la loro presenza anche tre sacerdoti “ribelli”: don Vitaliano della Sala, il teologo delle comunità di base don Franco Barbero e don Andrea Gallo di Genova.
Prodi è amareggiato per la manifestazione in favore dei Pacs? “ Non capisco quale sia il problema” afferma Anna Finocchiaro, rilevando che il testo “di cui parlo io e che abbiamo già cominciato a discutere in commissione Giustizia con cautela, facendo molte audizioni, non contempla alcun surrogato di matrimonio, è una legge che regola i rapporti interpersonali”. Fausto Bertinotti, impegnato a Berlino nell’esecutivo della Sinistra europea, sottolinea come “il riconoscimento dei diritti deve riguardare tutta l’Unione ed entrare nella sua agenda”. Il presidente nazionale di Arcigay è “dispiaciuto e sorpreso” per l’amarezza di Prodi . “La nostra - ha detto Sergio Lo Giudice - è una battaglia per le libertà civili e l’uguaglianza giuridica: sono principi che rappresentano il cuore stesso della nostra Costituzione e non possono essere oggetto di trattativa con poteri confessionali esterni alle istituzioni della Repubblica”.
Di fronte alle parole di Ratzinger, difeso a spada tratta dalla Casa delle Libertà, inevitabili si sono riaccese le polemiche politiche. “Sarebbe l’ora di chiudere la pagina delle ingerenze, con la relativa pretesa di trasformare le legittime convinzioni morali o religiose delle gerarchie ecclesiastiche in imposizione (o, in questo caso, in divieto) per tutti gli altri, omosessuali o eterosessuali che siano” ha commentato Daniele Capezzone, membro della segreteria della Rosa nel Pugno.
Il potere va sempre esteso, dalle anime ai corpi, questa è la continua tentazione a cui molte persone di Chiesa non sanno resistere. Compresi i pontefici. La Cei, seguendo le direttive di Ratzinger, ha pieno diritto di trasformarsi in un partito integralista, ma non può pretendere di svolgere la sua azione a spesa dei contribuenti italiani.
Per Roberto Villetti, “La Chiesa ha tutto il diritto di esprimere i suoi orientamenti su Pacs e pillola RU 486, ma non può dettare le leggi dello Stato o pretendere di impedire che si possa legiferare in queste materie”. “Il Papa - prosegue l’esponente socialista della Rosa nel Pugno - ripropone un’antica questione che dovrebbe essere stata sciolta dalle democrazie liberali com’è quella italiana: i peccati non possono essere tradotti in reati. Non ci possiamo nascondere che l’entrata in campo del Papa nella discussione italiana su questi temi, dopo i pesanti interventi che già ci sono stati da parte del presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini, mostra come il nostro Paese si trovi in una situazione del tutto differente da quella delle altre grandi democrazie occidentali europee, come la Francia, la Gran Bretagna e la Germania, nelle quali non sarebbero neppure concepibili interventi di questo genere.
Da tutto ciò si ripropone una questione che abbiamo a suo tempo sollevato: se si viola lo spirito del Concordato non saremo noi a invocare limitazioni al diritto di espressione e tanto più nel caso della massima autorità della Chiesa. Osserviamo solo che in questo modo si pongono tutte le premesse per il suo superamento, compresi tutti i privilegi di diverso genere, come strumento che può garantire una certa libertà alla Chiesa, utile negli Stati autoritari, ma che non serve in una democrazia liberale come la nostra nella quale a tutti è concesso il pieno diritto di espressione”.
Non si è fatta attendere la replica dell’Arcigay alla condanna contro i Pacs. “Non c’è nessuna contraddizione tra i diritti della famiglia tradizionale e quelli della famiglia di fatto - sottolinea Franco Grillini, presidente onorario dell’associazione e deputato Ds -. Le affermazioni del Papa sono smentite dall’esperienza degli undici Paesi europei dove queste leggi sono già in vigore”. Secondo Grillini le nuove norme sulle unioni di fatto andrebbero a tutelare una fetta di circa 3-4 milioni di cittadini italiani conviventi, omosessuali o eterosessuali. Ad essere in gioco, sottolinea Grillini, sono diritti come l’accesso agli ospedali e alle carceri in cui sono ricoverati o detenuti i conviventi oppure la pensione di reversibilità”.
Risulta incomprensibile come tutto ciò possa essere considerato “eversivo” e non invece una risorsa rilevante per la nostra società e per il suo pluralismo.
Nella capitale l’appuntamento promosso dall’Arcigay per sostenere il varo di una nuova legge è a Piazza Farnese, sotto le finestre dell’ambasciata di Francia, il primo Paese europeo che ha detto sì ai patti di convivenza. Numerose coppie gay, lesbiche ma anche eterosessuali renderanno pubblica la loro convivenza e le loro unioni saranno “ufficializzate” dal vice procuratore della Corte di Cassazione, Giovanni Palombarini. L’adesione del magistrato all’iniziativa simbolica ha già destato le ire del Guardasigilli Roberto Castelli. Nei giorni scorsi il ministro leghista ha lasciato intendere che se Palombarini non recederà potrebbe partire un’azione disciplinare.
Ma il giudice ha già ribadito che oggi lui ci sarà: con la benedizione del presidente dell’Anm Ciro Riviezzo e la solidarierà di Magistratura Democratica che sarà presente ai massimi livelli - il presidente Franco Ippolito e il segretario Ignazio Patrono - in qualità di “co-officianti”.
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