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Roma, spranghe e svastiche tra i giovani studenti di An
Publie le mercoledì 18 marzo 2009 par Open-PublishingRoma, spranghe e svastiche tra i giovani studenti di An
di Stefano Milani
Il materiale in un’aula gestita da studenti di destra nel terzo ateneo
Spranghe, catene, ritagli di giornali e volantini siglati con svastiche e celtiche. Non siamo in qualche nostalgico emporio nazista, ma a Scienze politiche nell’aula dei rappresentanti della terza università di Roma. Il materiale era tutto in un armadietto, gelosamente custodito in una stanza ufficialmente adibita a luogo di dibattito nonché sede della redazione di un giornale web e di un’associazione culturale, ma che in realtà da un anno è autogestita da studenti di destra. Ieri un’incursione di alcuni ragazzi del collettivo ha portato alla luce l’intero arsenale nazifascista. Nell’armadietto c’erano anche volantini inneggianti alle associazioni Foro753, Azione universitaria, Il Manifesto di Verona e materiale elettorale di An.
Cimeli esposti qualche ora più tardi dagli studenti dei collettivi all’ingresso dell’aula A a formare una sorta di altarino nero, tutto tappezzato di materiale trovato nella stanza dei giovani di destra, in cui capeggiano manifesti di ogni tipo «Onore a Jorge Haider», «Comandante Cecchini: presente», «Ein volk, ein reich, ein fuhrer». E ancora si fa spazio una copia dell’edizione straordinaria del Messaggero intitolata «L’Italia è in guerra», nonché una grande vignetta sulla presenza dei nomadi in Italia con frasi come «io da grande ruberò in metropolitana» oppure «non sono maggiorenne ma ho già 14 figli».
La scoperta arriva il giorno dopo l’aggressione fascista, finita con tre studenti mandati all’ospedale. «È l’aria che si respira qui da un anno a questa parte», ci racconta sommessamente Luca, studente di Scienze politiche. Esattamente da quando Roma Tre, considerata un intoccabile feudo rosso, ha cambiato colore nelle ultime elezioni di ateneo dello scorso maggio. L’ascesa di Azione universitaria è stata impressionante, da quinta a prima lista assoluta con il 53,8% dei voti contro il 44,8% delle liste del centro-sinistra che l’ultima volta avevano fatto manbassa ottenendo oltre il 60% dei consensi. «Da allora si sentono i padroni. Il risultato delle urne li ha legittimati», continua Luca «"qui comandiamo noi" ci dicono, "dovete rigare dritto adesso"».
Più o meno le parole che lunedì mattina alcuni studenti di Au avevano rivolto ai ragazzi del collettivo entrando nell’aula autogestita avvertendoli che «non sarebbero state tollerate interferenze» per mercoledì, giorno in cui doveva essere presentato un libro su Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un poliziotto in un autogrill. Minaccia verbale che, un’ora e mezza più tardi, ha seguito i fatti. E le botte. Di una quindicina di militanti di destra arrivati a volto coperto che hanno fatto irruzione in facoltà scatenandosi in tutto il loro repertorio più classico: cinghiate, pugni e bastonate.
Azione universitaria cade dalle nuvole. «L’armadietto? Hanno inventato di sana pianta di avervi trovato spranghe e catene, oltre a materiale politico legittimo e pubblicazioni autorizzate». Una logica che non fa parte dei ragazzi di destra, giura Giovanni Donzelli presidente nazionale di un movimento studentesco che «ripudia la violenza e qualsiasi richiamo agli orrori ideologici del novecento. Chi non ha questa visione della politica non può far parte di Azione universitaria».
La situazione nell’ateneo di via Ostiense rimane molto calda. I collettivi ieri, nel corso di una conferenza stampa, hanno voluto ribadire la loro solidarietà alla famiglia Sandri sottolineando che nessuno avrebbe impedito l’iniziativa sul giovane tifoso ucciso. «Da giorni sono attaccati i manifesti sulla presentazione del libro e nessuno si è permesso di staccarli chiediamo alla famiglia Sandri di non farsi strumentalizzare». Alla conferenza hanno partecipato anche il preside della facoltà, Francesco Guida, la madre di Renato Biagetti, il giovane ucciso a Fidene a coltellate da estremisti di destra e Bianca Bracci Torsi dell’Anpi. Guida è stato invitato a vigilare sulle liste e candidature di esponenti che, in qualche modo, si richiamano al fascismo. All’Università è stato anche chiesto di costituirsi parte civile nella aggressione di due giorni fa. «Abbiamo immediatamente sospeso l’iniziativa di Azione Universitaria che si doveva tenere domani - la risposta del preside - ora attendiamo il risultato delle indagini giudiziarie per fare ciò che è di nostra competenza.
I provvedimenti eventuali potrebbero anche portare all’espulsione».
Perfino il sindaco Alemanno si è dice «preoccupato dalla notizia del ritrovamento di armi improprie all’università», e invita a fare «piena luce su quanto accaduto». Parole di circostanza che si ripetono a ritornello ogni volta che c’è un’aggressione fascista dentro le mura accademiche. E, in questi ultimi tempi, accade sempre più spesso.