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Ronde informatiche e manifestazione fnsi

Publie le mercoledì 16 settembre 2009 par Open-Publishing
1 commento

Ronde informatiche e manifestazione FNSI
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Oggi G.A. Stella noto ed importante opinionista del Corriere della Sera, dopo avere definito spazzatura i commenti di persone che intervengono in internet auspica ronde informatiche (magari armati di manganelli elettronici ?) per mettere in riga quanti si permettono di criticare nientepopodimeno che il Potere. Chi critica colui che si ritiene ispiratore della riforma Gelmini o pezzi di questa e critica pure Brunetta o Biagi per la legge che ha ispirato è antisemita e fa del pericoloso terrorismo politico! Mi domando in che cosa siano diverse le ronde informatiche invocate da Stella dai proclami bulgari o polacchi del Presidente del Consiglio contro Tizio, Caio o Sempronio.....
Magari G.A.Stella sabato sarà alla manifestazione indetta dalla stampa per chiedere maggiore libertà di informazione!
La manifestazione di sabato propone il rispetto dell’art.21 della Costituzione. Sono molto d’accordo. Ma mi domando quanto siano attendibili e davvero liberi i rappresentanti della libertà di informazione in Italia dal momento che tutta la stampa ed anche la radio e le TV sono foraggiate con contributi statali indecenti che non hanno pari in tutto il pianeta. La Rai TV costa cinque miliardi di euro all’anno e mantiene una pletora di funzionari, giornalisti, managers, direttori, tutti a stipendi ed emolumenti da favola. Non c’è TV al mondo che eguagli in costi ed in munificenza di trattamento ai suoi dipendenti come la TV italiana oramai completamente nelle mani del padrone di Mediaset come abbiamo visto ieri sera con l’oscuramento di Ballarò per dare più luce a Porta a Porta.
Un Paese con 1700 miliardi di debito, in piena crisi economica, con i Bot che non danno quasi più rendimento, foraggia un sistema informativo di carta stampata per oltre un miliardo di euro l’anno. Giornali di dimensioni parrocchiali ma di partito ricevono contributi per centinaia di migliaia o milioni di euro.
Facciamo pure la manifestazione per la libertà di informazione. Ma la vera informazione è quella economicamente indipendente, è quella che riceve alimento soltanto dai suoi lettori. Difendiamo la libertà di internet e chiediamo alla stampa di rinunziare ai foraggiamenti statali. Privatizziamo la RAI TV affidandola ad una cooperativa dei suoi stessi dipendenti! La sinistra cessi con il consociativismo
e la lottizzazione della RaiTV! e recuperi piena libertà di critica e credibilità di opposizione!
pietro ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

http://www.corriere.it/cronache/09_s...4f02aabc.shtml


Tutti gli esseri umani nascono eguali. Tutti senza camicia. Tutti gli esseri umani hanno diritto di cercare dove vogliono il loro raggio di sole.

Messaggi

  • L’articolo era questo

    Libertà (troppa) di spazzatura online
    Dopo l’attacco a Giorgio Israel, la tentazione di ronde elettroniche anti-razzismo

    Raglio d’asino non sale al cielo, dice un vecchio adagio. E c’è da sperare che Giorgio Israel, docente di matematica alla Sapienza di Roma, autore di numerosi libri e centinaia di articoli scientifici e collaboratore di Mariastella Gelmini non se la prenda troppo per quelle scritte idiote e razziste apparse in un blog.

    Incassata la solidarietà non solo del ministro dell’Istruzione ma di tanta gente che magari non condivide né lo spirito né la lettera della riforma ma trova insopportabile quell’infamia online («La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l’artefice dietro le quinte di essa, il puparo, è l’ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta»), il professor Israel ha buoni motivi per fare spallucce.

    La rete, proprio perché è lo spazio più libero e sconfinato e anarchico che esista, è piena e strapiena di documenti straordinari e insieme di spazzatura. Ci trovi le encicliche papali in edizione integrale, i manuali d’uso del fucile Carcano- Mannlicher del 1891, le cronache medievali di Rodolfo il Glabro, le più raffinate riviste di scienze e insieme notizie pazze come quella raccontata da un giornale congolese secondo il quale alcuni anni fa, in seguito al malocchio di uno stregone, tutti e undici i membri di una squadra di calcio congolese, dal portiere all’ala sinistra, furono uccisi da un un fulmine che lasciò illesi i giocatori della squadra avversaria.

    La sparata contro Israel, tuttavia, è solo l’ultimo segnale di un problema vero. Come può dimostrare il lavoro di monitoraggio quotidiano del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Internet è diventata anche in Italia la zona franca in cui si possono sfogare tutti i peggiori istinti razzisti che ribolliscono nella sentina della società. Contro i negri, i terroni, gli handicappati, i marocchini, gli albanesi, i finocchi, gli «altri »... Il sociologo Antonio Roversi, nel libro «L’odio in rete » scritto poco prima di morire, aveva capito tutto: il lato oscuro del Web «è popolato da individui e gruppi che, pur nella diversità di accenti e idiomi utilizzati, parlano tutti, salvo qualche rara ma importante eccezione, il linguaggio della violenza, della sopraffazione dell’annientamento nei confronti di altri esseri umani. Dietro quelle pagine web ci sono uomini e donne che nutrono un senti­mento antico che si pensava prosciugato dal processo di civilizzazione o quantomeno relegato in qualche nicchia inoffensiva e nostalgica del nostro pianeta, ma che invece si è riaffacciato con un’intensità per certi versi sorprenden­te ». Lo scriveva tre anni fa. E le cose sono perfino peggio­rate. Tema: niente «ronde» (informatiche) per beccare i razzisti in rete?

    Gian Antonio Stella

    Il finale non è brillante, ma io, conoscendo Stella, l’ho preso per una boutade, una domanda retorica, non un auspicio. Del resto il termine di oscurità in rete è stato vergato qui unicamente contro i razzisti o gli antisemiti.
    Non credo che Stella sia un razzista, o sia mai stato a favore delle ronde o sia contro la libertà di espressione, per cui la domanda finale del suo articolo mi pare abbia un senso ironico verso un potere che il razzismo lo sostiene, non certo lo combatte, e la calunnia o l’insulto li usa come mezzi di governo, non come gesti riprovevoli.
    Per cui penso che l’articoli di Pietro sia fuori luogo. Meglio prendersela con avversari meglio scelti

    viviana