Home > Rosarno vista da Saviano
Saviano dice che chi racconta che l’arrivo dei migranti sui barconi porta valanghe di criminali, chi racconta che incrementa violenza e degrado, dimentica che le 2 più importanti rivolte spontanee contro le mafie, in 10 anni, in Italia, non sono partite da italiani ma da africani. Sono loro che hanno insegnati agli italiani la dignità dimenticata.
La camorra ha ucciso un numero impressionante di italiani. Ma nessuna protesta. Nessun italiano scende in strada. Finché centinaia e centinaia di immigrati occupano le strade e gridano italiani la loro indignazione. Ci sonoo incidenti. Il giorno dopo riparano loro stessi i danni arrecati.
Rosarno è uno di quei paesi del sud in mano alle cosche con un sottosviluppo cronico, ma qui le ‘ndrine, fatturano cifre paragonabili al PIL
La cosca Pesce-Bellocco di Rosarno ricicla il danaro della coca nell’edilizia a Bruxelles, ci mette 30 milioni di € a settimana. Nel dicembre 2008, due lavoratori ivoriani vengono feriti, uno dei due è in gravissime condizioni.
La sera stessa, centinaia di migranti si radunano per protestare. I politici intervengono, fanno promesse vane. Ma due giorni dopo il colpevole viene arrestato e il movente è violenza a scopo estorsivo alla comunità degli africani. Prima si era ribellato solo Peppe Valarioti, che in piazza disse: “Non ci piegheremo”, e come vinse le elezioni comunali lo ammazzarono. Nessuno qui si ribella. Solo gli africani lo fanno. E facendolo difendono la cittadinanza per tutti i calabresi, per tutti gli italiani. Difendono il diritto di lavorare e di vivere dignitosamente e difendono il diritto della terra.
L’agricoltura era una risorsa fondamentale che i meccanismi mafiosi hanno lentamente disgregato facendola diventare ambito di speculazioni criminali. Gli africani che si sono rivoltati erano tutti venuti in Italia su barconi. E si sono ribellati tutti, clandestini e regolari. Sulla rivolta di Rosarno dal titolo “Gli africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche l’Italia” .
Dice Saviano: La popolazione africana ha immesso nel tessuto quotidiano del sud Italia degli anticorpi fondamentali per fronteggiare la mafia, anticorpi che agli italiani sembrano mancare. L’omertà non gli appartiene e neanche la percezione che tutto è sempre stato così e sempre lo sarà.
La necessità di aprirsi nuovi spazi di vita non li costringe solo alla sopravvivenza ma anche alla difesa del diritto. E questo è l’inizio per ogni vera battaglia contro le cosche. Per il pubblico internazionale risulta davvero difficile spiegarsi questo generale senso di criminalizzazione verso i migranti. Fatto poi da un paese, l’Italia, che ha esportato mafia in ogni angolo della terra, le cui organizzazioni criminali hanno insegnato al mondo come strutturare organizzazioni militari e politiche mafiose. Che hanno fatto sviluppare il commercio della coca in Sudamerica con i loro investimenti, che hanno messo a punto, con le 5 famiglie mafiose italiane newyorkesi, una sorta di educazione mafiosa all’estero. Oggi, come le indagini dell’FBI e della DEA dimostrano, chiunque voglia fare attività economico-criminali a New York che siano kosovari o giamaicani, georgiani o indiani devono necessariamente mediare con le famiglie italiane, che hanno perso prestigio ma non rispetto. Altro esempio eclatante è Vito Roberto Palazzolo che ha colonizzato persino il Sudafrica rendendolo per anni un posto sicuro per latitanti, come le famiglie italiane sono riuscite a trasformare paesi dell’est in loro colonie d’investimento e come dimostra l’ultimo dossier di Legambiente le mafie italiane usano le sponde africane per intombare rifiuti tossici (in una sola operazione in Costa D’Avorio, dall’Europa, furono scaricati 851 tonnellate di rifiuti tossici). E questo paese dice che gli immigrati portano criminalità?
Se tutti gli immigrati diventano criminali, le bande criminali riusciranno a sentirsi come i loro rappresentanti e non ci sarà documento o arrivo che non sia gestito da loro. La mafia ucraina monopolizza il mercato delle badanti e degli operai edili, i nigeriani della prostituzione e della distribuzione della coca, i bulgari dell’eroina, i furti di auto di romeni e moldavi. Ma questi sono una parte minuscola delle loro comunità e sono allevate dalla criminalità italiana. Nessuna di queste organizzazioni vive senza il consenso e l’alleanza delle mafie italiane. Nessuna di queste organizzazioni vivrebbe una sola ora senza l’alleanza con i gruppi italiani.
Avere un atteggiamento di chiusura e criminalizzazione aiuta le organizzazioni mafiose perché si costringe ogni migrante a relazionarsi alle mafie se da loro soltanto dipendono i documenti, le abitazioni, persino gli annunci sui giornali e l’assistenza legale. E non si tratta di interpretare il ruolo delle “anime belle”, come direbbe qualcuno, ma di analizzare come le mafie italiane sfruttino ogni debolezza delle comunità migranti.
Meno queste vengono protette dallo Stato, più divengono a loro disposizione. Il paese in cui è bello riconoscersi – insegna Altiero Spinelli padre del pensiero europeo – è quello fatto di comportamenti non di monumenti. Io so che quella parte d’Italia che si è in questi anni comportata capendo e accogliendo, è quella parte che vede nei migranti nuove speranze e nuove forze per cambiare ciò che qui non siamo riusciti a mutare. L’Italia in cui è bello riconoscersi e che porta in se la memoria delle persecuzioni dei propri migranti e non permetterà che questo riaccada sulla propria terra.
ripreso da
masadaweb.org