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Russo sangue

Publie le martedì 28 novembre 2006 par Open-Publishing

Russo sangue

di Michele Bono

“Governare è far credere.”

Niccolò Machiavelli (1469-1527), politico e scrittore italiano.

Giovedì sera è morto a Londra l’ex colonnello del Kgb Aleksandr Litvinenko. È morto con una mini bomba atomica in corpo. Polonio 210. L’inumana sostanza radioattiva ci ha messo poco più di venti giorni a renderlo come tutti lo abbiamo visto sulle prime pagine dei giornali: semi glabro, occhi rossi spenti nel vuoto, bocca escoriata ed asciutta. Un uomo che veglia la propria morte.

Prima di morire l’ex agente segreto ha scritto una lettera in cui accusa apertamente il premier russo Vladimir Putin. “Barbaro e spietato”. Così lo definisce. Ma al contempo gli augura il perdono di Dio. “Per quello che ha fatto non solo a me, ma alla nostra amata Russia e al nostro popolo”.

Il capo del Cremlino ne è venuto a conoscenza venerdì mattina, nella gelida Helsinki, dove si trovava in occasione del diciottesimo vertice, peraltro fallito, tra Unione Europea e Russia. Quando gli impertinenti giornalisti lo hanno stuzzicato Putin si è scaldato come un termosifone, come nella stessa sala qualche giorno prima. Quella volta era appena morta la scrittrice Anna Politkovskaya.

Si è scaldato e ha attaccato. Non ha espresso rammarico e sconcerto. Non ha rivolto le proprie personali condoglianze alle famiglie dei defunti. Non ha nemmeno espresso con fermezza la volontà di voler assicurare gli assassini alla giustizia. No. Putin è andato su tutte le furie in entrambi i casi e sostanzialmente ha detto le stesse cose.

“L’Europa guardi in casa sua. La Politkovskaya? Ma pensate alla mafia. I problemi sui diritti ci sono in tutto il mondo, negli Stati Uniti c’è ancora la pena di morte e nelle prigioni europee ci sono casi di torture. E quanti delitti irrisolti ci sono negli altri paesi? Il referto medico non parla di morte violenta.”

I giornalisti a quel punto hanno sottolineato che la questione dei diritti umani non può essere ridotta al “gioco del rimpiattino”: anche lui ce l’ha! E lui! E anche lui! Perché venite a scocciare proprio me!? Se continuate così...io...io...io minaccio un embargo totale ai prodotti europei a partire da gennaio 2007! In campana, è..!?

Il premier russo si è quindi ricomposto, è tornato calmo come un bambino, lo stesso bambino che qualche minuto prima stava facendo i capricci, e se ne è lavato dignitosamente le mani: “Tocca a Londra garantire la sicurezza dei suoi cittadini e di quelli russi che si trovano nel suo territorio”. Punto e basta.

A me non ha colpito né l’arroganza -a cui ormai Putin ci ha ben abituato- né il fare “Ponzio-Pilatesco”. E poi in politica gli omicidi per mano dei servizi segreti non sono certo una prerogativa dei tempi moderni. Non sono un sensazionalista dell’ amoralità. Mi stupisce invece l’inesperienza politico-diplomatica che il premier russo mostra, dal basso della sua pochezza, ogni qualvolta gliene si dà lo spunto.
La Russia è sicuramente tornata ad essere uno dei paesi più potenti del mondo. Recentemente la questione della fornitura del prezioso gas-da-riscaldamento ha messo tutti sugli attenti. Fatto sta che è anche tornata ad essere arrogante. Come ai tempi della guerra fredda. Non concede nulla: spazi aerei, esportazioni di carne dalla Polonia, contrattazioni sul costo delle sue preziose materie prime. La Russia non concede interferenze in una dittatura sistematica mascherata che va avanti a colpi di omicidi politici e strizzate d’occhio all’estremo Oriente.

Nell’era della globalizzazione la diplomazia internazionale si fonda ormai su pochi principi basilari. Chi può usa la celeberrima formula del “con me o contro di me”, chi non può tace e fa finta che tutto sia normale, che vada tutto per il verso giusto. L’Europa non può -d’altronde quando mai ha potuto...?- e tace.

Nessun leader europeo -da Barroso all’ospitante Vanhanen, premier finlandese e presidente di turno dell’Ue- si è sognato di mettere in imbarazzo l’arrogante Putin. Per carità...Tutti erano impegnati a strappare la grande concessione: 300 milioni di dollari l’anno per l’annullamento da parte della Russia delle tasse imposte ai voli europei per il sorvolo della Siberia.

Che enorme successo! Complimenti Europa! Per capire di cosa si parla basti ricordare che l’eterno fanalino-di-coda Italia ha appena varato una Finanziaria da 35 miliardi -non milioni- di euro -non dollari- e che l’Alitalia prima o poi verrà ingoiata, per incompetenza aggravata, da qualche squalo francese.

Lei c’era, Signor D’Alema, al tavolo di alta rappresentanza? No. L’Italia aveva mandato qualcuno? No. Qualcosa? Che so...una lettera? No. E così tutti gli altri paesi europei. Nessuno ha avuto nulla da dire. Ma dire cosa?

1) È la prima volta nella storia che il territorio di un paese europeo viene ufficialmente violato con armi nucleari. Il Polonio 210 è una sostanza radioattiva letale che non si compra in farmacia. Dietro ad un omicidio come quello di Litvinenko ci sono i servizi segreti, e visto che la spia era russa deve provare a renderne conto la Russia, no?

2) L’Europa deve avere il coraggio di diventare il nuovo soggetto politico del terzo millennio, non continuare a vivere dietro le spalle delle super-potenze conclamate. America e Russia la sballottano da una parte e dall’altra come fosse un cagnolino impaurito da tenere saldamente al guinzaglio.

Chi ha detto che la Russia è l’unico partner da corteggiare per fronteggiare l’unilateralismo di Bush? Forse a questo Putin non ha pensato, sicuramente la classe dirigenziale europea non ha avuto abbastanza personalità da farglielo notare, ma resta il fatto che un voltafaccia del vecchio continente alla gelida ed inquietante ex-Unione Sovietica non sarebbe sicuramente auspicabile nemmeno da parte loro...

3) I Diritti Umani sono ciò che di più prezioso l’uomo sia riuscito a conquistare nella sua travagliata storia costellata di guerre. Il prezzo che l’umanità ha dovuto pagare per quelle quattro parole è stato il sangue di milioni di persone. Sicuramente la strada è ancora lunga, sicuramente problemi di violazione dei diritti umani sono ovunque, non solo in Russia, ma non possiamo permettere ad un insulso Putin qualsiasi di cancellare i pochi passi fatti.

Un’ultima considerazione. Il disonorevole Vladimir ha detto che la morte di Litvinenko non sarebbe violenta. Io mi chiedo quale sia la sua concezione di violenza. Quella dei soldati russi che entrano in Cecenia e sparano all’impazzata, violentano donne, uccidono bambini? Beh, allora ha ragione, in confronto la morte da Polonio 210 è un dolce infarto notturno. Gli organi che marciscono, il corpo in putrefazione, cellule impazzite che sfogano in mostruosità biologica non sono nulla in confronto ad una delle stragi più violente della storia. Un’atrocità, questa sì, di cui lui è il sicuro mandante.

“I politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale."

Woody Allen (1935), attore e regista americano.

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