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S. Maria della Pietà, qualcuno vorrebbe rinchiuderci tutti
Publie le martedì 23 novembre 2004 par Open-Publishing1 commento
Vi sono alcune istituzioni militari dove vige la regola che non bisogna pensare ma solo obbedire.
L’andazzo politico del nostro paese, allineato con l’estremizzazione dei conflitti mondiali, sta espandendo sempre di più la cultura del qualunquismo elitocratico dove le masse si fanno guidare da quattro briganti doc, che vorrebbero l’esclusività del pensare.
Il Manicomio provinciale del S. Maria della Pietà è nato in un momento della storia in cui si apriva lo scenario del conflitto mondiale con le finalità ben precise di buttarvi dentro tutto ciò che non era omologamente ordinato: dall’omosessuale, alla donna di facili costumi a chi si vestiva in maniera estrosa.
Bastava una semplice certificazione medica che recasse tra le altre cose la dicitura di offesa al decoro per far entrare una persona sana in una spirale manicomiale da deturparne per sempre l’esistenza.
La storia si ricicla e reconditi tabù e paure riemergono dall’animo umano. La situazione è favorevole: l’ex manicomio provinciale governato da una parte politica che poco tollera la diversità, che mal digerisce la satira, la devianza dei costumi, la disobbedienza, che si preoccupa del nomadismo, degli svalicamenti dei confini.
Il sottofondo ideale per concepire la riutilizzazione di grandi spazi per raccogliere la devianza per rialzare le barriere tra il noi e il loro per definire una linea netta tra chi vive e chi sopravvive, tra chi accetta di essere numero e chi vuole essere pensiero.
Rassegnamoci all’idea che presto tenteranno di rinchiuderci dentro il nuovo manicomio del S. Maria della Pietà, di fare cioè un agglomerato di carne umana per rinchiudere la fantasia, per controllare la satira e il riso, per distruggere il germe del conflitto e dell’evoluzione, per azzerare ogni possibilità di mescolanza e crescita interculturale, per riaffermare che la libertà è solo dei dominanti e la schiavitù dei dominati.
Cinquecento uomini della celere pronti a sgomberare, su ordine della Regione Lazio, alcune decine di famiglie in cerca di alloggio, che avevano occupato l’ostello disabitato all’interno della struttura.
Il direttore generale della ASL RME che ordina di staccare la luce all’ex lavanderia occupata da associazioni che vogliono uno spazio di cultura contro la rinascita di un nuovo ghetto manicomiale.
Questo succede oggi, giorno di novembre del terzo millennio.
Domenico Ciardulli





Messaggi
1. > S. Maria della Pietà, qualcuno vorrebbe rinchiuderci tutti, 24 novembre 2004, 09:10
In merito all’articolo "S.Maria della Pietà, qualcuno vorrebbe rinchiuderci tutti" apparso di recente sul vostro giornale vorrei esprimere alcune considerazioni.
Negli anni in cui il manicomio era aperto ho contribuito, come referente del Tribunale per i diritti del malato, a creare una mentalità anti-segregazioine dei malati psichiatrici che pagavano e pagano sulkla loro pelle tutte le incomprensioni e le inettitudini della sanità.
Oggi la mentalità manicomiale che ho combattuto sembra rimergere nelle strutture alternative che accolgono i malati:comunità residenziali, case famiglia, reparti SPDC ospitano centinaia di malati che sulla carta dovrebbero essere aiutati al loro inserimento nella vita della società civile ma che, nei fatti, sono spesso ignorati da tutti perchè tanto "stanno fuori".
A Roma c’è qualcuno che controlla lo stato di vita dei malati all’interno della case-famiglia, delle comunità terapeutiche, delle varie strutture alternative al manicomuio? C’è qualcuno che controlla il costo-benefici della gestione di questi malati.C’è qualcuno che controlla le condizioni relative alla loro qualità della vita?.
Quando vediamo il progresso dell’idea che "in manicomio i malati stavano meglio" chiediamoci come sono stati gestiti i malati in questi ultimi anni all’interno della societrà civile e come coloro che ne avevcano la responsabilità per il loro inserimento abbiano usato la malattia mentale per ottenere, magari, un appalto favorevole o una redditizia struttura per malati dalle uova d’oro.
Corrado Stillo