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SBARCHI ROGHI : un MANIFESTO NO CPT da "nessuna voce autorevole"...

Publie le giovedì 27 ottobre 2005 par Open-Publishing

In Sicilia sono arrivati 659 extracomunitari nelle ultime 24 ore e nel
frattempo...

AMSTERDAM - Un incendio è scoppiato oggi nel centro di detenzione all’aeroporto Schiphol di Amsterdam, uccidendo 11 persone e ferendone 15, riferiscono i media olandesi.

I media citano il ministero della Giustizia per l’ultimo bilancio delle vittime. In precedenza, un portavoce della polizia aveva detto che 10 persone erano rimaste uccise, ma senza fornire altri dettagli.

Una portavoce dell’aeroporto ha detto che l’incendio, scoppiato poco dopo la mezzanotte e per spegnere il quale ci sono volute diverse ore, non ha avuto impatto sui voli.

Secondo l’agenzia di stampa olandese ANP tutte le vittime erano detenuti.

Non si conoscono ancora le cause dell’incendio.

Il carcere dell’aeroporto ospita soprattutto sospetti trafficanti di droga, ha detto la polizia, ma viene anche usato per detenere immigrati illegali prima dell’espulsione.

L’Anp ha detto che 250 persone erano in custodia nel complesso al momento dell’incendio. (Reuters)

***

A questo punto, mi sembra interessante riportare il manifesto redatto da realtà diverse romane sui CPT

Manifesto redatto dopo una serie di incontri fra varie
individualita’ libertarie e anarchiche dei posti okkupati di Roma.


SAI COSA E’ UN CPT?

Un C.P.T. e’ un Centro di Permanenza Temporanea, cioe’ una bella parola con cui lo Stato ha chiamato le PRIGIONI per gli immigrati. Questi CPT, costruiti e voluti nel 1998 dal centro-sinistra (con voto favorevole di Rifondazione Comunista e Verdi che ora, in vista delle elezioni, se ne pentono e ne chiedono la chiusura), sono recintati da muri, con filo spinato, sorvegliati dalla polizia, e per finirci dentro non bisogna commettere nessun reato: basta essere straniero e non avere un documento un regola. Per trovarsi rinchiusi e’ sufficiente un timbro scaduto da un giorno o un permesso non rinnovato per tempo.

In questi lager, quindi, ci si finisce per aver commesso una violazione amministrativa (e’ come andare in galera per una multa!). Ci si puo’ rimanere fino a 60 giorni e se ne esce, spesso alla scadenza dei termini, con un decreto di espulsione o con una vera e propria deportazione forzata a beneficio delle compagnie aeree private che gestiscono questi rimpatri.

Nei CPT sono detenute e internate, senza possibilita’ di visite esterne e subendo trattamenti umilianti, migliaia di persone, fuggite spesso da guerra e poverta’. Le numerose rivolte scoppiatevi, represse violentemente, e i tentativi di fuga testimoniano la vera natura del luogo.

I CPT, dunque, sono una violazione evidente e visibile della liberta’ degli individui, luoghi inacessibili a familiari e spesso anche agli avvocati. In Italia, sono gestiti, con la complicita’ della Croce Rossa e di altre organizzazioni "caritatevoli" cattoliche, che cercano di dare un trucco di umanita’ al sopruso della detenzione. Per riempire questi posti, e dare un’immagine di sicurezza al Paese, squadre di poliziotti organizzano retate a caccia di presunti "terroristi", portandosi via, dai mercati, dalle piazze, dai nostri quartieri, lavoratori e giovani migranti. Il criterio di
controllo e’ puramente razzista: il colore della pelle.

E’ evidente l’ipocrisia di un sistema economico che favorisce la libera circolazione delle merci, a favore dei profitti di pochi, e impedisce quella delle persone. La chiusura dei CPT non e’ il nostro ultimo fine, ma e’ solo l’inizio di una lotta per abbattere tutte le frontiere, le galere e le disuguglianze economiche e sociali.

Nessun muro o confine puo’ fermare chi non si rassegna alla condizione di miseria che gli viene imposta.

CHIUDERE I CPT SUBITO!

nessuno stato, nessuna galera, nessuna frontiera