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SCIOPERO GENERALE! Cobas-scuola

Publie le giovedì 24 novembre 2005 par Open-Publishing

La base Cgil in rivolta
aderisce allo sciopero Cobas
dell’intera giornata del 25 novembre

Comunicato-stampa

E’ rivolta nelle strutture Cgil-scuola (FLC) di mezza Italia. La sbalorditiva ritirata dei sindacati confederali scuola, che hanno revocato lo sciopero dell’intera giornata trasformandolo in uno sciopericchio di un’ora, ha sconcertato decine di migliaia di docenti ed Ata soprattutto della Cgil che, con comunicati ed ordini del giorno, stanno sfiduciando la loro direzione nazionale e dichiarando, a livello provinciale o di gruppo, la adesione allo sciopero dell’intera giornata indetto dai Cobas.

E molti annunciano anche la partecipazione alla manifestazione nazionale convocata a Roma (P.della Repubblica, ore 10) dalla Confederazione Cobas, dove saranno presenti anche migliaia di studenti universitari e medi, lavoratori/trici di tutto il pubblico impiego e del privato, migranti e occupanti di case, per opporsi alla Finanziaria del governo Berlusconi che taglia i servizi sociali e blocca per due anni i contratti del pubblico impiego, per esigere l’abrogazione totale della controriforma Moratti, della legge di parità e dei finanziamenti alla scuola privata, per la corresponsione immediata dei pur miseri aumenti contrattuali della scuola e del pubblico impiego, contro il taglio delle pensioni e il furto del TFR, sponsorizzato da Cgil-Cisl-Uil, per massicci investimenti nella scuola pubblica e l’assunzione stabile dei precari su tutti i posti disponibili.

Ma lo sciopero dell’intera giornata e la manifestazione Cobas intendono inviare un severo monito anche a quel centrosinistra, possibile vincitore delle prossime elezioni, perchè non si illuda di poter continuare la politica berlusconiana limitandosi a mandare a casa “l’Unto del Signore” e a sostituirlo con l’”Unto del Popolo” Romano Prodi.

Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas scuola


NO AGLI SCIOPERICCHI CGIL-CISL-UIL:
IL 25 NOVEMBRE SCIOPERO COBAS PER L’INTERA GIORNATA
E MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

Comunicato-stampa

E’ bastata una frasetta senza impegno del Ministro della Funzione pubblica Baccini (“speriamo di poter pagare gli aumenti e gli arretrati dei contratti entro dicembre”) per far sì che Cgil-Cisl-Uil revocassero lo sciopero dell’intera giornata per il 25 novembre nella scuola e nel pubblico impiego e convocassero un penoso sciopericchio di un’ora.

In realtà, nonostante la Corte dei Conti abbia dato tempestivamente il via libera agli aumenti del biennio contrattuale scaduto, il governo Berlusconi sta cercando strenuamente di rinviarli il più possibile al fine di tappare qualcuno dei tanti buchi aperti dalla “finanza creativa” dei ministri Siniscalco e Tremonti, scaricando i costi sul nuovo governo in arrivo a primavera.

Ma la resa dei sindacati concertativi è ancora più squallida perché i lavoratori/trici della scuola e del pubblico impiego intendono scioperare non solo per avere subito i sacrosanti, seppur infimi, aumenti arretrati, ma anche contro una Finanziaria che smantella i servizi sociali e blocca per due anni i contratti del pubblico impiego, per l’abrogazione totale della “riforma” Moratti, della legge di parità e di quella dell’”autonomia scolastica”, per la cancellazione dei finanziamenti alla scuola privata e per massicci investimenti nella scuola pubblica, contro il taglio delle pensioni e il furto del TFR, sostenuto da Cgil-Cisl-Uil, per il ripristino della scala mobile, per l’immissione in ruolo dei precari su tutti i posti disponibili, per la restituzione dei diritti sindacali ai Cobas e a tutti i lavoratori/trici.

I COBAS CONFERMANO DUNQUE LO SCIOPERO DELL’INTERA GIORNATA NELLA SCUOLA, NEL PUBBLICO IMPIEGO E NEGLI ALTRI COMPARTI, AD ECCEZIONE DEI TRASPORTI (sciopero di 4 ore), E LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA, ore 10, P.za della Repubblica (Esedra).

Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas scuola


CANCELLIAMO LA DIRETTIVA PRODI-BOLKESTEIN
Comunicato-stampa

Innanzitutto, un’autocritica.

Finora, nella campagna contro la direttiva Bolkestein, avevamo affibbiato la catastrofica legge-quadro per la totale mercificazione dei servizi pubblici al solo funzionario olandese, pur se il principale responsabile di essa era l’ex-presidente della Commissione europea Romano Prodi.

Volevamo costruire il fronte di lotta più ampio possibile ma anche dare la possibilità al leader dell’Unione, da sempre silenzioso sul tema, di sconfessare la sciagurata iniziativa.

Ma ora il novello "unto del Popolo", destinato a sostituire lo screditato "unto del Signore" e ubriacato dal plebiscito elettorale, ha gettato la maschera, affermando il pieno sostegno alla direttiva in maniera ignorante, goffa e menzognera, sostenendo che milioni di europei non avrebbero capito niente e che era inutile manifestare il 15 ottobre perché "il problema non sussiste" e la direttiva "liberalizzerà ottimamente" i servizi pubblici, mentre il "principio del paese d’origine" sarebbe stato abolito.

In verità l’art.16 della direttiva - che consente ad aziende o a lavoratori di un paese europeo di operare in un altro, non sottostando alle regole e ai salari di esso ma a quelli del paese di origine - è punto intoccabile per tutto il centrodestra, mentre buona parte del centrosinistra ha presentato il "compromesso Ghebardt" che non ne muta per niente la sostanza.

Ma non c’è da meravigliarsi. In pochi giorni il "conducator", in delirio di onnipotenza, ha gettato altre maschere confermando che ha intenzione di:

1) mantenere le truppe su tutti i fronti di guerra (Iraq escluso, ove verranno sostituite da "ricostruttori (??)";

2) "rinsaldare la storica alleanza con gli Usa";

3) modificare - e non cancellare - la legge 30 e la controriforma Moratti;

4) "umanizzare" e non chiudere i CPT;

5) ripristinare un sistema elettorale totalmente maggioritario.

Che ne dicono tutti/e coloro che lo hanno plebiscitato? Segnaleranno a Prodi che non lo hanno delegato a sostituire Berlusconi per proseguirne la politica, partecipando in massa, con l’entusiasmo delle primarie, al folto calendario di mobilitazioni contro la Finanziaria, il taglio delle pensioni, il furto del TFR, il carovita, per la garanzia del reddito, la difesa dei servizi sociali, l’abrogazione della controriforma Moratti, della legge 30, del pacchetto Treu e della Bossi-Fini, per il ritiro delle truppe dall’Iraq e dagli scenari di guerra, per la chiusura dei CPT?

Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas scuola