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SIGNOR BERLUSCONI: LASCI PERDERE

Publie le giovedì 25 settembre 2008 par Open-Publishing
4 commenti

Signor Berlusconi : lasci perdere

Scendo in piazza perchè voglio continuare a sentirmi orgoglioso di essere italiano, non voglio vergognarmi trovandomi per la strada un bambino rom.

Scendo in piazza perchè lei, signor presidente del consiglio, ha tolto l’ICI a mio zio imprenditore e il conto lo pagheranno i miei genitori anziani e handicappati.

Scendo in piazza perchè voglio un paese dove a pagare non siano sempre gli stessi e dove a beneficiare non siano sempre i furbi.

Scendo in piazza perchè voglio continuare ad avere una scuola elementare che è considerata tra le migliori al mondo e non c’è bisogno che lei la distrugga.

Scendo in piazza per dirle che sono orgogliosamente CGIL e non si può governare contro l’organizzazione che rappresenta la parte più sana di questa società, che non ha bisogno di legge a persona e considera i giudici servitori dello stato e non bolscevichi impazziti da criminalizzare; scendo in piazza per avvertirla signor Berlusconi che due volte si è scontrato con noi (1994-2002) e lei sa come è finita, segua il mio consiglio: Lasci perdere!

Francisco

Messaggi

  • Caro Morgan,sarei tentata di inviarti una pagina in bianco come risposta all’invito che tu garbatamente rivolgi al Presidente del Consiglio.Sono d’accordo con te solo su un punto:l’invio dei Tornado in Afghanistan, per ragioni anche personali che non sto a puntualizzare.Per quanto riguarda il resto ,reputo le tue considerazioni "superficiali" e non dettate da quel buonsenso capace di superare le antipatie e i pregiudizi che molti italiani nutrono per il Cavaliere.Quando mai le scuole elementari italiane sono considerate le migliori del mondo?Chi l’ha detto?Quante leggi sbagliate hanno invece affossato una Scuola che dovrebbe far uscire ragazzi che abbiano sufficientemente raggiunto gli obiettivi richiesti per l’ammissione alla Scuola Media ?Sei fautore del "tutti promossi",anche a loro discapito?A me, che sono stata insegnante, sembra invece che si voglia riportare in rotta una barca che,per troppi anni, ha fatto acqua da tutte le parti .Mi torna in mente il commento di chi,all’epoca dei governi di sinistra diceva:"Non mi interessa se operano male....accetto tutto ,PURCHE’NON CI SIA BERLUSCONI AL GOVERNO".Capito? Questo è purtroppo il leit motif che vi accomuna .Non c’è quella critica costruttiva che sarebbe accettata da chi non la pensa come voi ma la CRITICA PER LA CRITICA.Proponete idee,programmi intelligenti, fate qualcosa perchè i tempi sono maturi per il FARE !Non perdete questa opportunità!Grazie,Clio

    • la democrazia ha bisogno di uomini e donne che non si lasciano ne vendere ne comperare : berlusconi , i suoi indagati, i suoi condannati ,le sue "ragazze" eletti da lui al parlamento lo sono ????
      Berlusconi, lasci perdere: non e’ per lei la democrazia, non ha la minima idea di cosa sia. Torni a giocare al pallone e cantare sulle navi.

    • Cara Clio

      Non credo che tu sia un’insegnante, nel quale caso saresti impreparato su cio’ che ti riguarda. E davvero mettersi a difendere Berlusconi, e’, coi tempi che corrono, abbastanza insostenibile.
      I dati e le classifiche non sono inventati a piacere ma calcolati da indicatori internazionali, da cui risulta che la scuola italiana vanta delle eccellenze per le elementari e peggiora leggermente nelle secondarie. Che la scuola italiana sia comunque di buon livello lo dimostrano i dati Ocse-P.i.s.a (Organizzazione per la cooperazione e sviluppo) che la pone nella sua totalita’ all’8° posto nel mondo, e per le elementari al 5°, in Europa al 2°posto dopo la Francia.

      Chiunque abbia lavorato con laureati di altri paesi sa che le lauree italiane sono eccellenti e per niente paragonabili a quelle delle due Americhe o di molti paesi europei (la stessa Inghilterra ha preparazioni piu’ scarse); in USA abbiamo il peggio: i ragazzi a 18 anni non sono in grado di leggere e scrivere correttamente, le lezioni sono brevi, superficiali e disarticolate, gli allievi compongono il loro programma come un’accozzaglia di materie a piacere e molte sono a livello hobbistico, la valutazione e’ fatta in base a quiz ridicoli ecc., la scuola pubblica e’ penosa, specie nelle zone degradate, pero’ all’universita’ le strutture offerte agli studenti sono enormemente superiori alle nostre (anche se a fronte di una spesa annua media di 20.000 dollari, che e’ gia’ di per se’ un discrimine sociale).

      Per quanto riguarda gli investimenti, l’Italia investe piu’ della media Ocse nelle elementari , scende nelle superiori e crolla nelle universita’. Aggiungiamo che spesso la situazione delle infrastrutture scolastiche e’ miserabile, sia per quanto riguarda le biblioteche, i laboratori, le officine, le palestre ecc. che quando riguarda la nuda edilizia scolastica a cui dovrebbero provvedere le Province che si mangiano per il solo personale quasi tutto il budget. Se eliminassimo le Province, avremmo immediatamente i soldi con cui migliorare le strutture scolastiche, che da noi difettano persino in termini di sicurezza.

      A 15 anni, gli studenti italiani sono gia’ svantaggiati rispetto ai coetanei europei soprattutto nelle materie scientifiche e il loro rendimento misurato dall’indice P.i.s.a e’ nettamente inferiore alle media OCSE a 475 punti contro i 500 della media e i 563 dei finlandesi. I dati sono del rapporto sulla scuola pubblicato a Parigi dall’Ocse.

      Trovo strano che tu non contesti piuttosto la faccia tosta con cui Berlusconi prima ci e’ venuto a decantare la riforma Moratti, portando la medesima in palmo di mano, e oggi con la stessa faccia tosta faccia carta straccia della riforma Moratti come fosse una totale porcheria e tenti di riportare la scuola indietro di 40 anni.

      D’altro canto i media non aiutano a chiarire le cose: sentir focalizzare ogni attenzione su grembiulini o 5 in condotta e’ sommamente ridicolo. Questa riforma taglia un anno alle superiori (dopo che i diplomi quadriennali sono stati portati a 5 anni), tagli due anni all’obbligo scolastico che da 16 anni torna a 14, taglia un’ora al giorno alle elementari (20% del tempo), giura che manterra’ il tempo pieno (40 ore) quando riduce i maestri da 3 a uno (se le ore sono 24, dove sta il tempo pieno?) Porta a 35-40 gli studenti per classe.Taglia gli insegnanti di sostegno per disabili, ragazzi problematici e extracomunitari.

      L’unico scopo di questa riforma e’ far cassa. Ma il risultato sara’ di tornare indietro di 40 anni restaurando la scuola di Mussolini.

      Si noti che tagliando il tempo pieno, il governo risparmiera’ anche sulla mensa
      scolastica. E che la Gelmini neghi tutto questo e’ vergognoso.

      Il risultato e’ che Berlusconi ha vinto le elezioni agitando la cancellazione dell’Ici residua che spettava alle classi medio-alte e promettendo una soluzione Alitalia, e l’Ici tornera’ come tassa locale maggiorata, l’Alitalia pesera’ sulle tasche dei contribuenti e le sue promesse da megalomane permettono a Tremonti di falcidiare la scuola pubblica, gravando sulle tasche delle famiglie piu’ povere. Insomma un imbroglio e un furto in piena regola, che travasa soldi dai piu’ poveri a chi meno se li merita.

      Luca Ricolfi della Stampa ci viene a dire che la riforma non e’ quel cataclisma che le famiglie denunciano e che il risparmio sara’ di soli 3,6 miliardi, quando Tremonti stesso ancora oggi dichiara che di miliardi ne rispamiera’ 7,8.
      Tutti (meno qualche retrogrado) ritengono che il danno ci sia e grande: un netto peggioramento di una scuola gia’ falcidiata dagli assurdi e insostenibili pagamenti alle private, quando poi tutti sanno che il livello di chi esce da scuole private e’ sempre stato piu’ basso delle scuole pubbliche. E sbaglia Ricolfi a dire che non ci saranno gli 87.000 posti di lavoro in meno, che’ anzi questi saranno 131.000 mettendoci il personale impiegatizio. O forse dimentica il progetto di chiudere tutte le scuole dei piccoli comuni sotto i 600 allievi che fara’ sparire 2000 scuole italiane?

      Questo e’ un colpo mortale alla scuola pubblica e minimizzarlo risulta offensivo.
      In quanto alla minaccia di eliminazione del tempo pieno, come faranno i genitori che lavorano? Dovranno pagarsi le baby sitter o avranno un doposcuola a pagamento, magari di qualche cooperativa Cl che gia’ gestisce molti servizi mensa? E i cittadini pagheranno lo stesso o di piu’ per una scuola ridotta al meno?

      La Gelmini dice che 40 anni fa le ore scolastiche erano 24 ore e c’era un solo maestro, puo’ essere, e, se lei intende riportarci all’Italia di Mussolini, ci sta riuscendo, ma un popolo civile in genere va avanti e non indietro, e in 40 anni qualche progresso e’ stato fatto. Intanto non siamo piu’ alla piccola scuola di paese, le classi sono multietniche, le ore di religione sono raddoppiate, e’ stato introdotto l’inglese e, dove si puo’, anche il computer, agli allievi non si chiede piu’ solo di saper leggere, scrivere e far di conto, la vita e’ diventata piu’ complessa e vuole preparazioni nuove. La Gelmini ci aggiunge anche l’educazione civica…con pause, ritardi ecc, si arriva a 2 ore di scuola effettiva al giorno. Questo non ci allineera’ certo ai paesi piu’ progrediti ne’ alzera’ il livello medio di istruzione degli italiani.

      Un governo serio investe in istruzione, formazione insegnanti, edilizia scolastica, strutture, laboratori di ricerca. Un governo che si fonda su promesse elettorali demagogiche e sostegno a compagnie corrotte fa questo.
      Continua un precariato vergognoso che nessun paese europeo presenta. Si arriva all’eta’ della pensione senza aver maturato alcuna pensione. Con la trasformazione delle scuole in aziende o fondazioni, aumenteranno clientelismo e ingiustizie sociali.

      Negli ultimi 10 anni gli stipendi in Italia sono cresciuti dell’11%, nei paesi Ocse l’incremento medio e’ stato del 15%.
      Nulla si fa per gli scandalosi concorsi universitari creati per dare una docenza ad amici e parenti. Le universita’ da una parte sono strapiene, dall’altra presentano il piu’ alto indice di abbandoni. Il 69% degli iscritti in Europa arriva alla laurea, da noi solo il 45%, gli altri si perdono per strada.

      D’altro canto, siamo arrivati al paradosso che chi ha una laurea o due o peggio anche qualche master fatica di piu’ per trovare lavoro. Governo e aziende gli italiani li vogliono disperati e analfabeti, per sfruttarli meglio. E se qualcuno e’ un genio, ce la mettono tutta per farlo espatriare. In particolare alle donne e’ preclusa ogni possibilita’ di carriera per la persistenza di un machismo cieco e stolto che la Chiesa continua ad alimentare.

      Bassa anche l’incidenza delle spese in istruzione rispetto al Pil: mentre la media delle principali economie mondiali investe il 5,8% del Pil nel proprio sistema scolastico, in Italia questa percentuale scende al 4,7%. E ancora, se tra il 1995 e il 2005 gli investimenti nella scuola nell’Ocse sono aumentati del 41%, in Italia l’incremento e’ rimasto contenuto al 12%.

      L’Italia presenta una bassa capacita’ di applicare alla vita le conoscenze scolastiche, una bassa capacita’ di capire un articolo di giornale, di riassumerlo, di individuarne i punti principali. Ci hanno fatto diventare un paese di teledipendenti o calcio dipendenti, e al potere sta bene cosi’: basso QI, basse capacita’ di critica e di comprensione = maggiore facilita’ di governo che puo’ infinocchiarci come crede. Un rimbambimento di massa, che la riforma Gelmini non fara’ che aumentare.

      Accanto a questo quadro desolante, c’e’ la Chiesa che insiste a riversare il costo delle sue scuole private sulla collettivita’, sempre tenendo ben fermi i suoi ricavi. Pretende finanziamenti ad ogni costo che le saranno dati per ragioni puramente politiche, anche se sul mercato le scuole confessionali sono poca cosa: 700.000 bambini all’asilo che potrebbero diminuire se solo lo Stato facesse asili dove mancano, specie al sud, solo 269.000 bambini alle altre scuole, d’altro canto la Chiesa usufruisce gia’ di una quota assurda dell’8 per mille che non ha ragione di essere.

      Ora la Gelmini presenta nuove perversioni come la possibilita’ di bocciare a elementari e medie per una sola insufficienza.

      I fatti sono tutti molto gravi e ridurre tutto alla diatriba_se Berlusconi è o no simpatico mi sembra grottesco

      viviana

    • Mi fa piacere copiare questa simpatica lettera che copio dall’espresso:


      Lettera di Gianfranco Pignatelli (Espresso)
      Povera scuola – L’era della monnezza

      E’ appena iniziato il 1° anno scolastico dell’ “era della monnezza”. Quella conseguente alle elezioni vinte speculando sul pattume di Napoli. Contro chi non l’aveva tolta (amministratori locali), grazie a chi l’aveva fatta accumulare (camorra), con la promessa di toglierla (Pdl).
      E’ nata cosi’ la “sindrome ministeriale della monnezza”; tutto sembra cosa vecchia, pattume da compattare, differenziare e smaltire. In questa prospettiva s’inquadra il disprezzo per la scuola. Assimilata a “stipendificio” dalla Gelmini, popolata da insegnanti vecchi, ignoranti e incapaci, e perdipiu’ terroni. Questi, a sentir Sacconi, scelgono la scuola “perche’ e’ sempre meglio che lavorare” e, secondo Brunetta, rinfoltiscono una pubblica amministrazione gia’ grondante di “fannulloni”.
      Per il governo, quindi, la scuola va gestita come la monnezza. Va compattata: sopprimendo le scuole con meno di 600 alunni e riducendo a uno i maestri nella scuola primaria. Va differenziata: tra scuole di pregio (al Nord) e pessime (al Sud). Va riciclata: trasformandola da pubblica in privata (confessionale o confindustriale) o riconvertita in fondazioni. Infine tocca ai “rifiuti speciali”. Tra loro, vanno smaltiti 160.000 operatori scolastici, con tagli di organico, e oltre 300.000 precari, per mancata assunzione, temporanea o definitiva.
      In conclusione, per restare in tema, ministra Gelmini, io la rifiuto
      ..

      viviana