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SINISTRA/ L’ARCOBALENO RACCOGLIE I COCCI, WEEKEND DI RIUNIONI

Publie le sabato 10 maggio 2008 par Open-Publishing

Prc spaccato, Sd rilancia unità. Anche i Verdi verso congresso

Roma, 9 mag. (Apcom) - Massimiliano Smeriglio, in un articolo su ’Liberazione’, quasi implora i suoi compagni di partito a non scatenare un ultimo "duello epico tra due leader dove, come nel film ’Highlander’, ne resterà solo uno". Il clima alla vigilia del Comitato politico nazionale del Prc che dovrà avviare il partito al congresso di luglio, non sembra in sintonia con le preoccupazioni del leader romano. Smeriglio è un bertinottiano scettico sulla conta Vendola-Ferrero, ma quello sembra essere l’esito ormai inevitabile della spaccatura interna. Troppe accuse, troppe voci di una possibile scissione, in campo resta il no secco dei bertinottiani al congresso ’a tesi’, unico terreno di possibile compromesso unitario proposto agli uomini del segretario uscente Franco Giordano dalla nuova maggioranza formata da Paolo Ferrero e Claudio Grassi.

Ma lo scontro nel Prc è solo una delle ricadute del catastrofico risultato della Sinistra arcobaleno: in questo fine settimana si riuniscono tutti i partiti superstiti del listone unitario che non ha varcato la fatidica soglia del quattro per cento per entrare in Parlamento. Fabio Mussi diventerà forse presidente di Sinistra democratica, mentre il nuovo coordinatore potrebbe diventare Claudio Fava, un tempo primatista delle preferenze nella Quercia siciliana. In una intervista al ’manifesto’, Mussi ha riproposto il percorso unitario a sinistra, sostanzialmente prendendo atto del distacco del Pdci: per l’ex leader del Correntone "una delle cose da rivedere è l’idea di non avere nemici a sinistra". Ma la proposta per le Europee del prossimo anno, "una lista che si proponga come ponte tra le forze del socialismo europeo e le forze di sinistra aletrnativa", non sembra di quelle destinate a suscitare entusiasmi nel Prc, il principale interlocutore di Sd. Né d’altro canto la contesa apertasi nel Pd sembra prefigurare una riapertura a breve del discorso sulle alleanze a sinistra. Che infatti Mussi provocatoriamente ha proposto di far saltare in tutte le giunte locali.

Il Pdci, dal canto suo, punta a rafforzare la sua ipotesi di ’unità dei comunisti’. Una sorta di Opa sul Prc che Oliviero Diliberto non ha lanciato in prima persona, lasciando che venissero allo scoperto una serie di personalità di area, non tutte legate direttamente al Pdci. Al suo interno, il Comitato centrale che si riunirà sabato e domenica deve fare i conti con uno scontro sempre più polemico fra la maggioranza legata al segretario e l’eurodeputato Marco Rizzo, unico dirigente di primo piano rimasto ad occupare un seggio parlamentare. Ma al congresso, che il Pdci intende celebrare in contemporanea con Rifondazione per rafforzare il suo messaggio unitario, è improbabile che Rizzo possa puntare a conquistare una maggioranza autonoma. Più probabile che si cerchi di proporsi come riferimento per qualche area di comunisti ’extraparlamentari’ o in fuga da Rifondazione, pronti a entrare nel Pdci su una linea fortemente critica delle scelte di governo fatte dal partito nella stagione prodiana.

Nel Consiglio nazionale dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio confermerà le sue dimissioni, e quindi, a meno di ribaltoni per ora imprevedibili, entro l’estate si dovrebbe fare anche il congresso. La situazione per ora "è fluida" dicono al Sole che ride, e le varie fronde critiche con il leader uscente non sarebbero unificate sul da farsi, soprattutto sul problema di come andare alle elezioni europee: da soli, uniti con pezzi di arcobaleno come propone Mussi, o cercando di ricucire un rapporto con il Pd che però, osserva una fonte vicina a Pecoraro, "non ci ha voluti prima delle elezioni, figuratevi ora...".

Una sola cosa appare certa alla vigilia di questa due giorni di full immersion post elettorale della sinistra giàArcobaleno: per ora ciascun partito pensa a rimettere insieme i cocci in casa sua. E solo Sd è in condizione di proporre, per ora a se stessa, di andare avanti con una proposta unitaria e una comune prospettiva elettorale.