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SME:PRONTA LA VENDETTA.ADDOSSO AI GIUDICI

Publie le domenica 14 novembre 2004 par Open-Publishing

ILDA BOCCASSINI ha chiesto 8 anni per Berlusconi e l’interdizione da incarichi publici per la sua corruzione che ha causato gravi danni all’economia del Paese.Ma il Premier corrotto non si è inquietato più di tanto.Ha pronta la riforma della giustizia che il suo Parlamento di plurinquisiti ,indagati,reciclati e condannati gli ha preparato per sottrarlo alla giustizia.

Sme, la risposta del premier "Bruciare i tempi sulla giustizia"
di CLAUDIO TITO

ROMA - "Tutto scontato. Gli anni sono otto, ma potevano essere sei o undici. Era lo stesso". Quando venerdì Ilda Boccassini ha formulato la sua richiesta di condanna, Silvio Berlusconi ha storto la bocca. Ma rispetto alle precedenti vicende giudiziarie, racconta chi stava con lui, ha preferito buttarla sull’ironia piuttosto che infuriarsi. Per un semplice motivo: la riforma dell’ordinamento giudiziario è oramai in dirittura d’arrivo e quella sarà la "risposta".

Entro la fine del mese - Finanziaria permettendo - approderà alla Camera per l’ultima lettura. Per il centrodestra, sarà la risposta alla "sentenza politica" del Tribunale di Milano. "Se quella requisitoria ha dimostrato qualcosa - è stato il ragionamento svolto dal premier con i suoi avvocati e con alcuni esponenti del governo - quel qualcosa è che la riforma dell’ordinamento giudiziario è sempre più indispensabile". Quindi non si deve perdere tempo e "andare avanti" bruciando i tempi anche se il Quirinale dovesse rinviare alle Camere la legge.

Sul piano giudiziario, le preoccupazioni del Cavaliere sono poche. Il suo staff legale è sicuro che la Corte riconoscerà le attenuanti e quindi farà cadere in prescrizione il reato. Per questo a Palazzo Chigi hanno evitato con cura qualsiasi esternazione pubblica puntando su una risposta "tutta politica" come l’approvazione della riforma.

Non per niente la Casa delle libertà ha eliminato ogni possibile intralcio. A partire dalla cosiddetta legge Cirielli sull’uso delle attenuanti: che, pur essendo all’ordine del giorno di Montecitorio, non verrà affrontata. Sarebbe inutile visto che la sentenza del processo Sme arriverà comunque entro dicembre.

Ma non solo. Poiché l’Ordinamento viene considerato uno "schiaffo" a "quei magistrati che usano la giustizia per fini politici", Palazzo Chigi vuole stringere i tempi per garantirne l’applicazione entro la fine legislatura. Anche se Ciampi dovesse rinviare la legge alle Camere.

È già pronto un vero e proprio piano di azione. "Ci comporteremo come con la Gasparri", ha avvertito il premier. Ossia la riforma tornerà subito in Parlamento, verranno accolti i rilievi sollevati dal Quirinale che non stravolgeranno l’impianto del provvedimento e con una corsia privilegiata verrà riapprovata prima delle prossime elezioni regionali. Quasi contemporaneamente, poi, verranno messi a punto i decreti che attuano la nuova legge.

Per rendere tutto più fluido, al ministero della Giustizia è stato escluso che il prossimo rimpasto di governo possa riguardare i sottosegretari di Via Arenula: per non toccare la "squadra" che ha seguito il provvedimento. Berlusconi, però, ha letto la requisitoria della Boccassini anche in un’altra chiave. L’insistenza sulla mancata concessione delle attenuanti generiche perché l’imputato "ha mentito quando si presentò in aula" e la richiesta di interdizione dai pubblici uffici, secondo alcuni dei consiglieri del premier, rientra nel tentativo di offuscare la sua immagine in vista delle prossime elezioni politiche e della successiva corsa al Quirinale. Un nervo scoperto messo in luce ieri dalle dichiarazioni di due alleati.

"Berlusconi - ha detto ieri il senatore dell’Udc Maurizio Ronconi pensando di aiutarlo - farebbe bene a chiarire che sarebbero necessarie elezioni immediate se la richiesta di condanna fosse confermata. Così gli elettori sceglieranno tra una Repubblica democratica ed una scandita dalle sentenze dei giudici".

Ma poco dopo, il forzista Francesco Giro, che spesso dichiara a nome di Forza Italia, si è sentito in dovere di correggere: "il presidente del consiglio non deve e non può dimettersi sulla base di una condanna improbabile e comunque fondata su un grave pregiudizio ideologico". Un modo per dire che la vicenda giudiziaria non può in nessuno modo compromettere l’immagine del premier.

(14 novembre 2004)

http://www.repubblica.it/2004/k/sezioni/cronaca/bocassini/accelerare/accelerare.html