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SOLIDARIETA’ SENZA CONDIZIONI !

Publie le venerdì 16 febbraio 2007 par Open-Publishing
3 commenti

Solidarietà ai compagni arrestati

Le compagne e i compagni della Panetteria Occupata di Milano esprimono la loro solidarietà a tutti i compagni oggetto della campagna repressiva in atto che ha portato all’arresto, lunedì 12 febbraio, di 15 compagni, detenuti nelle carceri milanesi (San Vittore, Opera e Monza), e ad oltre 70 tra perquisiti ed indagati, e martedì ad altri 4 compagni arrestati solo per il fatto di aver voluto testimoniare la solidarietà e denunciare questa campagna di criminalizzazione.
Questa operazione non a caso si palesa in una situazione di difficoltà dell’attuale esecutivo nell’affrontare e gestire, anche al suo interno, le contraddizioni crescenti che sono sempre più evidenti sia nel mondo del lavoro che a livello sociale:

 la precarietà e i bassi salari, frutto delle scelte indicate in modo chiaro dalla riforma del mercato del lavoro, partendo dal Pacchetto Treu fino alla Legge 30; l’attacco al sistema pensionistico pubblico e lo scippo del Tfr; lo smantellamento e la privatizzazione del sistema scolastico affiancato a quello dei servizi sociali così come quello sanitario ed abitativo;
 le scelte antipopolari sulle grandi infrastrutture utili ai profitti padronali a discapito dell’ambiente, dei bisogni e delle condizioni di vita delle persone;
 la continuità con una politica militarista di occupazione e controllo di aree ritenute strategiche per gli interessi del grande capitale che ha visto un incremento dei finanziamenti pubblici stanziati nell’ultima finanziaria per le missioni di guerra in Afghanistan, Libano, nei Balcani... ;
 la sottomissione agli interessi Nato ed Usa rispetto all’ampliamento delle basi militari sul territorio che gravano sulle spese della collettività e fungono da vere e proprie basi logistiche per operazioni di guerra.

Contraddizioni che stanno generando e sviluppando, a diversi livelli e con differenti espressioni, una critica pratica ed esperienze di lotte sia nei posti di lavoro che sul territorio: dai call-center alle lotte No-Tav, fino alla lotta contro la base militare Usa di Vicenza.
La principale risposta che i vari governi che si sono succeduti in questi anni hanno saputo dare alle contraddizioni e al malcontento è quella di tipo repressivo supportato da imponenti campagne massmediatiche che hanno il fine di far tacere ed isolare qualsiasi forma di opposizione. Si tratta di un attacco generalizzato, che colpendo i compagni arrestati, parte attiva in queste contraddizioni, vuole colpire tutti.
Un’operazione che, col pretesto di una presunta unità nazionale, vuole imporre a tutti di fare corpo unico a difesa del governo che sostiene gli interessi padronali, cercando di imporre l’abbandono di ogni volontà di critica e alterità a questo sistema.
Si sopperisce così alla mancanza di un reale consenso popolare attraverso un bombardamento ideologico che fa leva su un presunto rinnovato allarme per la sicurezza, per creare un clima di intimidazione, paura e sospetto al fine di alimentare e generare divisioni fra i lavoratori e depotenziare ed indebolire le lotte.
Rifiutiamo questo tentativo di tappare la bocca e di colpire qualsiasi voce si levi fuori dal coro delle compatibilità borghesi.
Denunciamo questo tentativo di far passare i compagni arrestati come isolati e rivendichiamo la loro riconosciuta partecipazione nelle lotte anticapitaliste e antimperialiste in quanto interni alle battaglie di tutti i proletari e i comunisti, come è dimostrato dalle numerose testimonianze di solidarietà.

Facciamo vivere la nostra solidarietà all’interno delle lotte sociali, sui posti di lavoro, nelle scuole, sul territorio.

I compagni e le compagne della Panetteria Occupata di Milano

rossoconte@hotmail.com

http://www.autprol.org/

ALTRI COMUNICATI DI SOLIDARIETA’ htt://autcontropotere.blog.tiscali.it

Messaggi

  • secondo me siete matti...
    certo,non sono stati condannati per niente..
    ma l’accusa è piuttosto grave:essere brigatisti rossi.

    No,mi spiace.. nessuna solidarietà a chi pensa alla lotta
    armata o a boiate simili.

    Se così fosse,qualche anno di carcere potrebbe aiutarli
    a ragionare meglio su queste robe e ad essere reinseriti
    nella società dopo che abbiano riconsiderato le loro posizioni.

  • stavo per discutere per l’ennesima volta sulla violenza , ma francamente mi sono stufato . Io, a gente che si arma , non do nessuna solidarietà ed anzi li considero miei nemici; a chi dà solidarieta alla gente che si arma dico:
     che o si chiede la liberazione di costoro accettando le regole della giustizia borghese, o si segue la giustizia rivoluzionaria ed allora , ragazzi, non perdete tempo a scrivere ma ricominciate la lotta armata .
     se non si è disposti a fare ciò , allora siete solo ricchi di autocompatimento , e i vostri comunicati hanno lo stesso peso ed importanza dei giornalini parrocchiali.
     se si è disposti a a fare la lotta armata , allora si deve essere disposti anche ad essere combattuti , con ogni conseguenza del caso.
    Tutto il resto è uno stantio esercizio dialettico, piuttosto scontato ed un po’ noioso . E , per cortesia, non intasate questo sito dove si fa veramente politica .
    Buster Brown

    • Sulla vicenda posto alcuni brani di una mail inviatami da un carissimo amico e compagno che condivido pienamente.

      Keoma

      "Mi chiedo con preoccupato stupore come si possa ancora continuare a fare
      proprio l’aberrante principio machiavellico, secondo cui "il nemico del mio
      nemico dovrebbe essere automaticamente mio amico" ?!?!?

      Ma allora la storia
      davvero non ci ha ancora insegnato un bel cavolo di niente ?!?

      Proprio per l’imbecillità di questo "principio" (autentico
      capolavoro di un politicantismo d’accatto) ......la solidarietà, assai spesso, invece di "essere un’arma" nelle
      mani dei rivoluzionari, rischia di diventare un boomerang perverso che torna
      loro in faccia, offrendo oggettivamente, all’avversario, il pretesto idoneo
      per scatenare un’indiscriminata criminalizzazione di massa, per giunta capace di ottundere
      le specifiche determinazioni identitarie dell’opzione comunista (di per sé intrinsecamente libertaria).

      La solidarietà è doverosa e fondamentale solo là dove esistano almeno alcune imprescindibili concordanze
      teorico-progettuali, quale innanzitutto l’assioma dell’autodeterminazione della soggettività di classe, in una concezione della
      rivoluzione comunista come effettivo, cosciente portato "dell’immensa maggioranza contro l’infima
      minoranza", al di là di qualsivoglia minoritarismo giacobino velleitariamente avanguardistico.

      In mancanza di questo minimo comune denominatore, si può tutt’al più tentare, di volta in volta, qualche momentaneo "patto di non belligeranza" tattica ....

      MA nulla di più: ciascuno si assuma dunque le sue proprie specifiche responsabilità politiche di fronte alla storia ... e pure di fronte a quello stato dimmmerda che, per motivi e finalità totalmente discordanti se non addirittura antagonistici, ognuno vuole comunque abbattere tramite processi, però, talvolta risolutamente incompatibili/oppositivi fra loro !!! "

      E questo è proprio il caso ......