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SPORTELLO UNICO PROBLEMI RADDOPPIATI

Publie le lunedì 25 luglio 2005 par Open-Publishing

SPORTELLO UNICO PROBLEMI RADDOPPIATI

L’avvio degli "sportelli unici", a seguito dell’emanazione del
regolamento attuativo della Bossi Fini, sta creando gravi problemi sia per
quanto riguarda gli immigrati e i datori di lavoro che devono presentare la
domanda, sia per quanto riguarda i lavoratori degli uffici interessati.

Le norme previste peggiorano in modo intollerabile la già faticosissima.
prassi burocratica introducendo prescrizioni come quella dell’obbligo del
contratto di soggiorno, che prevede la certificazione dell’alloggio da
parte del datore di lavoro ai parametri dell’ERP, che sembrano fatte
apposta per impedire una condizione stabile e regolare anche ad un
immigrato che è in Italia da molti anni.

La mancata individuazione di una responsabilità unica nella gestione
degli sportelli fra Ministero dell’interno e quello del Lavoro, non
permette una definizione certa e puntuale delle competenze necessarie al
loro funzionamento.

Il compromesso trovato di assegnare la responsabilità in una parte delle
province alla Prefettura e in una parte delle province agli uffici del
Lavoro, fatto salvo che lo sportello è sempre presso la Prefettura, non
risolve nessun problema, anzi li aumenta. Il risultato, infatti, è spesso
una confusione di competenze e di responsabilità sia nella gestione sia nel
passaggio delle responsabilità dalle Questure alla nuova situazione.

Le frizioni, infatti, non risolte a livello centrale si sono spesso
trasferite a livello locale.

Il risultato è che molti sportelli sono di fatto partiti in modo
incompleto.

Per quanto riguarda i lavoratori degli uffici le situazioni di disagio
sono forti a causa delle nuove competenze che si innestano in un organico
già ridotto con condizioni di lavoro che vanno svolte, per quanto riguarda
le Direzioni Provinciali del Lavoro fuori dei propri uffici senza una
definizione precisa di garanzie e competenze, senza una definizione chiara
di un processo di formazione del personale interessato e di una proceduta
chiara di passaggio delle consegne dalle Questure.

L’annunciato arrivo di 600 interinali presso le Questure e le Prefetture,
in tempi per niente certi, non risolverà certo la situazione; non è con il
continuo ricorso ai precari che si affrontano carenze strutturali.

Tutto questo crea situazioni di disorganizzazione degli uffici e di
disagio per i lavoratori che si percuotono anche sugli utenti, che corrono
il rischio di trovarsi di fronte difficoltà burocratiche che si aggiungono
a norme di legge che sono fatte apposta per creare discriminazioni per i
lavoratori immigrati e problemi di gestione per gli stessi datori di
lavoro.

I sindacati ribadiscono la propria contrarietà alle norme previste dalla
Bossi-Fini e dal conseguente regolamento attuativo. A tal fine si propone
di andare al superamento della normativa con lo scopo di realizzare una
concreta stabilizzazione degli immigrati e favorire la loro positiva
inclusione nella società italiana.

Inoltre si rende necessario delegare agli sportelli degli enti locali la
rIcezione dei rinnovi dei permessi di soggiorno, nonché dei
ricongiungimenti famigliari avendo la necessità di avere un interlocutore
unico a livello governativo.

Chiediamo di aprire un confronto a livello territoriale per definire
soluzioni che tengano conto delle esigenze degli utenti, delle
problematiche dei lavoratori degli uffici interessati e che salvaguardi le
esperienze realizzate con gli enti locali che hanno permesso di ridurre i
problemi burocratici derivanti dalla applicazione di queste norme.

FP-CGIL/FPS-CISL/UILPA-UIL E.R.
G.Paoletti - L. Ferrari - P. Carugo

CGIL-CISL-UIL Emilia Romagna
P. Cicognani/C. Liverani - M.Favali - D. Merloni