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STORACE : PIRATERIA E IMBROGLI

Publie le giovedì 17 marzo 2005 par Open-Publishing

Spie in Campidoglio, è il Watergate di Storace

di Edoardo De Blasi

Hanno aperto la porta “virtuale” comune e sono entrati, tre volte. Hanno controllato l’identità di 2712 persone. Poi sono usciti lasciando le impronte “digitali” sul pavimento. L’accusa che il Comune di Roma lancia alla società Laziomatica, soggetto giuridico espressione della Regione Lazio, e alla Regione Lazio stessa, è pesante: dai computer della Laziomatica il giorno 11 marzo, dalle 4,51 alle 7,50 e dalle 13,55 alle ore 23,34, e il giorno 13 marzo, dalle 16,54 alle 23,04, ci si è introdotti nei Registri Anagrafici e di Stato Civile del Comune di Roma, violando la privacy dei cittadini della Capitale. Non lo poteva fare Laziomatica. L’accordo che Regione e Comune hanno siglato nel maggio dello scorso anno permette a Laziomatica di interrogare il sistema soltanto per le prestazioni sanitarie da erogarsi ai cittadini residenti nel Comune di Roma. Perché, allora, quei controlli?

La strana coincidenza delle date e il numero di riscontri effettuati, farebbe pensare che la ricerca non autorizzata sia legata alla raccolta delle firme della lista Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini. Lo pensa senz’altro l’interessata che attacca: «Storace ha violato i certificati con la pirateria informatica, che è un reato, vorrei ricordare. Ecco come facevano ad avere i dati alle 9 di sera...». Procediamo con ordine. Il giorno 11, segnala il sistema informatico del Campidoglio, ci sono state 833 «verifiche anagrafiche» da parte di due computer di Laziomatica. Il tutto si svolge all’alba, tra le cinque e le sette. La sera stessa la lista Storace presenta il ricorso per le firme di As. Il giorno seguente Alternativa Sociale è esclusa dalla consultazione elettorale del Lazio perché nella sua lista risultano almeno 871 firme false su 4300 presentate (per partecipare alle consultazioni di firme ne occorrono 3500). Il giorno 13, una domenica, dai due pc di Laziomatica altri 1879 ingressi all’anagrafe comunale.

«Il vicepresidente del Consiglio comunale Fabio Sabbatani Schiuma ben due giorni dopo l’ultimo accesso illecito, cioè il 15 marzo, ha richiesto di poter acquisire i dati anagrafici già oggetto dei contatti dell’11 e del 13 marzo», spiega l’assessore al Personale, competente per l’anagrafe, Giovanni Hermanin. La legge sulla privacy vieta ogni tipo di accesso diretto e senza filtri ai dati personali: non si possono incrociare quelli delle carte d’intensità con nomi, cognomi e date di nascita. Ma chi è entrato in quei giorni? Si domandano in Campidoglio. La ricerca non è difficile per un sistema “in rete” e controllato. Accertati gli ingressi il Comune si cautela dando mandato all’avvocatura di procedere presso l’autorità giudiziaria. Il presidente di Laziomatica Vincenzo Bianchini («Parente stretto di un assessore ingombrante della giunta Storace», sottolinea il capogruppo Ds alla Regione Michele Meta), esclude il coinvolgimento della società, ma non che «la violazione possa essere stata effettuata da qualche computer di Laziomatica».

La società, tra l’altro, ha avuto vita travagliata poiché da sempre avvertita dall’opposizione regionale come diretta emanazione del presidente. La denuncia della Margherita sottolinea la serie di assunzioni che da aprile a ottobre del 2004 ha portato gli assunti da 47 a 202. Vannino Chiti, a nome dei Democratici di Sinistra, domanda al ministro degli Interni di fare chiarezza. «Prima di tirare in ballo un’istituzione - è invece la replica di Storace- il Campidoglio ha il dovere di essere più prudente». Eppure gli orari (le quattro di notte), i giorni (domenica) e la capacità di “aprire” la porta della “rete”, difficilmente possono portare lontano dalla Laziomatica. È lo Storacegate, il controllo ai tempi di internet. «Violazione della privacy e abuso delle istituzioni pubbliche a fini di parte: dopo le false autenticazioni dei consiglieri comunali di An, ora abbiamo anche le società regionali che di nascosto, domenica pomeriggio, fanno spionaggio sui dati anagrafici coperti dalla privacy. Molti sono gli imbroglioni, ma uno solo è il mandante», conclude il capogruppo Ds nel consiglio comunale di Roma Lionello Cosentino.

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...