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STRISCIE BLU: troppi parcheggi a pagamento e troppo cari
Publie le lunedì 17 agosto 2009 par Open-Publishing3 commenti
Ormai gli automobilisti non ne possono più.
L’anno scorso, infatti, dopo la pubblicazione della graduatoria nazionale relativa all’uso di aree di sosta a pagamento da parte dei Comuni ed in particolare del terzo posto di Lecce tra le città italiane con più parcheggi a pagamento in base al numero degli abitanti, avevamo proposto una serie di misure per ridurre il carico quotidiano che gravava su alcune categorie di cittadini, pendolari e commesse, obbligati all’uso dell’automobile ed al parcheggio nelle zone a pagamento.
Tali richieste sono rimaste tutte inevase, almeno a Lecce, nonostante l’aggravarsi della crisi economica e del perdurare del “caro benzina”.
A tutto ciò, al contempo, nonostante il costante aumento dei proventi derivanti dal pagamento della sosta e dalle sanzioni pecuniarie, non è assolutamente seguito un miglioramento della sicurezza stradale nei centri urbani così come un ampliamento dei posti auto in città con la costruzione di nuovi parcheggi, mentre le municipalizzate create per la gestione delle aree di sosta a pagamento alla fine si sono rivelate, secondo l’opinione di molti, solo dei carrozzoni elettorali che non hanno saputo utilizzare compiutamente le richiamate risorse.
Per non dimenticare poi che le uniche aree libere sono preda dei parcheggiatori abusivi ed il massiccio utilizzo di parcheggi a pagamento non ha fatto desistere i cittadini ad utilizzare l’auto in centro e quindi a far diminuire l’inquinamento urbano.
Una situazione generale tutta italiana, forse perché la stessa normativa stabilita dal codice della strada non è chiara nella parte in cui dovrebbe obbligare i comuni a reinvestire le risorse derivanti dai proventi dei parcheggi e dalle sanzioni esclusivamente in dette attività o perché manca una seria rete di controlli sull’utilizzo di queste risorse.
Per queste ragioni, Giovanni D’AGATA, componente del Dipartimento Tematico “Tutela dei Consumatori”di Italia dei Valori, propone l’abolizione temporanea delle aree di sosta a pagamento in attesa di un adeguamento della normativa attuale per obbligare i comuni a reinvestire in sicurezza, educazione stradale e costruzione di nuovi parcheggi, i proventi derivanti da quelli a pagamento.
Messaggi
1. STRISCIE BLU: troppi parcheggi a pagamento e troppo cari, 18 agosto 2009, 17:39
Io ricordo perfettamente che quando vennero istituite le aree di sosta blu si disse che erano meramente temporanee in quanto con il ricavato delle stesse sarebbero stati costruiti parcheggi gratuiti e potenziati i mezzi pubblici.Si conferma la regola che vuole che quando le entrate di un comune raddoppiano le spese triplicano. Tipico esempio l’accisa supplementare di 3,1 centesimi sui carburanti in Campania che doveva servire a coprire il deficit della sanità. Ebbene, senza alcuna sorpresa da parte mia, è aumentato!michele
2. STRISCIE BLU: troppi parcheggi a pagamento e troppo cari, 31 agosto 2009, 00:11, di Raffaella
Almeno a Lecce le strisce le dipingono di blu, invece a Pietrasanta, Toscana, le lasciano bianche, pero’ - interrogata per telefono la polizia locale - "la segnaletica verticale (anche se magari posta 200/300 metri prima, ndr) prevale su quella orizzontale" e cosi’ si prendono salate multe per aver parcheggiato nelle strisce bianche che pero’ seguivano parecchi metri dopo un bel cartello verticale di parcheggio a pagamento!
1. STRISCIE BLU: troppi parcheggi a pagamento e troppo cari, 31 agosto 2009, 11:59
Ma, al di là di inefficienze particolari locali, il problema vero è un altro.
Alle amministrazioni comunali, grandi e piccole, non interessa tanto reprimere il non rispetto del divieto di sosta quanto invece "fare cassa" con le multe.
E’ una logica conseguenza dei tagli ai comuni fatti da tutti i governi dal 1992 in poi ed in particolare dell’abolizione dell’ ICI sulla prima casa fatta da questo governo.
Che l’Ici sulla prima casa fosse una tassa odiosa non c’è dubbio ma è anche vero che era la principale fonte di autofinanziamento dei comuni.
Non parliamo poi dei comuni ( Roma in testa ma ancora di più posti tipo Assisi, Cascia, Loreto, S.Giovanni Rotondo ecc.) con forte incidenza di proprietà edilizia in mano ad enti religiosi la cui ICi è stata abolita prima ancora che per la prima casa.
Il risultato è che i comuni "fanno cassa" con gli autovelox "taroccati" e con gli imbroglietti sulle "strisce blu".
Raf