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Sabina Guzzanti: "Non basta cacciare Berlusconi, la sinistra ammetta i suoi errori"

Publie le sabato 17 settembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Cinema-video - foto

Intervista a Sabina Guzzanti. Da oggi in sala "Viva Zapatero", atto di accusa alla destra illiberale e alla sinistra irresponsabile
«Cacciare Berlusconi non ci deve bastare»

di Roberta Ronconi

Ieri Sabina Guzzanti, assieme al produttore Valerio Terenzio, allo "sponsor" Francesco Maselli, alla giornalista francese Marcelle Padovani e al collega tedesco Udo Gumpel, oltre ai coraggiosi distributori della Lucky Red, hanno presentato Viva Zapatero alla stampa. Dopo l’exploit di Venezia, sono arrivati già con i primi risultati in mano: il film è stato acquistato in Spagna, Francia, Svizzera e invitato a partecipare al prossimo festival del cinema di San Sebastian. Viva Zapatero non è ancora uscito ma già ha cominciato a sollevare un bel po’ di polvere.

Guzzanti, ci devono essere stati dei momenti difficili durante la realizzazione, ad esempio per recuperare alcuni materiali di archivio Rai. Non devono averteli dati facilmente.

Una volta bastava chiederli e poi comprarli, i materiali della videoteca. Da qualche anno, soprattutto se sono di contenuto politico o berlusconiano, sono sotto una sorta di sequestro. Ho tentato persino di acquisirli sotto false spoglie, dichiarando che erano per un documentario su "Media e cristianità", ma non ci hanno creduto. Poi, durante l’interregno di Alessandro Curzi alla presidenza, ho provato a chiedergli aiuto e lui me l’ha dato.

La stampa spagnola prima che a Venezia si vedesse il film, pensava fosse un documento sul loro presidente ed erano molto eccitati. In realtà, tu hai scelto questo titolo perché...

Perché effettivamente volevo fare un omaggio a un politico che, una volta eletto, ha fatto alcune delle cose che aveva promesso in campagna elettorale. Da noi una cosa del genere non è mai successa. Forse è il caso di ereditare questa bella usanza dalla nuova Spagna. E poi, è un piccolo omaggio anche al film "Viva Zapata! " e a Marlon Brando.

Dalle prime impressioni raccolte in sala, si evince una grande soddisfazione da parte del pubblico nel veder "dissacrati" sullo schermo, non solo i soliti uomini della destra, ma anche qualche intoccabile di sinistra. Tra tutti, Luciano Violante e Claudio Petruccioli. Hai avuto già qualche rimostranza dall’opposizione di governo?

Non ancora. Ma non è la prima volta che un certo tipo di obiezioni vengono mosse all’opposizione. In realtà la gente di sinistra è già molto tempo che esprime il suo disappunto. Il problema è che non ha i mezzi per mostrarlo e per parlarne.

Vorrei chiedere a Marcelle Padovani, che ha partecipato attivamente a questo progetto, se ne ha ricavato un’immagine dell’Italia ancora più disperante di quanto già non sapesse.

Al contrario, "Viva Zapatero" ci ha rassicurati. L’orologio italiano è fermo al 2001 e da allora tutte le nostre più fosche previsioni si sono avverate. Sabina è partita dal racconto del suo caso e dalla sua indignazione per poi allargare la visione e darci un quadro generale su ciò che è rimasto della libertà di espressione nel vostro paese. "Viva Zapatero" resterà l’unico atto serio e documentato sull’era del berlusconismo e sui guasti che ha prodotto.

Faccio la stessa domanda a Udo Gumpel.

Non è bello che un osservatore straniero si metta in cattedra e dica ad un altro popolo e ad un altro paese quella che secondo lui è la verità. Posso dire però che quello che si nota in modo abnorme è la differenza di libertà di espressione in tv tra l’Italia e gli altri paesi d’Europa. In Germania, ogni sera vengono trasmesse almeno due ore di programmi di satira dove si sbeffeggiano pesantemente sia governanti che politici dell’opposizione. Una cosa molto sana, che permette al pubblico di prendere la corretta distanza dalle enfatiche dichiarazioni dei politici.

Guzzanti, "Viva Zapatero" passerà in prima battuta per un film contro Berlusconi. In realtà i destinatari del messaggio sono altri, è molto più la sinistra e quello che sarà del dopo-Berlusconi.

E’ così. Non basta mandare via Berlusconi e dire che così risolviamo tutto. No, prima devono dirci perché hanno permesso a questa persona di devastare il paese. Prima devono rispondere delle loro responsabilità, fare in modo che questo non si possa ripetere e devono ricostruire le fondamenta della nostra democrazia. Cose non scontate. Guardiamo alla Rai... Prima che venisse eletto presidente Petruccioli, Fassino se non sbaglio aveva dichiarato che se si fosse trovato un accordo sulla presidenza, avrebbero lasciato quel Cda anche in caso di vittoria elettorale. Questo vuol dire che non hanno alcuna intenzione di operare dei cambiamenti veri. Il sistema a questo punto può cambiare solo se insistiamo noi, opinione pubblica. Il resto è in mano a un’oligarchia, che non sono direttamente i partiti, ma alcune persone, sempre le stesse, quelle che scalano le banche. Tanto non c’è alcuna informazione in grado di controllarli e di contrastarli.

L’altra cosa che il tuo lavoro suggerisce con forza è che non basta delegare. Ma che è giunto il momento in cui ognuno di noi si deve prendere le proprie responsabilità e agire di conseguenza. Insomma, sembri rivolgere un messaggio chiaro di presa di coscienza proprio all’opinione pubblica di cui parlavamo.

Come scriveva il "New York Tomes" ai tempi delle grandi manifestazioni per la pace "l’opinione pubblica è l’unica altra grande superpotenza del pianeta". E tra l’opinione pubblica, maggiore responsabilità ha chi può far sentire la propria voce, chi lavora nella stampa e nelle televisioni. Voi giornalisti, per esempio.

http://www.liberazione.it/giornale/050916/default.asp


Sabina Guzzanti alla sinistra: «Rispondi dei tuoi errori»

Da oggi in sala "VIva Zapatero", parla l’autrice

di Roberta Ronconi

"Viva Zapatero" da oggi entra nelle sale cinematografiche italiane. Dopo la catartica accoglienza al Festival di Venezia (ospitato grazie alla mediazione degli autori dell’Anac, Francesco Maselli in testa e con lui le Giornate degli autori) il film-documento di Sabina Guzzanti sulla sistematica riduzione della libertà di espressione nell’era berlusconiana si apre al pubblico. Con conseguenze che potrebbero essere inaspettate.

L’altro ieri, all’anteprima fiorentina del film hanno tentato di entrare in sala più di duemila persone, in moltissimi sono rimasti fuori. Chissà dunque che non si ripeta quell’evento strabiliante che fu "Raiot 2", seconda puntata del programma di Sabina Guzzanti censurato dalla Rai e trasformatosi in una sorta di happening mediatico che ha visto scendere nelle piazze italiane decine di migliaia di persone.

La storia che racconta Viva Zapatero si può dire in due parole. Si parte dall’editto di Sofia (quello che vide scomparire in 24 ore dalla televisione pubblica Santoro, Biagi e Luttazzi), si passa per la chiusura di "Raiot" e si arriva al silenzio totale di stampa e televisioni, con cacciate di direttori quali Ferruccio De Bortoli dal "Corriere della Sera" a Furio Colombo dall’"Unità". Con l’aiuto di alcuni osservatori stranieri, Guzzanti ci mette di fronte a quello che sappiamo ma che rimuoviamo con troppa facilità: nel nostro paese non esiste più la libertà di espressione, e che sia una "satirista" a cui è stato impedito di fare il proprio mestiere a lanciare l’allarme ne è la prova concreta.

http://www.liberazione.it/giornale/050916/default.asp


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