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Tra cinema e blog
Sabina, il pescatore e i fan sardi di Beppe
Il film della Guzzanti Cronaca del tour promozionale. «Le ragioni dell’aragosta» racconta un modo collettivo per uscire dalla crisi. Le domande dei giovani che cercano di non «delegare ai comici». La scommessa dell’impegno
LORIS CAMPETTI
Attore per caso, ex operaio Fiat e pescatore, organizzatore di lotte in terra e in mare. Sulle spalle una grande memoria di crisi e sconfitte e un po’ di esperienza su come uscirne, possibilmente non da soli. Gianni Usai ha accompagnato Sabina Guzzanti in svariate presentazioni sarde del suo ultimo film «Le ragioni dell’aragosta» e si è dato da fare per spiegare ai tantissimi giovani che seguivano la proiezione e il dibattito le ragioni di chi le aragoste le pesca, e non se la passa molto meglio dei crostacei che rischiano l’estinzione, e le ragioni degli operai abituati a prenderle e a darle, e quando le prendono tentano con fatica di rialzarsi in piedi, collettivamente. Ma cosa esprimono, e cosa chiedono a Sabina Guzzanti, questi giovani che in molti casi, come a Sassari, sono impegnati nella raccolta di firme lanciata da Beppe Grillo?
«Vogliono saperne di più. Condividono il disgusto per lo strazio della politica a opera della politica data e non dell’"antipolitica" di Grillo, ma mentre alcuni se la cavano con una delega ai comici a risolvere i problemi del mondo, altri si - e ci - domandano: "ma dopo che abbiamo mandato tutti affanculo, che facciamo? da dove ripartiamo? con chi?"». Lo domandano a Gianni, anche dopo il dibattito, perché l’hanno visto nella veste di attore per caso nel film, mentre racconta la possibilità di tirare fuori la testa nelle situazioni più difficili senza delegare, anzi riappropriandosi dell’azione politica, sociale, sindacale, culturale. «Noi che abbiamo vissuto anche un’altra storia abbiamo il dovere di raccontare la nostra esperienza di vita, i nostri errori. A chi mi dice, interpretando le parole di Grillo, che tutto è merda, la politica, i giornali, tutto merda, ho fatto vedere una copia dello Statuto dei lavoratori tradotto in sardo da Gianni Loi. E’ costato lacrime e sangue, lotte su lotte, dico ai ragazzi, e se oggi non siamo definitivamente alla giungla nei posti di lavoro è grazie a questo libretto. A chi insiste che è tutto da buttare, e dunque che ci pensi Sabina a raddrizzare il mondo, rispondo che Sabina ha il pregio di ascoltare la storia che non ha vissuto, anche quella dei consigli di fabbrica negli anni Settanta e così recupera e socializza una memoria collettiva. Lo si vede in Le ragioni dell’aragosta. Ma dalle crisi - e oggi la crisi della politica ci attraversa tutti - bisogna uscire con le proprie gambe, cercando alleati e non delegando. I pescatori di Su Pallosu vanno avanti con le proprie gambe».
Gianni distingue, anche nel racconto dei dibattiti con i giovani, la pars destruens del messaggio di Grillo dalla pars construens: «La denuncia del vuoto politico è sacrosanta, spaventarsi per le parole di Grillo, o peggio criminalizzarle, sarebbe un errore. Se tanti giovani si appassionano alla sua denuncia, se invadono il blog, ci sarà pure una ragione su cui riflettere. Mi sembra che tanti di questi ragazzi non sappiano dove andare a sbattere la testa, per questo vengono a chiedere all’ex delegato di Mirafiori: "Che possiamo fare? Come possiamo organizzarci?"». Però, insiste Gianni, alcune cose non convincono del grido grillesco: «Il mettere tutti e tutte sulle stesso calderone, giornali che rubano i soldi del finanziamento pubblico e giornali come il manifesto che hanno pieno diritto a usufruirne; partiti marci e organizzazioni sociali che si battono nella direzione che tanti di questi ragazzi sollecitano. Poi, Grillo divide il mondo tra chi naviga nel blog e chi ne è fuori, invece di andare a cercare, con atteggiamento intellettuale, nelle storie altre, nei vissuti altri, nelle esperienze collettive del mondo equosolidale che costruisce rapporti con i popoli nativi, o della Fiom che si confronta con i movimenti no global».
Insomma, i giovani di Sassari o di Cagliari raccontano un vuoto: «Ma non siamo alla fine della storia, alle nostre spalle ci sono esperienze straordinarie che posso darci qualche lume, qualche indicazione di percorso. Chi non conosce queste storie e queste esperienze magari segue Grillo, ma sono giovani, persone, alla ricerca. Aiutiamoli in questa loro ricerca perché lo sbocco della crisi che offusca la costruzione del futuro individuale e collettivo non è scritto. La nostra testimonianza, la trasmissione della nostra memoria, può aiutare la costruzione collettiva di un’altra storia. Non solo dentro il blog. I problemi non si risolvono proponendo a Travaglio di fare il ministro della giustizia, o a me di fare il ministro del lavoro o della marina mercantile».
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/22-Settembre-2007/art13.html