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Sabra e Chatila 24 anni dopo

Publie le mercoledì 20 settembre 2006 par Open-Publishing

Il 16 settembre 1982 si consumava uno degli eccidi più feroci della storia recente. Un gruppo di miliziani falangisti entrava nottetempo nei campi profughi di Sabra e Chatila a Beirut nella zona musulmana e uccideva a sangue freddo uomini, donne e bambini. Non si conosce l’entità delle vittime ma si presume che oscilli tra 2000 e 3000. Non è possibile risalire al numero preciso delle vittime, in quanto la maggior parte dei morti è stata sepolta in fosse comuni.

Ogni anno da venti anni a questa parte si commemora questo triste evento che rappresenta una delle pagine più vergognose della guerra civile libanese che è durata ben 15 anni. Nel punto dove si trovano le fosse comuni è stato sistemato una specie di parco della rimembranza in cui si possono vedere dei pannelli con le foto scattate in quella circostanza. Non ci sono né nomi né altro che possano ricondurre alle vittime di quel eccidio.

A distanza di 24 anni siamo ripiombati nel clima della guerra civile di quel periodo, quando gli aerei israeliani bombardavano Beirut e di cui ancora oggi sono rimaste le testimonianze.

La tregua imposta dall’ONU alle parti in conflitto non può essere una soluzione duratura, finché non sarà risolto uno dei nodi principali del conflitto, ossia la creazione di uno stato sovrano palestinese e il ritorno in patria o l’integrazione dei profughi palestinesi che vivono nei paesi confinanti, di cui una buona parte si trova in Libano.

Un ruolo importante può essere svolto dalle organizzazioni di cooperazione internazionale presenti sul territorio libanese e dai corpi civili che potrebbero essere utilizzati come corpi di pace in Libano.

Per realizzare una pace duratura e giusta per tutti in Medio Oriente non si può fare affidamento soltanto sull’intervento dell’ONU ma sul rispetto dei diritti di tutti i popoli che vivono nell’area con particolare riferimento al diritto del popolo palestinese ad avere una propria autonomia senza le ingerenze da parte dello stato di Israele.

Edvino Ugolini

Rete Artisti per la Pace