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Sacconi , Eluana e gli abusi di potere

Publie le lunedì 19 gennaio 2009 par Open-Publishing
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La sentenza della Cassazione ordina di staccare Eluana. Una clinica di Udine accetta di eseguire la sentenza. Il Ministro Sacconi interviene pesantemente minacciando di tagliare i fondi pubblici alla clinica. La clinica desiste.

Abbiamo un fatto gravissimo e senza precedenti: il delirio di onnipotenza di un Ministro che si crede Dio e sta sforando da tutti i suoi poteri legittimi con una invasione di campo inaccettabile su una sentenza. Non si era mai visto un ministro che calpestasse una sentenza della Cassazione! E’ un fatto di grande allarme sociale! E’ la fine del diritto e la fine dello Stato!

Se non esiste piu’ alcuna garanzia legale di nulla e persino una sentenza della Cassazione, cioe’ del 3° e ultimo grado di giudizio, conta meno di niente, questo e’ la fine dello stato legale, e’ la totale anarchia.

La magistratura non esiste piu’, e’ inutile fare processi, basta che un Ministro qualsiasi urli intimidazioni e minacce e la giustizia scompare.
Sacconi sta distruggendo nel modo peggiore la separazione dei poteri che e’ il primo caposaldo di uno stato democratico, sta distruggendo di fatto e prima che ci pensi Berlusconi cambiando la Costituzionee quell’indipendenza della magistratura che ne consegue irrimediabilmente.

Un Ministro se ne infischia se una sentenza ha valore di legge e si comporta come un tiranno che calpesta la Costituzione.
Crede, Sacconi, che un Ministro sia un’autorita’ assoluta di puro arbitrio che puo’ ordinare ad altri poteri dello Stato che cosa fare.

Quest’uomo e’ in un delirio pericolosissimo di megalomia, un eccesso di potenza, un abuso vivente.

Lo si era gia’ visto alla festa della CISL col suo vaffanculo, quando aveva attaccato i sindacati dicendo: "Abbiamo vinto noi, si fa come vogliamo noi!"

Sacconi sta perdendo ogni autocontrollo, si comporta come un pazzo o un dittatore, ma e’ comunque pericoloso! Costituisce una lesione pesantissima al principio fondamentale di legalita’ che sta alla base di uno Stato civile. Se crolla quello e tutto si basa sulla forza individuale, chiunque potra’ fare di tutto. Se ognuno fa valere solo la propria forza, non ci sara’ piu’ legge o autorita’ o gerarchia, non ci sara’ altro che la forza. Ma nessuno Stato, nemmeno una dittatura, nemmeno una struttura mafiosa, puo’ reggersi senza una legge interna lasciando libero qualunque uso esclusivo e individuale della forza! Chi usa la forza individualmente calpestando la legge distrugge lo Stato e distrugge ogni sua legittimita’ di potere dentro di esso.

Non c’e’ alcuna differenza tra Sacconi che calpesta una sentenza della Cassazione e un terrorista che butta una bomba in un centro abitato. Sono entrambi da fermare immediatamente in quanto pericoli sociali!

La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nell’ambito della vicenda di Eluana Englaro, la donna, in stato vegetativo da oltre 16 anni, al centro di una battaglia legale condotta dal padre per ottenere che sia lasciata morire.
Lo riferiscono fonti giudiziarie, spiegando che l’iniziativa e’ un atto dovuto in seguito ad una denuncia presentata dai Radicali e necessario per inviare gli atti al competente tribunale dei ministri.

La denuncia l’hanno fatta i radicali. Ma Veltroni che fa? Dorme? Ma se Veltroni vuole solo dormire, vada a farlo da un rivenditore di materassi!

Berlusconi lo deve capire bene: quello che ha fatto Sacconi e’ sabotaggio allo Stato. E’ molto peggio del fascismo. Nessuno Stato, nemmeno il suo, si puo’ reggere se ognuno esce dal posto che gli compete e sfora le sue competenze e i vertici fanno quello che gli pare, ognuno di testa propria, arbitrariamente. Non si puo’ assolutamente sostituire l’ordine interno con l’arbitro individuale. Nemmeno il regine di Pol Pot lo farebbe. Sarebbe come mettere una mina sotto il letto. Lo Stato non e’ piu’ gestibile.

Ma ci si rende conto che nemmeno il Duce smantello’ la magistratura perche’ un Potere, qualunque Potere, ha bisogno di istituzioni per governare, di leggi, regole, gerarchie, ruoli, altrimenti si disfa, si smantella. Un regime puo’ rendere pessime le sue leggi, puo’ modificare le attribuzioni di potere, ma non puo’ permettere che, cosi’ come e’ posto, un suo organo si permetta abusivamente di sforare cio’ che e’ stato stabilito, a suo arbitrio!

Le istituzioni, le leggi, le regole.. sono lo strumento dello Stato. Il Potere puo’ modificarle a suo pro ma non puo’ distruggerle, sono le sue gambe e le sue mani, e uno non puo’ tirare mazzate alle proprie gambe e alle proprie mani o cadra’ per terra.

Quello che fa Sacconi e’ la distruzione interna e arbitraria dello Stato di diritto, e’ un atto lesivo contro lo stesso Berlusconi e la sua legittimita’.
Ogni Stato e’ uno Stato di diritto, con leggi che magari al popolo non piacciono ma dove ognuno deve stare al suo posto e deve fare quello che gli compete perche’ se chiunque pensasse di poter uscire dai propri ranghi per invadere settori che non gli competono caschiamo nel caos e il regime stesso crolla.

Oggi un ministro sbeffeggia una sentenza. Dopodomani un vigile fa un’infibulazione. Stasera un ferroviere decide di bloccare un aeroporto. Domani un generale spara a un ministro…
Anche un fascismo ha un ordine. Non puo’ esistere uno Stato dove la singola persona, fosse pure Ministro, fa quello che gli pare contro l’ordine costituito. Nemmeno un boss della mafia permetterebbe questo.
Niente regole, niente Stato. Siamo nell’anarchia.
Uno Stato richiede punti fermi, leggi, istituzioni, procedure, recinti, altrimenti si confonde col peggiore assembramento di criminali e perisce. Anche un campo di concentramento ha leggi e ordine. E se sei un kapo’ non sei una lavandaia. E devi stare al tuo posto.

Persino un gruppo mafioso ha un ordine interno, leggi, piramidi di potere, suddivisioni, regole da rispettare, competenze, gerarchie, e dove non e’ ammissibile che uno sfori i compiti e il ruolo che gli sono attribuiti, o non reggera’ niente.

da Masada 860. La comune passione del potere

su http://www.masadaweb.org

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