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Epifani ha dato prova ultimamente di una certa coerenza. Prima ha protestato perchè il Governo avrebbe cambiato in corso d’opera il testo concordato con Lui, poi ha dichiarato che avrebbe firmato solo per presa visione. Successivamente ha scoperto che l’accordo dava molto e non toglieva nulla dichiarandosi infine entusiasta per quello che aveva firmato e imponendo a tutta la Cgil di difendere l’accordo andando alla consultazione con un sistema di regole stranissimo ed assurdo per cui ai lavoratori si doveva andare a dire che bisognava votare SI altrimenti cadeva il Governo, e chi votava No era perchè voleva far cadere il Governo.
Anzi, guai a chi fosse andato nelle fabbriche a dire qualcosa di diverso, pena l’intervento della magistratura interna alla Cgil. Della serie o con me o fuori dalla Cgil (neanche fosse Caligola).
Ma ai primi fischi dalle fabbriche ha poi messo in campo quello che sarebbe stato il suo tormentone preferito ..... ossia che comprendeva il disagio dei lavoratori ma che solo ... "una forte vittoria dei SI avrebbe permesso di modificare in meglio il protocollo firmato il 23 luglio scorso".
Ora, dopo il voto, Epifani esulta e dichiara di aver "fatto capotto", ma subito dichiara che possibili modifiche all’accordo dovranno essere fatte solo se tutte le parti firmatarie sono d’accordo, altrimenti non se ne fa nulla ... come dire che ... il SI dei lavoratori non serve a nulla, quello che conta è quel che dicono Confindustria e Governo.
E’ successo oggi che il Governo ha inserito alcune modifiche all’accordo: praticamente un nulla.
Si dice che il tetto dei 5.000 lavoratori usuranti anno non è più un limite rigido ma nel contempo si afferma che il tetto di sesa rimane quello già deciso. Un modo più furbesco per dire che quando si finiscono i soldi ... basta. Il Governo sancisce così un curioso precedente. Si riconosce un diritto a tutti ma a goderne saranno solo quelli che arrivano prima.
Sul lavoro precario non si cambia praticamente nulla salvo precisare che la deroga ad un’ulteriore allungamento del periodo di precarietà potrà essere sottoscritto solo alla presenza dei sindacati maggiormente rappresentativi (che in Italia vuole dire solo quelli concertativi).
Subito Epifani ha parlato di importanti miglioramenti ..........
Ma si sa .... solo poche ore prima si era incontrato con Montezemolo, il quale si è dichiarato amareggiato per le piccole modifiche decise dal Governo, ma rassicurato per il cambio di rotta sindacale. Infatti ha subito dichiarato che quanto non precisato (secondo le sue preferenze) dal Governo sarà presto concordato e sistemato con confronto sindacale.
Non è che si sta preparando l’accerchiamento alla Fiom impegnata oggi con un difficile rinnovo contrattuale ???
13-10-2007
Coordinamento RSU
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Messaggi
1. Saldi di stagione, 16 ottobre 2007, 21:43
Cremaschi: “Il testo del protocollo uscito dal CdM conferma gli allarmi del NO"
Il testo varato dal governo in attuazione del protocollo sul welfare conferma tutti gli allarmi espressi nella consultazione da chi sosteneva il no. Il testo, infatti, rende automatico il taglio delle pensioni ogni tre anni, a partire dal 2010 per i giovani. Rende automatico l’aumento dei contributi sulla busta paga a partire dal 2011. Rende praticamente ingestibile la norma sui lavori usuranti, anche dopo aver tolto il limite dei 5.000 dipendenti all’anno che possono usufruire del diritto a un trattamento migliorativo rispetto allo scalone. E’ bene comunque ricordare che non è stato modificato lo stanziamento complessivo previsto a tale titolo nel protocollo. Le finestre per le pensioni di anzianità con 40 anni di contributi sono affidate a una delega e quindi non si sa ora quando potranno andare in pensione coloro che nel 2008 maturano il diritto. Così pure l’introduzione delle finestre per le pensioni di vecchiaia di donne e uomini rende ancora più incerta la possibilità di accedere a tale istituto, alla maturazione del requisito. A questo punto, anche chi sosteneva il sì, oggi lamenta che così com’è il protocollo è peggiorativo per milioni di lavoratori.
In conclusione, pare che il testo del governo attui ciò che il no temeva, al contrario di tutto ciò che il si nella consultazione sosteneva. A questo punto Cgil, Cisl e Uil devono assumersi le proprie responsabilità. Se il governo ha mentito o ha imbrogliato le organizzazioni sindacali, queste devono reagire di fronte a un fatto così grave, rompendo con il governo e dicendo no al protocollo uscito dal Consiglio dei Ministri, con tutte le conseguenze sindacali del caso. Non è più possibile continuare a lamentarsi dell’inaffidabilità dei tavoli di concertazione senza che questo produca conseguenze pratiche.
Roma, 15 ottobre 2007
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