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Corriere del Mezzogiorno
Pestati a sangue perché gay
Due ragazzi stavano lavorando per Italia 1, la solidarietà di Bassolino. - Oggi presentazione del Salerno Pride La Regione Campania patrocina l’evento - « Io, ferito a calci e pugni, ma non lascio la mia città »
Battipaglia, si tenevano per mano per filmare le reazioni dei passanti
SALERNO - Pestati a sangue tra l’indifferenza della gente due ragazzi omosessuali che passeggiavano per le strade di Battipaglia, mano nella mano, per realizzare un filmato del programma di Italia 1 « Lucignolo » . • L’aggressione, compiuta da un branco di sei balordi poco più che ventenni, si è consumata lunedì sera sotto gli occhi indifferenti dei passanti che affollavano una piazza nel centro della cittadina.
Negli zaini Pasquale ed Edoardo avevano microcamere fornite da Mediaset. Entrambi sono finiti in ospedale con trauma cranico e contusioni. • Il sindaco di Battipaglia, Alfredo Liguori, ha detto che la zona è videosorvegliata e i nastri saranno consegnati alla polizia.
La Regione Campania ha invece garantito il patrocinio al Pride di giugno. • Ai due gay aggrediti è giunta la solidarietà del governatore della Campania Antonio Bassolino.
Oggi a Salerno è prevista la presentazione del Gay Pride di fine giugno e i militanti incontreranno il sindaco De Biase.
INTOLLERANZA
PRIDE E POLEMICHE Uno delle due giovani vittime dell’aggressione è tra gli organizzatori della manifestazione che si terrà a Salerno dal 24 al 26giugno
La Regione Campania patrocina l’evento
Battipaglia, violenza in piazza Due gay pestati dal branco I passanti non intervengono
Giravano con microcamere nascoste per il programma « Lucignolo » Il sindaco Liguori: « La zona è videosorvegliata, li individueremo »
BATTIPAGLIA Rincorsi, pestati a sangue e poi sbeffeggiati tra l’indifferenza dei passanti solo perché omosessuali. « Colpevoli » di aver ostentato, passeggiando mano nella mano nella piazza centrale di Battipaglia, un amore diverso. L’aggressione, compiuta da un branco di sei balordi, tutti poco più che ventenni, si è consumata lunedì sera alle 20 nell’impassibile silenzio di una comunità locale, quella di Battipaglia, che ha assistito ma non è intervenuta.
Le vittime, Pasquale Quaranta, giornalista e scrittore salernitano, tra gli organizzatori del Gay Pride di Salerno che si svolgerà dal 24 al 26 giugno, ed Edoardo, suo coetaneo nato a Caserta ma da un anno residente a Roma. Entrambi sono stati soccorsi e trasportati all’ospedale Santa Maria della Speranza, dove i medici hanno riscontrato loro contusioni e trauma cranico guaribili in dieci giorni.
I due omosessuali sono protagonisti di una puntata di Lucignolo , la trasmissione di Italia 1, che voleva testimoniare le condizioni di vita di una coppia « diversa » in una città del Sud. Il risultato, inatteso, è stato un pestaggio. La troupe Mediaset aveva fornito ai due ragazzi delle microcamere nascoste in piccoli zainetti, lasciandoli liberi di passeggiare nei viali di piazza Madonnina a Battipaglia mentre la giornalista di Italia 1, Rafaella Regoli, un altro operatore e due amici della coppia si erano confusi tra la folla.
L’intolleranza e la violenza sono esplose appena dieci minuti dopo l’inizio delle registrazioni. Un gruppo di sei ragazzi li ha avvicinati, iniziando a sbeffeggiarli con battute di pessimo gusto prima ed offese volgari poi. Fino a quando i due giovani gay si sono voltati ed hanno guardato, per un solo attimo, i balordi. Uno di loro ha sferrato un cazzotto in pieno volto a Edoardo. Poi sono intervenuti gli altri teppisti aggredendo i due con calci, pugni e gomitate. Alcuni passanti intorno, si sono fermati a guardare ma senza intervenire. Sono dovuti intervenire un amico dei due giovani gay, Salvatore Di Feo, la sorella di Pasquale Quaranta e la troupe di Italia 1. Ma i malviventi hanno continuato a picchiare. Poi, terminata la « spedizione » il gruppo di balordi è fuggito. Edoardo si è steso in terra con il volto insanguinato, mentre Pasquale si appoggiava agli amici per il forte dolore alla testa causato dai colpi. Pochi minuti dopo i due ragazzi sono stati trasferiti all’ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia. Il referto medico precisa: trauma cranico e contusioni per entrambi. Che tornano a casa delusi e feriti.
« La nostra giornalista che era sul posto ci ha raccontato tutta la scena precisa Roberta Mani, coordinatrice della trasmissione Lucignolo sono stati momenti terribili e se avessimo saputo che i ragazzi avrebbero corso quel rischio non avremmo certo girato la puntata. È stata una situazione pazzesca, che comunque documenteremo nella puntata in programma il prossimo 31 maggio » .
Le due vittime hanno deciso di non sporgere denuncia. Hanno paura. Terrore che quel pestaggio possa essere seguito da un ulteriore agguato. Non tanto per Edoardo, che seppur malconcio ha fatto ritorno a casa, ma soprattutto per Pasquale Quaranta che continua a vivere a Battipaglia con la sua famiglia. Genitori comprensivi, quelli del portavoce del Salerno Gay Pride, che hanno dovuto affrontare le diffidenze del paese. Ed oggi oltre che impauriti sono sfiduciati. Ieri sera il sindaco Alfredo Liguori ( Forza Italia) ha condannato il pestaggio. « Un atto deplorevole da condannare, emargineremo gli autori di questi episodi » . Ma il primo cittadino rivela anche che nella zona sono in funzione delle telecamere proprio per garantire la sicurezza. « Daremo i nastri alle autorità di polizia, speriamo di individuare gli aggressori » .
Intanto gli organizzatori del Pride salernitano, che questa mattina in conferenza stampa presenteranno le iniziative per la manifestazione di giugno ( La Regione Campania patrocina l’evento e a Palazzo Santa Lucia si segue con attenzione il caso Battipaglia) hanno deciso di non rinunciare all’appuntamento nonostante l’aggressione di lunedì sera. Anzi sarà un motivo in più per discutere, capire perché, ancora, nel mezzogiorno d’Italia gli omosessuali sono discriminati, contrassegnati, picchiati. C’è un precedente, in Campania, che ha visto Napoli teatro di un’altra aggressione ad una coppia di omosessuali. L’anno scorso in piazza Bellini, una coppia di gay stava passeggiando mano nella mano in una tranquilla serata partenopea. I due si erano appena baciati quando un gruppo di teppisti li aveva dapprima aggrediti e poi picchiati, anche stavolta tra l’indifferenza dei passanti.
Felice Naddeo
« Io, ferito a calci e pugni, ma non lascio la mia città »
BATTIPAGLIA - « Non era mai successa, prima, una cosa simile a Battipaglia. Anche se, in verità, non ci eravamo mai spinti a passeggiare mano nella mano con il mio compagno » . Pasquale Quaranta porta sul volto i segni del pestaggio.
« Tra la valanga di colpi subiti ricordo sicuramente due pugni all’occhio destro ed alcuni calci al petto » . Stavate girando una puntata di Lucignolo? « Si, avevamo delle telecamere nascoste per testimoniare le reazioni della gente vedendo due omosessuali che giravano, normalmente, mano nella mano. La scelta di Battipaglia non è stata casuale: è la città dove vivo e i giornalisti di Italia 1 volevano raccontare uno spaccato della mia situazione. Mi dispiace soprattutto per il mio amico Edoardo. Lui si è prestato, come controfigura, per questa registrazione: il mio vero compagno, Danilo, non era in grado di reggere gli sguardi indiscreti e indagatori dei passanti. Che, peraltro, quando siamo stati picchiati, non sono neanche intervenuti assistendo alla scena come se fosse un normale spettacolo » . Cosa mormorava la gente prima che vi aggredissero? « Sentivamo che in molti, camminando vicino a noi, dicevano: guarda quelli. Oppure: sono due froci. Poi ancora qualche battuta di cattivo gusto e, soprattutto, sguardi inopportuni nei nostri confronti » . « Solo perché siamo omosessuali. Un branco di balordi ha iniziato a fischiare e a ridere. Ci siamo fermati e voltati, tentando di chiedere il perché di quel comportamento. Non è stato possibile. Il capobanda si è staccato dal gruppo ed ha sferrato un pugno ad Edoardo. Io ho cercato di difenderlo, poi sono intervenuti gli altri che ci hanno picchiato » . « Io continuo a vivere a Battipaglia, la paura mi ha fatto decidere di non sporgere denuncia. Ma il mio nome può essere pubblicato La mia, grazie ai giornali, può essere almeno una denuncia mediatica » . F. N.




