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Salvare Liberazione non prescinde dal salvare il Partito

Publie le martedì 14 ottobre 2008 par Open-Publishing

Salvare Liberazione non prescinde dal salvare il Partito

Direzione nazionale PRC 10 Ottobre 2008

di Maria Campese

Ho ascoltato con molta attenzione le relazioni del Presidente il CdA della MCR, Sergio Bellucci, e del Tesoriere del Partito, Sergio Boccadutri.

Da quanto relazionato emerge che la situazione del giornale è disastrosa, e che la situazione del Partito è preoccupante.

Il Tesoriere ha acceso i riflettori sulle criticità economico-finanziarie del Partito, mentre il Presidente del cda ha ripercorso le dinamiche di ordine generale che hanno determinato questa situazione di grave disavanzo del giornale.

Ritengo che questa discussione la stiamo affrontando con molto ritardo.

Già da giugno scorso, in sede di discussione di bilancio, il Tesoriere sollevò il problema economico del Partito e stanziò la somma di E. 900.000,00 per il giornale, precisando che un tale stanziamento non era più ripetibile per le annualità future.

Così come ritengo che, in un quadro generale di crisi dell’editoria politica, vadano anche indagati altri elementi specifici di Liberazione che attengono al rapporto fra gli iscritti al Partito ed il giornale: non solo non viene acquistato dal corpo degli iscritti, ma neanche dai gruppi dirigenti territoriali, così come è stata dismessa la pratica della diffusione.

Ritengo importante sottolineare che il giornale vive perchè c’è il progetto politico del Partito della Rifondazione Comunista, nasce e vive in quanto strumento di quel progetto politico.

Quindi un punto lo metterei in questo senso: credo non si possa mettere in discussione l’esistenza del progetto politico per conservare lo strumento che quel progetto si è dato.
Vanno allora agite tutte le strade che consentano il mantenimento del giornale, ma nella consapevolezza che così com’è la situazione non è più compatibile con le condizioni economiche del Partito.

Non ritengo vada accolta la proposta del Tesoriere di procedere alla liquidazione della società editrice; credo che la Direzione Nazionale debba esprimersi per lo stanziamento di fondi sufficienti ad allontanare l’ipotesi di fallimento, ma avendo tutti la piena consapevolezza che trattasi di un intervento di natura estremamente straordinaria, non più ripetibile, pena il fallimento del Partito.

Credo che il Cda debba assumere questo dato di gravità e porsi il problema dell’autosufficienza economica in tempi veloci, poiché si rischia di assumere delle scelte fuori tempo utile.

Un dato deve essere chiaro a tutti noi: la situazione, così com’è, non è più sostenibile, non ce la possiamo più permettere.

Ritengo anche che un minuto dopo aver proceduto al salvataggio del giornale, che non può prescindere dal salvataggio del Partito, vada affrontata la discussione delle relazioni fra il giornale ed il Partito.

Il giornale dovrà essere ripensato, tenendo presente che la sua utilità politica si misura da quanta gente raggiunge e dal messaggio politico che veicola, poiché se il Partito va in una direzione ed il giornale che dovremmo diffondere e sostenere va in un’altra, divergono, un problema politico si pone, come del resto è emerso dalla nostra discussione.