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Samuelson: lo stesso copione del ´29
di Eugenio Occorsio
«Bush verrà ricordato nei libri di storia come il peggior presidente degli ultimi 200 anni. La responsabilità di quanto sta accadendo ricade interamente su di lui, e sui suoi otto anni di deregulation esasperate e selvagge. Ora probabilmente è tardi per cercare rimedio».
E´ decisa come non mai la voce di Paul Samuelson, classe 1915, Nobel nel 1970, consigliere di Kennedy, padre nobile di tutti gli economisti liberal del pianeta. Gli telefoniamo a casa temendo di disturbare, e rispondono risentiti: «Perché lo cercate qui? E´ all´università».
Nell´ufficio dell´Mit che occupa dal 1940 ci risponde al primo squillo. La seconda Grande Depressione della sua vita gli ha fatto riacquistare la grinta.
Quali sono le differenze fra allora ed oggi?
«Differenze?
Il percorso che ci ha portato a questo punto è esattamente lo stesso, una ricetta diabolica di avidità, indebitamento, speculazione, laissez-faire, e soprattutto un´infinita incoscienza. E ora come allora l´America porterà la croce di aver trascinato nella crisi il mondo intero. Me li ricordo perfettamente quegli anni, la crisi che non finiva e il presidente Herbert Hoover e il ministro del Tesoro, Andrew Mellon, che non alzavano un dito.
Il miliardario e il banchiere, proprio come adesso».
Ora però cercano di intervenire...
«Quando il mandato sta per scadere, dopo aver avallato ogni tipo di appropriazione, debita e indebita, per tutti questi anni?
Guardi, a parte che il piano non è dell´amministrazione ma della Fed, l´unica cosa che mi fa sperare è la prossimità delle elezioni, e la probabilità che i democratici avranno la maggioranza in tutto il Congresso. E saranno in grado di evitare vergognose sceneggiate come quella cui assistiamo intorno all´unico progetto che potrebbe aiutare almeno un po´, contro il quale si è scatenata una pattuglia di oltranzisti repubblicani ancora convinti, con tutto quello che sta accadendo, che è un peccato mortale turbare i meccanismi del mercato».
Il Congresso sarà democratico, ma il presidente?
«Queste vicende aumentano le chance di Obama, ma in America c´è ancora un forte razzismo che potrebbe addirittura essere decisivo. Per fortuna dall´altra parte c´è un candidato come McCain con una vice che è almost a joke, una barzelletta».
Sarah Pallin?
«Voi italiani sapete benissimo di cosa sto parlando. Non avete un Parlamento pieno di soubrette ?».
la Repubblica