Home > Sansone contro tutti

Sansone contro tutti

Publie le mercoledì 2 settembre 2009 par Open-Publishing
1 commento

Le intimidazioni di B non si fermano al tentativo di avere il controllo sulla moltitudine dei giornali di sua proprieta’, vuole controllare o intimidire anche i giornali dell’opposizione e non gli bastano le sue sei televisioni, vuole censurare anche la RAI e annichilire Rai3, del resto sono anni che la sua fazione ne chiede la chiusura, B lancia segnali inquietanti anche al quotidiano della CEI, sfidando lo stesso Vaticano, ma non basta, ora il folle assolutista minaccia la stessa Comunita’ Europea.

In questo momento e’ in discussione la rielezione a Presidente di Barroso, ma un suo commissario, interrogato sugli abusi di B sulla stampa italiana e sulle sue querele, ha avuto parole dure rivendicando la liberta’ di stampa come diritto fondamentale dei popoli. Questo ha fatto infuriare B, il quale ha attaccato l’Europa chiedendo ai commissari di tacere su di lui o di dimettersi, restringendo il diritto di dare valutazioni al solo Presidente europeo. B pretende che nessun commissario europeo possa esprimersi su alcunché.

Insomma vuole esportare in Europa la censura italiana. E’ la prima volta che un capo di Stato attacca le istituzioni europee e i loro poteri e diritti e questo ha fatto capire di colpo all’UE che non si tratta più di un leader da avanspettacolo che rappresenta la barzelletta d’Europa e su cui ci si può sbellicare di risate, compatendo gli sciagurati italiani, si ha da fare con un arrogante che si arroga poteri inauditi e che rappresenta un pericolo per tutti.

Il tema di partenza era l’immigrazione, ma quello che B sta pretendendo e’ che nessuno, non solo in Italia, me nell’intera Europa alzi una parola di critica contro di lui.

Siamo alla megalomania paranoica. Cosa si aspetta a farlo interdire?

masadaweb.org

Messaggi

  • L’informazione prudente:
    risposte senza domande

    Non seguo troppo la politica italiana. Troppo gossip. Poca politica. Troppi fatti personali. Poi sono troppo impegnato a scrivere per riuscire anche a leggere. In particolare: i giornali. In particolare: alcuni giornali. Quelli nazionali. Anche se la crisi li ha defoliati e dimagriti sono troppo densi e pesanti, per me. Troppo. Così mi limito a dare un’occhiata distratta ai tiggì. Soprattutto a quelli che si sono impegnati a non fare gossip e si occupano di cose serie. Influenze A, celebrazioni e anniversari, il muro di Berlino e lo sbarco sulla luna, le pandemie, le ferie e gli esodi biblici per andare in ferie, il caldo, i temporali, la formula 1, le ferie e i rientri biblici dalle ferie, i campionati di nuoto, ibra, i dispersi in montagna, valentinorossi, i sentimenti (ah... i sentimenti!!!), la storia fra clooney e la canalis (gossip vero - o finto, non importa - non politica mascherata da gossip o viceversa!), il calcio (ah... il calcio!!!), kakà, qualche omicidio e qualche suicidio in famiglia, tra vicini di casa; ancora: il superenalotto e qualche incidente al volante - quelli sul lavoro non emozionano più, se le vittime non sono almeno 5 - poi gli immigrati. Però gli omicidi, i suicidi, i crimini e i criminali e quindi gli immigrati: devono essere diminuiti. Non ne sento più parlare come una volta.

    Però oggi è più bello guardare i tiggì perché spaventano di meno e perché hanno separato il gossip dalla politica. Il pubblico dal privato. Si dedicano alla politica seria. Sarà per questo che di politica ne sento parlare poco. Meno che della cronaca nera; omicidi, rapine e altri delitti. Che devono essersi ridotti, ma meno della politica. Ma forse è che sono distratto. Mi interesso poco. Di politica, intendo. Troppe donne e donnine. Troppo gossip. E se il gossip e la politica, se la politica e il gossip coincidono allora è ovvio che la tivù non ne parli. Che i tiggì ne riducano lo spazio. Ovvio. Ovvio che qualcosa - anzi: molto - mi sfugga. Ovvio. Che io non riesca a capire sempre e tutto. Seguo poco e in modo disattento. Che cosa pretendo?

    Anche ieri sera. Ho sentito il premier - proprio lui - e anzi l’ho visto in tivù, nei tiggì - depurati dal gossip - dire ai giornalisti che alle 10 domande poste da Repubblica non ha risposto e non risponderà. Non per le 10 domande in sé. Lui non ha nulla da nascondere, lui. Ma le ha poste Repubblica. Che è un giornale eversivo e disonesto. Dall’editore al direttore ai giornalisti ai collaboratori giù giù via via fino agli impiegati e ai tipografi. Non un giornale ma un partito e anche peggio: un’associazione a delinquere. Se non le avesse poste Repubblica, in modo ovviamente offensivo e infamante, a quelle 10 domande lui avrebbe dato risposta. Meno all’ultima, sul suo stato di salute, perché lui è superman. Altro che gufare o diffondere sospetti malevoli. Inseguire le maldicenze di una moglie irriconoscente. La facciano pure altrove, negli Usa o in Francia, quella domanda. Ma non a lui. Che è superman. Ma alle altre domande, poste in modo più discreto, da altri giornali, lui avrebbe certamente risposto. Anche ai tele-giornali, immaginiamo. Quelli che non fanno gossip - e non attaccano il governo, perché non lo debbono fare, ci mancherebbe - ma solo informazione. Seria. E hanno riportato - seriamente - le parole del premier. Che non avrebbe - e non avrà - problema, nessun problema, a rispondere a quelle domande se qualche altro giornale o tele-giornale gliele vorrà riproporre. In modo meno insolente. Ma non a Repubblica. Così ha detto il premier. E i tiggì lo hanno ripreso e rilanciato. Fedelmente. Nessun taglio alle sue dichiarazioni. Riproposte integralmente. Per dovere di informazione.

    Io, però, che dei giornali scorro solo i titoli, preferibilmente sulle rassegne tivù (e d’altronde mi informo solo in tivù), io: mi sento dubbioso. Perplesso. Anche se mi vergogno ad ammetterlo. A confessarne il motivo. Mi imbarazza. Però qualcosa mi deve essere sfuggito. Perché io guardo la tivù e i tiggì, ma in modo perlopiù disattento. E allora me le devo essere perse. Anzi me le sono perse certamente. Le domande di Repubblica, intendo. Le prime 9. L’ultima l’ho capita. Riguarda la salute. Ma spero che un giorno il premier decida davvero di rispondere anche alle altre. In tivù, nei tiggì. Seri. Dai quali mi informo. Così dalle risposte - forse, magari, chissà - riuscirò finalmente a risalire alle domande. Che non ho mai sentito.

    Ilvo Diamanti

    (2 settembre 2009)

    http://www.repubblica.it/2007/02/rubriche/bussole/info-prudente/info-prudente.html