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Sansonetti: se la chiamano coerenza... Se le chiamano dimissioni...
Publie le mercoledì 22 ottobre 2008 par Open-PublishingSe la chiamano coerenza... Se le chiamano dimissioni...
di Gilberto Volta
Caro Direttore,
tu, nonostante scriva (Liberazione, 17/10/08) che non sei più comunista “da molti anni”, riesci a dire una cosa da comunista: “Se non voglio più andare oltre, se rinuncio all’obiettivo della trasformazione – per come vedo io le cose – è come se rinunciassi all’orizzonte…”. Anch’io voglio andare “oltre”: oltre il capitalismo, che è molto più barbaro dell’”imperialismo russo” (??!) – penso a due guerre imperialistiche mondiali, allo sgancio di due bombe atomiche, alle decine di guerre locali, al razzismo estremo (Auschwitz) e strisciante (es.: scuole separate per i bambini immigrati), alle feroci ingiustizie sociali, al precariato, eccetera, che sono l’essenza di questa società – per giungere al comunismo (come organizzazione sociale di grado più elevato rispetto al capitalismo).
Ma so che per andare oltre al capitalismo e costruire il comunismo (il socialismo per cominciare) occorre oggi un grande partito comunista (che ancora non è il Prc, che ne è poco più che l’embrione). Perciò il Prc è prezioso, da salvaguardare come la pupilla dei nostri occhi e da sviluppare.
Tu, però, quando dici di andare oltre intendi anche – e soprattutto – andare oltre il Prc e “proporre la formazione di una nuova forza politica della sinistra, più larga e complessa dei partiti di allora (che sono poi quelli di adesso)”, come avevi auspicato già più di un anno fa sempre su “Liberazione”.
Sappi che considero vitale per tutti noi l’unità di tutte le forze di sinistra. Ma una unità sulle cose da fare, non una specie di fusione fra diversi, che cancelli tutti i partiti esistenti. Mi troverei benissimo in una unità di questo genere (come l’11 ottobre a Roma), dove il Prc possa battersi a viso aperto non (solo) per migliorare questa schifosa società capitalistica, ma per trasformarla in una più alta società comunista.
Per il resto, dici tante altre cose, che dimostrano che non sei comunista. Ne cito solo tre: il marxismo “non è più sufficiente”; l’insensatezza contro il lodo Alfano; la non centralità della contraddizione fra capitale e lavoro (a cui, secondo me, sono sussunte tutte le altre contraddizioni).
Ma, se non sei comunista (benché non disdegni di lavorare insieme ai comunisti), se non riconosci la linea uscita, se pur a maggioranza, dal VII Congresso, perché non ne prendi atto e ti dimetti?
Me ne dispiace, ma il tuo diritto a pensarla come la pensi, non ti dà il diritto di contrastare la linea del Partito sul giornale del Partito, il quale, al contrario, dovrebbe esserne il portatore, pur ospitando altre opinioni. Ma non viceversa!
Sii coerente con te stesso!
Grazie e cordiali saluti.
Gilberto Volta